20 - Alyssa

143 12 2
                                    

Continuo a rigirarmi il telefono tra le mani. Sono seduta sulla poltrona della casa di Vegas e ancora non mi sono ambientata alla situazione. Stavamo vivendo una vita felice in America. Avevamo tutto ciò che potevamo mai sognare: una bella casa, un lavoro normale e una vita quasi perfetta. Hiroto aveva sacrificato tutto per me; aveva detto addio alla Yakuza. Aveva fatto tutto questo per me e quando finalmente pensavamo di aver superato tutto, loro ci hanno trovati. Non mi sono mai illusa; sapevo che mio fratello ci avrebbe dato la caccia, così come il resto del Tavolo, ma non credevo che ci avrebbero trovati così presto. Documenti, telefoni, passaporti... avevamo cambiato tutto.

«Perché quella faccia corrucciata?» Hiroto mi accarezza le spalle da dietro. Lui è sempre pronto ad ogni evenienza e stare qui nascosti, lo sta mandando al manicomio. Non lo dà a vedere, ma è così.

«Credi che ce la faranno?» Gli chiedo sistemandomi meglio.

«Vegas non ama le sconfitte ed è in gamba.»

Quello non l'ho mai messo in dubbio. Ho visto Vegas Romsaiton in azione e credo possa avere pochi rivali nella vita. È un uomo scaltro, sempre un passo avanti agli altri. È ambizioso e, come tutti i mafiosi, troppo sicuro di sé.

«Diciamo che sono più preoccupato per la ragazza.» La sua affermazione mi mette sull'attento.

«Perché?»

«Beh, l'hai vista. È un pulcino inseguito da una volpe.» Hiroto si lascia cadere sul divano vicino la mia poltrona.

Gli sorrido. «Credo che Luna sia molto più di questo. Ci stupirà. Tanto per cominciare non deve essere facile stare tutto il tempo vicino ad un tipo come Vegas e poi... vista la sua storia, se non è uscita fuori di testa finora, non credo lo farà più.»

Hiroto sogghigna.

«Perché quel sorrisetto?» Gli chiedo. Forse sa qualcosa che io non so?

«Vedrai se non la farà uscire fuori di testa.»

«Tu sai qualcosa! Dimmelo!»

Hiroto si sdraia sul divano. «Solo se vieni qui a darmi un bacio.»

«Oh ma farò molto più di questo...» Mi alzo in piedi sulla poltrona e carico il mio bel mafioso dagli occhi a mandorla con tutto il corpo.

Hiroto sgrana gli occhi, non prevedendo la mia reazione. Io gli sorrido e gli salto addosso come se fossi una lottatrice di wrestling. Istintivamente si chiude a riccio alzando le gambe, ma un attimo prima di atterrare definitivamente su di lui, le riapre afferrandomi come se fossi un sacco. Inizia a farmi il solletico e io ricambio mordendogli il braccio.

«Piccola selvaggia!»

Continuiamo così per un po', fino a quando non ci stanchiamo entrambi. Alla fine mi accascio su di lui e mi rilasso.

«Che intendevi dire prima?»

«Su Vegas e Luna?»

Annuisco.

«Non conosco Vegas così a fondo come persona, ma conosco i tipi come lui. Lo ero anch'io. Pensa di poter avere tutto ciò che vuole e legarsi a qualcuno è l'ultimo dei suoi desideri, ma...»

Ma perché mi deve lasciare in suspense? «Ma?»

«Ma è attratto da Luna. Lei gli piace.»

Sospiro. In realtà avevo notato degli atteggiamenti diversi nei suoi confronti, ma speravo fosse solo una mia immaginazione.

«Perché fai così?»

Alzo leggermente la testa e con la mano inizio a disegnare il contorno delle sue labbra. «Sono preoccupata per lei.»

«Lui non le farà del male, se è questo ciò che ti preoccupa.»

«E come puoi dirlo? L'hai detto tu stesso, non lo conosci così a fondo.»

«Aly... si è preso cura di tuo fratello Vito a sue spese. Nonostante fosse passato tantissimo tempo, ha continuato a mantenere la sua promessa nei nostri confronti. L'ha nascosto al mondo intero, anche alla sua stessa famiglia e poi guarda cosa sta facendo per noi.»

Rifletto sulle sue parole e anche se so che Hiroto ha perfettamente ragione, provo sempre un po' di timore.

«Gli dobbiamo tanto, è vero. Però non riesco a fare a meno di essere preoccupata per Luna. Insomma, l'hai vista! Non è come noi; non appartiene a questo mondo.»

Hiroto si alza portandomi su con lui. Porta le mie gambe dietro la sua schiena in modo tale da essere quasi abbracciati.

«Sai, non ne sono poi tanto sicuro. Le ho parlato e, sapendo che saresti stata preoccupata per lei, ho fatto qualche ricerca sul suo conto. O meglio... ho minacciato l'assistente di Vegas affinché me lo dicesse, ma questi sono dettagli inutili.»

«Hiroto...»

«Che c'è? Non voleva darmi le informazioni!»

«Che cosa gli hai fatto?» Chiedo con un tono di voce da maestra che sgrida un suo alunno per aver combinato qualche marachella.

«Nulla di ciò che la tua mente fantasiosa sta pensando. L'ho semplicemente minacciato che se non mi avesse dato le informazione che volevo, gli avrei strappato le unghie una ad una e poi gliele avrei fatte mangiare.»

«Ah... Tutto qui?» Gli chiedo facendo la sarcastica.

«Hai visto? Sono migliorato.»

Alzo gli occhi al cielo. «E quindi? Cosa hai scoperto?»

«Sei curiosa vedo... Beh la signorina Vinci sembra essere una vera macchina da guerra. Italiana di nascita, si trasferisce da adulta in America dove inizia a lavorare per una grossa società di import-export. È specializzata in trattative e da quello che quell'assistente mingherlino mi ha riferito, Luna Vinci è un osso duro. È stata in grado di sbrogliare situazioni critiche in pochi giorni.»

«Quindi mi stai dicendo che può tenere testa a Vegas.»

Hiroto annuisce soddisfatto.

«Quindi...»

TOC, TOC

Qualcuno bussa alla porta. Hiroto mi sposta delicatamente ma con una velocità pazzesca e si va a posizionare vicino lo spioncino. Io mi nascondo immediatamente dietro una delle tende oscuranti del salone.

TOC, TOC, TOC

Aspettiamo ancora.

TOC, TOC, TOC, TOC

È lui. Hiroto apre la porta sapendo che la combinazione è quella della guardia del corpo di Vegas. Dopo aver aperto la porta, l'uomo entra. Mi sembra si chiami Nukea o qualcosa del genere.

«Dobbiamo sbrigarci.»

Hiroto si mette all'opera. Prende un paio d'armi nascoste sotto il divano e poi ne prende altre due ben ancorate sotto il tavolino. Mi lancia una pistola e un coltello seghettato.

«Sanno che siamo qui?» Chiede Hiroto alla guardia.

Il ragazzo annuisce. «Non ho idea di come abbiano fatto a scoprirlo, ma non sono lontani. Ho l'ordine di portarvi al sicuro. Dobbiamo sbrigarci.»

Proprio in quel momento arriva Black. Si vede che è spaventato e ha gli occhi ludici. «Mi la...lasciate qui?»

Sposto lo sguardo su Hiroto.

«Non possiamo, Alyssa.» Mi dice intuendo i miei pensieri.

«Come facciamo a lasciarlo qui? Gli faranno del male!»

La guardia del corpo si intromette. «È possibile, ma qui sarebbe vivo. Se lo portiamo con noi, non posso garantire la sua sicurezza. Gli uomini del signor Romsaiton sono armati e intenzionati ad usare il loro arsenale.»

Black si aggrappa alla mia maglietta. «Non mi la...lasciate. V...voglio ve...venire con v...voi.» I miei occhi ludici finiscono in quelli di Hiroto.


Fino all'ultimo battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora