11 - Luna

214 23 20
                                    

Vegas è stato semplicemente eccezionale. Devo ammettere che quando la riunione è cominciata non sapevo dove guardare; quegli uomini incutevano timore e davano l'aria di essere estremamente pericolosi.

La riunione si è svolta interamente in inglese e proprio per questo ho potuto capire ogni singolo discorso che hanno fatto. Non avevo idea che esistesse un lato oscuro di questo mondo fatto di brutte cose. So chi e che cosa è la mafia e cosa fa, ma non avrei mai immaginato che esistesse un'organizzazione che le riunisse tutte.

L'uomo che rappresenta l'Italia è molto giovane e sembra avere ancora molta strada da fare prima di poter essere al pari dei suoi colleghi e da quello che ho capito, Vegas ha intenzione di stringere un'alleanza con lui e sono certa che userà me per farlo punto. Sono italiana e sicuramente penserà che io e quel giovane possiamo entrare in sintonia per il semplice fatto di provenire dallo stesso paese.

È notte fonda e stiamo camminando lungo le sponde del Tevere.

«Ho sempre evitato di venire a fare una passeggiata vicino al fiume perché l'odore e la vista dell'acqua così putrida non mi hanno mai entusiasmata più di tanto, ma devo ammettere che è bello assaporare l'aria di casa e lo è ancora di più camminare per le strade della mia bella città.»

«Roma è senza dubbio una città eterna, ma ci sono anche tante altre bellezze al di fuori di essa.» Vegas continua a camminare per la sua strada mentre mi dice questo.

«Lo so; ogni città ha il suo fascino, ma concorderai con me che nulla è meglio della propria casa.»

Improvvisamente Vegas si ferma e per poco non gli vado addosso. «Non hai idea di quanto la tua affermazione sia sbagliata.»

Vorrei chiedergli spiegazioni sulla sua affermazione alquanto triste, ma non mi dà il tempo di dire nulla perché si mette nuovamente in marcia e questa volta aumenta il suo passo rendendomi difficoltoso stargli dietro.

Quando finalmente arriviamo alla macchina la troviamo senza autista. Intuendo la mia perplessità, anticipa la risposta alla mia domanda.

«C'è un posto dove voglio andare prima di tornare in albergo.»

Lo guardo con curiosità mista a disapprovazione. Sono così stanca che l'unica cosa che vorrei vedere in questo momento è il cuscino. Faccio il giro dell'auto e vado a sedermi sul lato passeggero, mentre Vegas si posiziona alla guida. Guida con una certa rapidità e fluidità, come se conoscesse bene la città.

«Posso sapere dove stiamo andando? Sono stanca e vorrei riposare.»

«La notte è giovane, mia cara Luna. A quest'ora dovresti essere per le strade a divertirti, non a dormire.»

Non gli rispondo nemmeno; non sono mai stata una persona da festa. Già dopo la unidici di sera i miei occhi cominciano a chiudersi per la stanchezza e il mio corpo inizia a muoversi per forza di inerzia. Il viaggio in macchina dura una mezz'ora abbondante e quando finalmente arriviamo a destinazione, mi rendo conto di essere arrivata vicino al mare. L'aria ricca di salsedine mi inebria il naso e mi fa rilassare immediatamente.

«Perché siamo qui?»

«Lo scoprirai... andiamo.»

Iniziamo a camminare e più ci avviciniamo alla spiaggia, più sento il rumore assordante della musica provenire da essa. «Stiamo andando forse ad una festa?»

«Non esattamente.»

Una volta giunti a destinazione, riesco ad intravedere l'enorme falò che i ragazzi stanno facendo in spiaggia non distante dalla riva del mare leggermente agitato. Vegas si dirige con disinvoltura verso un gruppo di uomini seduti su dei divanetti circolari, proprio vicino al bancone del bar.

Fino all'ultimo battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora