Capitolo 17

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Jimin si era molto affezionato ad Hiro, e anche lui sembrava non negare il piacere della sua presenza.

Così, come tutte le sere, lo portò fuori, ritrovandosi in un viale buio, dove solo le stelle illuminavano il cielo.

Si sentiva libero, grazie al vento, che gli faceva compagnia, cercando di fargli credere che i pesi sul suo petto fossero scomparsi.

Sembrava di essere in pace, e ritornò per un attimo bambino, ricordando la mano calda di sua madre e il suo sorriso, che Jimin amava osservare.

I fiori splendevano alla luce della luna. Jimin poteva sentire il suo delicato profumo, che lo avvolgeva completamente.

Ma tutto fu interrotto dall'abbaiare di Hiro, che era intento ad osservare una direzione.

"Che succede Hiro?" disse Jimin, cercando di capire perché il cane si comportasse in quel modo.

Un ragazzo si trovava seduto sulla scalinata di un palazzo, parlando al telefono e sussurando parole che Jimin non riusciva a comprendere.

Proprio in quel momento il guinzaglio scivolò dalle mani di quest'ultimo, e il cane iniziò a correre verso le scale.

"Aspetta Hiro!!" urlò, cercando di mantenere la calma.

Jimin rimase sorpreso alla vista del ragazzo di fronte a lui. Era Yoongi, che teneva in braccio il cane, per consegnarglielo.

"Tieni, non fare altri errori perché finirai per perderlo." 

Il ragazzo non capiva perché a Hiro piacesse così tanto Yoongi, e nemmeno perché si incontrassero dappertutto.

"Cosa ci fai qui?"

"Abito qui vicino, devo per forza darti spiegazioni?" disse senza guardarlo negli occhi.

"Le ferite ti fanno ancora male?" chiese Jimin cercando di alleviare il silenzio di quel momento.

"Un po,' ma non ci faccio più caso."

"Non mi hai ancora detto come te le sei procurate."

"Perché dovrebbe interessarti? Non ho voglia di raccontarti storielle."

I modi freddi e duri del ragazzo, colpivano Jimin, ma lui non se ne accorgeva.

"Io..io d-devo f-farti u-un'altra  d-domanda...a proposito di quello che è successo l'altra sera."

Yoongi si bloccò all'improvviso: "Era solo per darti una soddisfazione, non significava niente."

Una lacrima cadde dal suo volto. Come aveva potuto credere che per lui significasse qualcosa?

Era stato uno stupido, e in quel momento provò per lui solo odio e imbarazzo.
"B-bene, p-perché v-volevo dirti..la stessa identica cosa."

Jimin prese Hiro, e iniziò a correre verso casa sua. Il suo cuore era stato distrutto per la terza volta.

Adesso trascinava un'altra cicatrice, con le sue lacrime che non smettevano di cessare.

L'aria era più fredda, e sembrava attraversare la sua anima, gelando il suo cuore, molto di più di quanto già non lo fosse

Non sembrava più una serata di pace, ma solo piena di sofferenza, che Jimin avrebbe voluto solo dimenticare.

193 || yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora