22 - Vegas

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Quando entro nella cabina di pilotaggio vedo due delle mie guardie controllare accuratamente una mappa.

«Che succede?» Domando osservando le loro facce preoccupate.

«Abbiamo un grosso problema, Khun Vegas. Uno dei motori è andato in avaria e siamo a corto di carburante.»

Hiroto entra nell'esatto momento in cui la mia guardia parla.

«Non ci sono luoghi dove poter atterrare qui vicino. Stiamo sorvolando un monte disabitato.»

Merda. Guardo il mio amico giapponese e, da bravo uomo d'azione qual è, intuisce immediatamente i miei pensieri. «Tu sei matto, Vegas. Lasciatelo dire. Se moriamo, ti vengo a cercare all'inferno. Sappilo!»

Scanso Hiroto e torno dagli altri. Luna non si è ancora resa conto di nulla tanto è concentrata sui suoi file. «Beh, signori e signore... credo sia giunta l'ora di movimentare questo viaggio.»

«Che succede?» Domanda Alyssa alzandosi dalla sua poltrona e questo attira finalmente l'attenzione di Luna.

«Sembra che l'atterraggio sarà più turbolento del previsto.» E proprio come un effetto cinematografico, non appena finisco la mia frase, il motore di sinistra esplode. Il volo dell'aereo comincia ad essere dannatamente instabile ed è proprio in quel momento che si genera il panico.

Black comincia ad urlare e a toccarsi le orecchie in maniera spasmodica. Lui non dovrebbe essere qui, ma lasciarlo nelle mani di mio zio, significava lasciarlo indifeso. Luna accorre da lui e cerca di bloccargli le mani. Gli sussurra parole dolci, ma il panico ha ormai pervaso il suo corpo.

«Non è successo nulla, stai tranquillo!» Questa volta le gentili parole del mio mastino non potranno fare nulla. Quando Black è in questo stato ci vuole parecchio tempo prima che si calmi e vista l'attuale situazione, sarà difficile per lui trovare un momento di tranquillità.

«Allacciate tutte le cinture di sicurezza! Sarà un atterraggio difficile.» I miei uomini non perdono tempo e obbediscono al mio ordine senza pensarci troppo. Hiroto e Alyssa fanno altrettanto. Io mi precipito da Luna e Black e mi accovaccio su di lui.

«Ascoltami campione, va tutto bene. Ti ricordi il videogioco GTA? Ecco, Jom sta giocando esattamente a quello, solo che al posto della macchina c'è l'aereo.» Black continua a piangere e a toccarsi le orecchie. «Shh...» Lo abbraccio e lo stringo forte. «Va tutto bene, ci sono io con te.» Lo prendo in braccio e dal momento che il suo corpo è estremamente teso, pesa molto più del previsto. Anche se la sua mente è quella di un bambino di dieci anni, il suo corpo non lo è. Pesa esattamente quanto dovrebbe pesare un adolescente in piena crescita. Lo metto di forza nella poltrona e gli allaccio la cintura di sicurezza.

Luna si avvicina noi e si siede accanto a mio cugino. «Ce la faremo?» I suoi occhi attendono una mia risposta positiva, ma la situazione è abbastanza critica e anche se cerco di non darlo a vedere, sono abbastanza preoccupato.

«Certo. Adesso allacciati la cintura.» Stavolta esegue i miei ordini alla lettera e senza nemmeno controbattere. Serviva una situazione del genere per farglielo fare senza storie.

Torno in cabina e vedo Jom cercare disperatamente di tenere dritto il jet. «Qual è la situazione? Dimmi che ce la faremo.»

Dalla sua fronte vedo scendere delle goccioline di sudore. «Si sieda, signore. La prego. Cercherò di far atterrare l'aereo in quella piccola duna. È l'unico posto dove possiamo sperare di atterrare senza schiantarci. Ci sono troppe montagne e non c'è nessun punto di atterraggio.»

«Probabilità di uscirne vivi?» Gli chiedo sedendomi sulla sedia destinata all'hostess e allacciandomi la cintura.

«Abbiamo visto di peggio, signore.»

Fino all'ultimo battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora