Le valigie si trovavano accanto alla porta, non solo piene di indumenti, ma anche di tanti ricordi che Jimin avrebbe portato con sè e mai dimenticato.
Taehyung salutò il suo migliore amico, che da lì a poche ore avrebbe lasciato l'appartamento, senza più dividerlo con lui.
Era difficile abbandonare tutti i momenti che avevano vissuto.
In quel momento, Jungkook entrò in casa, pronto a prendere il posto di Jimin.
I due ragazzi, sembravano voler piangere, a causa degli occhi lucidi e della mancanza che iniziava a farsi sentire.
"Continueremo a vederci, dopotutto, non andrò poi così lontano. Starò bene. Yoongi hyung, saprà come prendersi cura di me."
Il loro abbraccio fu confortante, l'affetto che regnava in quella stanza, non poteva essere paragonabile nemmeno alla più piccola e povera emozione.
"Ti vogliamo bene Jimin." dissero in coro, lasciando un proprio pezzo di cuore, oltre quella porta.
Taehyung gli afferrò il braccio, donandogli una foto e disse: "Ricordati che il mio numero è sempre il primo disponibile, e che non dovrai più esagerare con l'alcool. È arrivata, l'ora di essere felice, Jimin. Il futuro sarà buono con te."
Il ragazzo strinse al petto, la fotografia che rappresentava i loro tre volti felici, pieni di sogni e senza preoccupazioni
Una delle più importanti, che avesse mai scattato.
Una lacrima bagnò la scritta, presente dietro essa:
"Gli amici conoscono la melodia del nostro cuore e la cantano quando ne dimentichiamo le parole."[flashback]
Tae entrò dalla piccola porta dell'abitazione, agitato e confuso.
Il viaggio di lavoro, aveva permesso un ritardo nell'incontrare il suo migliore amico.
Notò Jimin disteso su un letto, e un uomo accanto ad esso.
Cadde per terra, e prese le sue mani, iniziando a piangere.
"J-Jimin, c-cosa è s-successo?"
"Taehyung, sto bene ora. Non devi preoccuparti."
"Avresti dovuto chiamarmi, fare qualcosa, così che io avessi potuto aiutarti già dal primo giorno in cui sei stato cacciato."
"Mi dispiace, non ho potuto. Devo solo ringraziare Alfred se sono ancora vivo."
Il ragazzo si girò verso l'uomo presente nella stanza, che gli stava sorridendo.
Iniziò a ringraziarlo all'infinito, inchinandosi, e cercando di chiedergli favori per ricompensarlo.
"Adesso basta, figliolo. Nella mia vita è entrato Jimin, ed è stato già questo, per me un enorme regalo."
Entrambi rimasero sorpresi, ma sorrisero anche loro, dinanzi alla purezza di quell'uomo.
"Verrà a vivere con me, penserò io a lui, più di quanto lei abbia già fatto in queste settimane."
Alfred gli regalò un abbraccio.
"Prendetevi cura di voi stessi. La mia porta sarà sempre aperta per voi. Questa casa, ormai, è anche vostra."Diede una pacca alla spalla di Jimin, che chiese all'uomo di tenere il suo segreto nascosto.
Quest'ultimo non fece altro che sorridere, e versare una lacrima di affetto verso il ragazzo, che considerava il figlio che non aveva mai avuto.
"Grazie...papà."
[fine flashback]
Il vento muoveva dolcemente i loro capelli, in quelle mattinate, dove la primavera avvolgeva tutti con il suo arrivo.
"Avete scelto una buona giornata per partire ragazzuolo. Sono davvero felice per voi." disse Alfred osservando il cielo, dove gli uccelli volavano liberi, unendosi in pace con sè stessi.
Jimin si girò verso di lui, e lo abbracciò fortemente.
"Mi mancherai molto."Il vecchio si strofinò gli occhi:
"Non farmi piangere, come la prima volta che hai lasciato la mia casa, per spiccare il volto con le tue nuove ali.""Almeno non avere ali quando sei a terra, ti permette di conoscere persone che non avresti mai pensato di incontrare. Poi, diventano così importanti, che non riesci più a farne a meno."
"Hai proprio ragione. Sai, ho ripreso in mano la mia vita, dopo che un ragazzo ti ha lasciato accanto al locale, dopo che sei svenuto."
Jimin rimase perplesso: "C-cosa?"
"Si figliolo, non dovresti ringraziare me, ma la persona che ti ha portato qui e che mi ha permesso di curarti."
Un'immagine apparve sfocata nella sua mente. Adesso ricordava il colore nero, prima che i suoi occhi si chiudessero.
"Tu conosci questo ragazzo?"
Le nuvole lasciarono spazio al sole, che illuminò i loro volti e i loro cuori, ormai, pieni di speranza.
"È mio nipote, la persona di cui tu ti sei innamorato." disse, non avendo paura di guardare la luce con i propri occhi, anche a costo di farsi del male.
Una macchina si presentò davanti al locale, mentre l'aria sembrava essere molto più delicata di quanto già non lo fosse, spostando i loro capelli e trasformando quel momento magico.
Il ragazzo sorrideva, felice, guardando la persona che si nascondeva dietro il finestrino. Indossava una mascherina, nera, come il colore dei suoi occhi che brillava alla luce del sole.
"Scappiamo insieme Park?"
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193 || yoonmin
FanfictionDove la mente di Jimin è ossessionata dalle labbra di un ragazzo dal nome misterioso: 193