5 - Luna

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Vegas è strano, poco ma sicuro. Non riesco ad inquadrarlo del tutto. Ci sono dei momenti in cui mi fa veramente paura. In più di qualche occasione, ho percepito dei brividi lungo la schiena e una sensazione di freddo così intenso da togliermi il fiato. Temo che i giorni che passerò con lui saranno carichi di tensione.

Ho spento la sveglia alle cinque perché il signorino deve svegliarsi presto per andare a correre. Roba da matti! Dopo aver silenziato il suono infernale, mi alzo o per meglio dire mi trascino giù dal letto e vado in cucina. Il bastardo vuole la colazione a letto e se voglio che la mia testa rimanga attaccata al collo, dovrò obbedire ai suoi ordini. Apro ogni cassetto e anta che trovo e le uniche cose che riesco a racimolare sono del latte a lunga conservazione e dei cereali che a giudicare dall'aspetto sembrano scaduti.

Beh, dovrà farsi andare bene questo dal momento che non c'è nient'altro. Apparecchio la tavola e poi mi avvio nuovamente verso la sua stanza.

Quando apro la porta, cerco di entrare silenziosamente per evitare di svegliarlo di soprassalto perché sinceramente non vorrei che la lama che nasconde sotto il letto entri in contatto con la mia pelle candida. So per certo che tiene nascoste delle armi qui dentro.

Mi avvicino al suo letto e allungo una mano per toccargli la spalla.

«Vegas. Svegliati, la colazione è pronta.»

Si gira molto lentamente ma le sue pupille perfettamente lucide e lo sguardo ben si fissano su di me, mi fanno capire che era già sveglio prima che io entrassi.

«Servimela a letto.»

Da quando in qua sono diventata una serva? Mi domando tra me.

«Non fai prima ad alzarti?» Gli chiedo con voce sarcastica.

«Sono le sei di mattina, non ho chiuso occhio e sono di cattivo umore. Vuoi realmente metterti a discutere con me?»

Ok, il suo tono è decisamente minaccioso. Non voglio andarci di mezzo io se si alza con la luna storta.

Torno in cucina e metto la tazza di latte con i cereali su un vassoio per poi tornare velocemente nella sua stanza.

«Ecco la tua colazione!» Poggio il vassoio sul comodino.

Vegas passa lo sguardo dalla colazione a me in continuazione.

«Che diavolo è questa roba?»

«Latte con cereali, non lo vedi?»

Adesso il suo sguardo minaccioso si fissa nei miei occhi.

«Credi che con questa misera colazione io possa avere le energie per affrontare la giornata?»

«Non ho capito se è una domanda o un'affermazione...»

Si sistema sul letto e il suo sguardo improvvisamente cambia. Da minaccioso assume un tono di sfida adesso. Si leva la coperta di dosso e si sistema portando le braccia dietro la testa.

«Imboccami.»

«Come prego?»

«Non farmelo ripetere...»

Che cos'è che non va questo tizio qui? Mi avvicino al comodino e prendo la tazza di latte con i cereali; li unisco e poi ne prendo una cucchiaiata.

«Con la bocca, Luna.»

Il cucchiaio mi cade dalle mani.

«C...come?»

Vegas mi afferra per un braccio e mi porta giù nel letto con sé.

«Cos'è che non ti è chiaro?»

«Perché mi fai questo?» La mia voce è esasperata.

«Non ti sto facendo proprio nulla. Non ancora almeno.»

Fino all'ultimo battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora