Sembrava che quel giorno dove correva sotto la pioggia, sperando di trovarlo in quella casa, si fosse ripetuto.
Le nuvole piangevano debolmente, sostituendo la luna e coprendola completamente.
Quella piccola casa, alla fine, aveva un significato. Era il piccolo rifugio del ragazzo, un po' più lontano dal paese, dove la solitudine e i pensieri governavano.
Aveva scelto lui per riordinarla, quando avrebbe potuto chiederlo ai suoi amici. Ma forse, Yoongi, voleva che lui la visitasse prima di chiunque altro.
Il suo umore però, rispetto a quel giorno era cambiato. Non riusciva a sopportarlo, e ogni suo comportamento lo faceva diventare pazzo. Non capiva realmente con chi stesse giocando.
Ora invece, i sentimenti prevalevano su ogni emozione. E persino, quelle negative sembravano scomparse.
Era strano che il pensiero che potesse essere lui, non si fosse mai presentato nella sua mente, quando tutto era così incredibilmente vicino.
Un ragazzo era intento a fumare la sua sigaretta, seduto su una sedia mentre osservava il cielo, forse chiedendosi, come avrebbe potuto vivere, quando la vita non lo aveva amato abbastanza.
Jimin rimase a fissarlo in lontananza, ricordandosi della loro prima conversazione. Il ragazzo sobbalzò, al pensiero che Yoongi lo conoscesse meglio di sè stesso.
Le gocce di pioggia continuavano a cadere, e Jimin era bagnato fradicio, ma non gli importava.
Si avvicinò alla casa, e Yoongi alzò gli occhi, guardando il ragazzo e sorprendendosi del suo arrivo.
Sicuramente, si chiedeva perché i suoi amici non avessero saputo mentire sul suo trasferimento.
"Cosa ci fai qui?" chiese, allarmandosi del suo arrivo.
Adesso, erano entrambi sotto la pioggia.
Jimin camminò verso la sua direzione con un grande sorriso tra le labbra, in silenzio, senza rispondere alla sua domanda.
Iniziava ad aver freddo, ma nemmeno questo gli importava, quanto la persona che si trovava dinanzi a lui.
"ho scoperto tutto, yoongi." disse prendendogli le mani.
Il ragazzo fece un passo indietro, e Jimin riusciva quasi a sentire il battito forte del suo cuore.
"C-cosa?" chiese, facendo finta di non saperlo e sperando che non fosse davvero così.
"le lettere e tutto quello che hai passato." disse continuando a guardarlo negli occhi.
"Mi dispiace. Io non volevo che tu lo sapessi. Fai finta che niente sia successo, e dimenticati di me." disse abbassando la testa, e girandosi per dirigersi dentro casa.
Ma jimin, gli mise una mano sulla spalla, impedendogli di muoversi.
"Tutto ciò che è scritto in quelle lettere, mi ha dato la forza per rialzarmi, per andare avanti e per rendermi felice, quando tutto intorno a me sembrava cadere a pezzi. Ti ho cercato per tutto questo tempo, per poi accorgermi di essermi innamorato di te. Si, proprio la parola "amore" quella che tu hai compreso, semplicemente dopo avermi visto. Avevo capito il suo significato, anche prima di sapere che tu fossi il mittente di quelle lettere. Non riesco a vivere senza la tua persona al mio fianco, non riesco a vivere senza l'unica forza che mi fa star bene, soltanto esistendo."
Yoongi lo guardava, mentre una lacrima scendeva dalla sua guancia, confondendosi con la pioggia che cadeva dolcemente sull'asfalto.
Era la prima volta che lo aveva visto piangere.
"Io..io..ti amo yoongi." disse cercando di non balbettare.
Il ragazzo si avvicinò a lui e lo baciò improvvisamente. Era diverso dal primo bacio che si erano scambiati. Era casto, dolce, come se le loro anime fossero state riempite da un'enorme pace interiore.
La pioggia e il cielo nuvoloso bagnava i loro corpi, mentre le loro labbra sembravano conciliarsi anche con la natura stessa.Si desideravano entrambi da troppo tempo, e quest'ultimo sembrava proprio essersi fermato in quel magico momento, dove il rumore dei loro cuori si alternava con il rumore armonioso dell'acqua.
Sembrava durare per sempre, e non volevano farne a meno, nemmeno di un secondo.
"Anch'io" disse Yoongi asciugandoli le lacrime e regalandogli un altro bacio.
Jimin avrebbe voluto disegnare anche quel momento.
La pioggia che si univa al terreno, solo per riceverla e accoglierla tra le sue braccia.
I sospiri e i baci in una serata dove le anime erano composte dalla stessa identica cosa.
Gli abbracci e i corpi uniti in un cerchio perfetto.
I respiri e i pesi sul cuore, erano stati eliminati.
E tutto ciò poteva avere un nome. E Jimin lo sapeva bene. Si chiamava "amore."
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193 || yoonmin
FanfictionDove la mente di Jimin è ossessionata dalle labbra di un ragazzo dal nome misterioso: 193