Capitolo 9

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Il giorno dopo Jimin venne svegliato dalla voce di Taehyung, mentre apriva le tende della sua camera per far entrare la luce del sole.

"Tae perché mi svegli in questo modo?" disse Jimin strofinandosi gli occhi, ancora accecati dal sonno.

"Non ti ho visto più ieri sera e ti ho cercato dappertutto. E adesso ti ritrovo a dormire, ti sembra il modo di sparire?"

Jimin accese il suo cellulare: 25 chiamate solo dal suo miglior amico.

"Scusami, ho dovuto svolgere un impegno urgentemente."

Avrebbe voluto un altro tipo d'impegno, se solo avesse saputo di pulire una casa disordinata.

"Stare con il tuo ragazzo? Questo è il tuo impegno?"

Conosceva Tae, quando si metteva un pensiero in testa nessuno poteva fargli cambiare idea.

"Pensa quello che vuoi, ma non siamo fidanzati."

"Allora c'è qualcuno?" disse, iniziando a saltellare per la casa, mentre Jimin copriva la sua testa con il cuscino.

"Smettila! Adesso non posso più avere amici, oltre te?"

"Non mi prendere in giro, amicizia non è il modo per definirvi."

Jimin ripensò al momento in cui aveva immaginato cose che non doveva semplicemente immaginare, riuscendo a sentire il rossore sulle sue guance.
                                ~•~

Durante le ore successive, la mente di Jimin era ancora piena di dubbi e domande, a cui lui non poteva dare una risposta.

Si chiedeva perché lo avesse portato in quel piccolo posto, e perché servisse proprio lui per aiutarlo, mentre camminava per alleviare i suoi pensieri.

Si fermò ad un locale per ordinare un caffè, e per abbandonarsi totalmente anche a quella sua amara fragranza, ma la cassiera lo bloccò prima di voltarsi.

Sembrava essere molto più grande di lui, anche se il cappellino dell'uniforme le regalava un aspetto più giovanile.

"Scusami, un ragazzo mi ha chiesto di darle questo, dopo l'ordinazione del suo caffè."

Jimin sobbalzò a quella frase, e prese il piccolo bigliettino sorpreso da quello che era stato scritto.

"caffè americano liscio vero?"

Un numero di telefono era presente a destra del biglietto, firmato 193.

Se lo mise in tasca, e altre domande presero posto nella sua testa. Era impossibile che conoscesse anche il suo caffè preferito.

Uscì dal locale, sperando di vederlo seduto a bere un tipo di caffè o a fumare la sua sigaretta.

Ma non c'era, così Jimin iniziò a sbuffare, ma allo stesso tempo a sorridere riguardando il biglietto.

193 || yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora