18 - Vegas

183 18 4
                                    

Ciao readers! Come state? Buona festa dell'Immacolata (in ritardo🤭) a tutti quanti.

--------------------------------------------------------------------------------------------

Quando Davide Russo sale sul palco per parlare ai suoi ospiti, so già che tenterà di entrare nelle loro grazie. Il suo potere sta scemando sempre di più e se non si decide a cambiare il ritmo di gioco, soccomberà.

Non appena finisce il suo discorso, una delle tante cameriere mi chiama per dirmi che alcuni uomini mi stanno cercando. Non appena volgo lo sguardo alla ricerca dei miei interlocutori, mi rendo conto che si tratta del colombiano e del messicano. Non ho idea di cosa vogliano da me, ma non posso lasciarmi sfuggire l'occasione. Mi scambio uno sguardo d'intesa con Luna e mi allontano da lei lasciandola con un calice di champagne in mano. Anche se sono distante da lei, i miei occhi cadono sempre sulla sua figura perfettamente longilinea in quell'abito che le sta da Dio.

«Signor Romsaiton.» Il colombiano allunga una mano per stringere la mia e io ricambio immediatamente il suo saluto. «Non sono affatto sorpreso di vederla qui.»

«Avrei dovuto essere da qualche altra parte?»

«Assolutamente no. Il nostro amico Davide Russo si sta circondando di sempre più gente e sono certo che anche lei e il suo paese possiate contribuire ai nostri piani.»

Il tono che usa mi irrita oltremodo. «Sta forse dicendo che il mio paese conta poco più di nulla?»

«Oh, suvvia...» Adesso è il messicano ad intervenire. «Qui dentro siamo tutti amici, ma sappiamo che esiste una gerarchia e non è stata fatta a caso. Il suo paese ha grandi risorse ma non è gestito in maniera adeguata.»

Vorrei tanto controbattere, ma in automatico mi si rizzano i peli sulla nuca e la mia faccia si gira in automatico nella direzione di Luna. I miei occhi si adombrano quando vedo Michail Kozlov vicino a lei. Improvvisamente i miei pensieri non riescono più ad essere collegati e anche se la mia bocca si muove, il mio cervello non riesce ad intuirne le parole che vi escono. Luna ha una postura rigida, ma dal modo in cui gli sta parlando, deduco che non abbia bisogno del mio aiuto. Sa cavarsela perfettamente da sola, soprattutto in situazioni del genere.

Vorrei andare da lei, ma la voce di mio fratello mi blocca.

«Buonasera signori.» Torn saluta i miei due interlocutori.

«Oh, ecco il figlio prediletto.» Il messicano non perde mai occasione di ricordarmi chi sono. «Speravamo di vederla per parlare di alcune questioni.»

«Ne sono consapevole, ma a quanto pare mio fratello ha una voglia così smisurata di prendere il mio posto che mi ha del tutto scavalcato. Adesso sono qui per rimettere le cose a posto.»

«E sentiamo, come avrei fatto a scavalcarti?» Non riesco a fare a meno di chiederglielo. «Mi sembra di ricordare che sia stato papà ad affidarmi l'incarico. Forse perché ti reputa un'incompetente?»

Torn scoppia a ridere e nel frattempo ferma un cameriere per prendere un calice di champagne che inizia a sorseggiare.

«Pensa che quello che vuoi, fratellino. So solo che ho appena sentito papà e da adesso comando io.»

Il messicano e il colombiano rimangono in silenzio e mi fissano con un sorrisetto che sarei più che felice di cancellare dalle loro inutili facce.

«Che intendi dire?» Chiedo nel modo più pacifico che riesca ad utilizzare.

«Significa che hai fatto arrabbiare papà, Vegas. Questa sera sono io a comandare e ti conviene fare il bravo se non vuoi finire ancora di più nei guai.»

Fino all'ultimo battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora