Questo pranzo si sta rivelando più noioso e terrificante di quanto potessi mai immaginare. I miei zii non fanno altro che leccare i piedi di mio padre; i miei cugini si limitano a fare altrettanto e quelli che sono troppo annoiati per sbavare su mio padre, sono impegnata a lanciarmi occhiate d'odio e di ribrezzo. Non mi sopportano, non che io voglia al contrario, ma mi dà fastidio essere trattato come una nullità. Sono il bastardo della famiglia; quello che non c'entra niente qui dentro.
«Allora, cugino... So che i tuoi affari vanno molto bene.» Sinceramente non lo guardo nemmeno in faccia. Dalla sua bocca escono solo cattiverie gratuite. Per dirlo io...
«Sicuramente meglio dei tuoi, cugino.»
«Oh, oh, qualcuno sembra di cattivo umore oggi. Forse la puttana che ti sei messo in casa non ti ha soddisfatto per bene? Posso darti il numero di qualche mia conoscenza, se sei interessato.»
Come previsto, sanno già dell'arrivo di Luna e questo dà adito ancora di più ai miei sospetti: c'è qualcuno che mi controlla in casa e se dovessi puntare il dito contro qualcuno, lo punterei verso mio fratello.
«Allora è vero che ti sei messo una donna in casa.» Nella conversazione subentra un altro mio cugino. Sono talmente tanti che a volte dimentico persino io i nomi.
«Portala qui, faccela vedere.»
Se pensano che lascerò Luna tra le loro mani, si sbagliano di grosso...
«Credo che questo non sia possibile. È sobbarcata di lavoro e di certo non ha tempo da perdere con voi.»
«Le cose sono due: o vuoi tenertela tutta per te, oppure è un cesso.»
Prendo la coppa di vino rosso e la bevo molto lentamente. Non ho nessuna intenzione di cadere nelle loro trappole. Stanno cercando di stuzzicarmi, ma non cederò alle loro provocazioni.
«Cambiando argomento... Sai per caso dov'è mio cugino?» Ed ecco che finalmente quello stronzo di Gulp si mette in mezzo. Lui è il figlio maggiore del primo fratello di mio padre. Odia me, ma soprattutto mio fratello e mio padre. Il potere dell'organizzazione spetta a mio padre in quanto figlio maggiore maschio e di conseguenza, salvo morti impreviste, il potere passerà a mio fratello Torn.
Gulp odia essere nato nella seconda famiglia perché sa bene che non salirà mai al potere a meno di non sterminare la famiglia di suo zio. Tutta la sua rabbia repressa la sfoga su suo fratello minore. Black ha solo diciassette anni ed è nato con una forma di autismo che non gli consente di essere indipendente.
All'apparenza può sembrare un ragazzo normale, ma basta un minimo rumore, un cambio di voce o la vista di qualcosa che possa spaventarlo per farlo scattare. Mio zio non lo considera nemmeno suo figlio; si vergogna di lui e in quelle poche volte che li ho visti insieme, Black era sempre ricoperto di ferite, ematomi ed escoriazioni.
Mio zio e i suoi figli non abitano molto lontano da noi e spesso e volentieri Black veniva a cercare rifugio da me. Non so se lo facesse per una ragione particolare, ma ogni volta che cominciava una delle sue crisi, veniva cercare aiuto da me. Ho un pessimo carattere, una reputazione terribile e un'empatia che è pari allo zero... Eppure, questo ragazzino ha catturato il mio cuore. Mi occupo di lui da quasi sette anni e so per certo che in questo momento si sta nascondendo da qualche parte per evitare di incontrare suo padre o suo fratello. La madre di Black non è migliore di suo marito o di suo figlio.
«Sono qui a tavola con te; come faccio a sapere dove si trova?»
«So bene che quello sgorbio si nasconde sempre a casa tua.»
«Non chiamarlo così. È tuo fratello.»
«Esattamente. Ricordati che è MIO fratello, non il tuo.»
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Fino all'ultimo battito
ChickLitLuna ha finalmente raggiunto il suo traguardo; è diventata una delle migliori mediatrici della sua compagnia e i successi stanno cominciando ad arrivare dopo tanti anni di sacrifici e privazioni. Ora che c'è di mezzo un grosso affare, dovrà volare...