Mi sono divertito un mondo. Vederla correre e cercare di tenere il mio passo è stata la cosa più divertente che ho fatto nell'ultima settimana. Sono già cinque giorni che è sotto il mio tetto e non c'è stato un singolo in giorno in cui non abbia combinato qualche guaio. Devo ammettere che è divertente vederla interagire con le persone che risiedono nella mia casa. La maggior parte di loro non parla nemmeno inglese ed è buffo vederli esprimersi con i gesti.
Stamattina, come da abitudine, siamo andati a correre e credo di averla sentita imprecare almeno una decina di volte. Anche se lei non se ne accorge, sta prendendo il giusto ritmo.
Quando le ho fatto fare la telefonata, ero in dubbio se fidarmi o meno. Non conoscendo la lingua italiana, avrebbe potuto facilmente chiedere aiuto a mettermi in una posizione difficile dal momento che sapeva il mio nome, ma c'è stato qualcosa che mi ha detto di fidarmi. Ho fatto bene a farlo. Proprio tra le mie mani ho l'intera conversazione che ha avuto con sua madre. La carogna che è in me mi ha fatto registrare la telefonata e l'ho fatta tradurre in modo tale da conoscerne il contenuto. Luna è stata brava; non ha detto nulla che potesse compromettermi o farmi arrabbiare. Per questo le darò un altro premio.
I miei pensieri vengono interrotti dalla porta del mio studio che si apre.
«Suo padre è qui, signore.» Lawan è sempre agitato quando lo vede e posso anche capirne il motivo. Mio padre non brilla certo per cordialità e simpatia.
«Hai chiesto il motivo della sua visita?» Gli chiedo, ma lo sguardo impaurito che leggo nei suoi occhi, mi fa intuire la risposta ovvia.
Mi alzo e decido di andargli incontro. Cammino con passi lenti e sicuri tra i corridoi del mio casinò completamente vuoto durante la mattina. Di giorno utilizzo questo posto come ufficio: incontro i miei soci in affari e occasionalmente qualcuno ci rimette la pelle. Di notte questo luogo si anima di vita, di lussuria; si respira l'odore dei soldi, del potere e di brama.
«Non ricordavo che avessimo un appuntamento.» Dico continuando a camminare incrociando lo sguardo di mio padre. Indossa un completo estremamente elegante, come suo solito del resto, ed è scortato dalle sue tre fedeli guardie del corpo.
«Ho forse bisogno di un invito per venire a trovare mio figlio al lavoro?» Gli sorriderei volentieri se ipotizzassi anche solo lontanamente che la sua frase possa essere vera.
«Certo che no. Vieni, andiamo nel mio studio.»
Mio padre è stato qui raramente. Concedermi il controllo di questa zona deve essere stata una cosa da nulla per lui, ma non posso dire lo stesso per me. Sono cresciuto con mia madre fino ai miei quindici anni; poi lei è morta e mio padre ha deciso di prendersi cura di me. Ha sempre saputo che fossi, ma farsi vedere con un figlio bastardo non era di certo tra i suoi piani. Ho sempre sospettato che la mia matrigna abbia tentato di ammazzarmi almeno un paio di volte, per non parlare poi delle angherie che ho dovuto sopportare da parte di mio fratello. Torn non ha mai accettato il mio arrivo e credo che non lo farà mai perché in cuor suo si rende conto delle differenze tra di noi. Torn, in quanto figlio maggiore e futuro erede della mafia thailandese, possiede tutto ciò che ha solo ed esclusivamente per diritto di nascita; io d'altro canto mi sono dovuto guadagnare con il sangue e il sudore quel poco che sono riuscito ad ottenere. Conto poco o nulla nelle decisioni di famiglia; sono per così dire l'ultima ruota del carro. La famiglia di mio padre è abbastanza numerosa. Lui ha due fratelli e una sorella. Hanno tutti più di un figlio a testa e come si può ben immaginare sono il più odiato di tutti. La mia presenza in famiglia è tollerata per una sua ragione: se tutti loro hanno ciò che hanno lo devono solo ed esclusivamente a me. Sono io che mi occupo delle faccende più "ostiche" e sono sempre io ad occuparmi del lavoro sporco. Sono quello che fa circolare i soldi grazie al mio casinò e nel corso degli anni ho stretto parecchie amicizie strategiche. Sfortunatamente per loro e fortunatamente per me, non possono sfiorarmi nemmeno con un dito altrimenti tutto il loro castello di carta cadrebbe con un semplice soffio di vento.
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Fino all'ultimo battito
ChickLitLuna ha finalmente raggiunto il suo traguardo; è diventata una delle migliori mediatrici della sua compagnia e i successi stanno cominciando ad arrivare dopo tanti anni di sacrifici e privazioni. Ora che c'è di mezzo un grosso affare, dovrà volare...