8 - Vegas

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È stato uno spasso vederla entrare in azione. Il soprannome che le hanno dato, le si addice in pieno. Certo, mi ha fatto spendere cento milioni per un dannato vaso... spero per lei che valga davvero quei soldi.

Non attendo che finisca l'asta e mi alzo portando con me Luna.

«Dove stiamo andando?» Mi chiede afferrando la borsetta e seguendomi senza fare storie.

«Non ho voglia di assistere a tutte le presentazioni e poi... c'è qualcuno che ha una smisurata voglia di incontrarci.»

Kozlov ha tenuto gli occhi puntati su di noi per tutto il resto della serata. Voleva quel vaso ed era disposto a pagare una bella cifra per averlo. Sono certo che sarebbe stato in grado di accaparrarselo se la Bratva non si trovasse in condizioni pietose.
Quando arriviamo all'ingresso, uno degli organizzatori dell'evento mi saluta con riverenza.
«Signor Romsaiton, siamo rimasti veramente colpiti dalla sua generosa offerta.»
«Dovrebbe ringraziare la signorina Vinci, non me. Per quanto mi riguarda non avrei mai speso una cifra tale per un vaso da notte.»

«Non è un vaso da notte!» Luna è subito pronta a controbattere a ciò che dico.

«Sì, quello che è. Resta pur sempre un vaso.»

«Non è un semplice vaso!» Dice Luna puntandomi contro l'indice e assumendo una posizione e una postura da professoressa universitaria. «Questo vaso è stato un dono per la regina...»

Non le do il tempo di finire la frase.

«Luna... non mi interessa se è stato regalato a Dio.» Torno a guardare l'organizzatore.

«Siamo qui per osservarlo meglio e per ritirarlo.»

«Ma certo. Prego, seguitemi.» L'uomo ci fa strada per un corridoio piantonato da parecchi uomini della sicurezza e quando finalmente arriviamo in quello che deve essere il deposito, troviamo immediatamente il vaso, ben chiuso dentro la teca di vetro, al centro della sala.

«Vi lascio del tempo per ammirare il vostro nuovo acquisto. Per qualunque cosa mi troverete all'ingresso.»

«Grazie.» Dico avvicinandomi per osservare meglio i miei cento milioni volati via.
Osservo per bene ciò che nella mia casa diventerà ben presto una reliquia sacrosanta.
«Probabilmente non mi intendo di arte, ma mi spieghi come fa un oggetto del genere a valere così tanti soldi?»

Luna si avvicina verso di me e si piega leggermente per osservare i dettagli del vaso. «Non mi stupisce che un individuo come te non comprenda la bellezza di un oggetto tanto raro.»

«Resta pur sempre un vaso.»

«Solo chi apprezza l'arte può comprenderne il valore. A quanto pare tu non sei tra questi.»

«Ma io sì.»

Quando sento la sua voce le mie labbra si increspano verso l'alto in automatico. Sapevo che sarebbe venuto; era solo una questione di tempo o in questo caso di minuti.
Luna si volta di scatto e quando si rende conto da chi proviene la voce, si avvicina verso di me.

«Mi domandavo quando saresti apparso, Kozlov.»

«Non avrei mai pensato che il figlio bastardo di Romsaiton potesse essere interessato ad un'opera tanto sopraffina.»

«E io non avrei mai pensato che un uomo del tuo calibro violasse le regole territoriali in questo modo.»

«Non ho violato proprio nulla.»

«Su questo siamo in disaccordo. Credi che se riportarsi la faccenda al Tavolo, gli altri la penserebbero come te?»

Ci fissiamo per dei secondi interminabili. Questa è una grande occasione per me. Mio padre vuole allearsi con la fazione italiana e quale miglior regalo potrei offrire alla mia famiglia se non portare la testa di quello che a quanto pare sarà il nostro rivale?»
«Sono nel tuo bel paese solo per apprezzare l'arte. Non ho secondi fini e non sono venuto armato. Al contrario di te...» Adesso sposta lo sguardo su Luna. «Vedo che ti sei attrezzato per bene.»

Fino all'ultimo battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora