Jimin si svegliò, non avendo nessuna forza di alzarsi, dopo che i pensieri lo avevano tormentato per l'intera notte.
Prese il telefono, sperando di leggere un messaggio da parte del ragazzo che risiedeva nel suo cuore e nella sua mente.
Ma poteva vedere solo il nome di Alfred, tra le barre delle notifiche.
Alfred:
"Jimin, ho qualcosa di davvero importante per te. Vieni quando vuoi, ti aspetteranno."La curiosità prevalse sulle sue emozioni. Così, si lavò e vestì velocemente, prima di correre dalla persona che considerava quasi un secondo padre.
Si comportava in modo formale con lui, solo perché non voleva che la gente conoscesse la sua storia.
Ma, la nuova vita che gli aveva regalato, andava oltre delle semplici parole.
Jimin entrò con il fiatone e con l'ansia a fior di pelle, nello scoprire ciò che lo stava aspettando.
"Ehi, guarda cosa ho ricevuto dopo tanto tempo." disse Alfred con gli occhi lucidi, sembrando più emozionato lui che il ragazzo incredulo del tutto.
Jimin rimase a bocca aperta, alla vista delle lettere più importanti della sua vita, che lo avevano fatto sorridere, durante i periodi più brutti di essa.
"Oddio Alfred! Com'è possibile?" disse con le lacrime agli occhi, rivivendo tutti i ricordi della sua adolescenza.
[flashback]
"Jimin, vuoi che oggi ti prepari il pranzo?"
"No mamma, ho già fatto tutto io. Grazie lo stesso" disse il ragazzino preparandosi per la scuola, e uscendo velocemente a causa del ritardo.
Voleva davvero bene a sua madre, anche se la crescita lo stava facendo allontanare da lei troppo velocemente.
Da bambino amava buttarsi tra le sue braccia, e percepire il calore e l'amore che solo un sorriso gli donava.
La situazione era cambiata da allora, parlavano davvero poco, e le loro argomentazioni omofobe lo facevano davvero infastidire.
Non era solo sua madre, ma anche suo padre che si dimostrava davvero severo su determinati discorsi.
Jimin aveva capito di non essere etero, e non l'aveva mai detto a nessuno per la preoccupazione di non essere accettato.
Si portava dietro il peso enorme di doversi sentire diverso, e non adatto a questa società, quando era semplicemente una persona come tutte le altre.
"Oh. Merda!" disse, mentre l'autobus era già partito, insieme a tutti i suoi pensieri.
La musica risuonava nelle sue orecchie, mentre cercava di correre in più fretta possibile verso la scuola.
Arrivato, si diresse al suo armadietto, per prendere i libri necessari che servivano all'orario prestabilito per la prima lezione.
Una volta aperto, cadde un piccolo foglio di carta, facendo rimanere Jimin completamente sorpreso.
Gli era capitato di ritrovarsi dichiarazioni da parte di ragazze, essendo il più popolare del suo anno, ma erano sempre e solo tutte uguali.
Era facile capire se fosse stata una ragazza, anche se non puoi esserne sicuro del tutto.
Ma quella piccola lettera, sembrava diversa da tutte quelle che aveva ricevuto.
"E adesso, starai leggendo un altro inutile pezzo di carta, forse, domandandoti cosa ti renda speciale, da avere tante persone ai tuoi piedi.
Ma sai, è proprio questo che rende importante un inutile pezzo di carta, i tuoi occhi innocenti concentrati su di esso. Non ci hai mai fatto caso?"Era vero, non si guardava mai allo specchio, e quando lo faceva, non riusciva ad essere totalmente sicuro di sé stesso, ma trovava sempre un difetto.
Si guardò intorno, notando il ragazzo di cui aveva una cotta, ma con cui non aveva mai parlato.
Kwang, continuava a rubare il cuore di Jimin svariate volte.
L'agitazione prevalse sul suo corpo. E se fosse stato lui ad aver scritto quella lettera?
Entrò in classe, sorridendo al solo pensiero di quelle parole.
[fine flashback]
STAI LEGGENDO
193 || yoonmin
FanfictionDove la mente di Jimin è ossessionata dalle labbra di un ragazzo dal nome misterioso: 193