12 - Vegas

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Il mio assistente continua a parlare imperterrito e non si accorge minimamente del fatto che non sto ascoltando una sola parola di quello che sta dicendo. Non riesco a non smettere di pensare all'episodio di ieri sera.

Ho visto una Luna differente. Ho visto una Luna aggressiva; una donna in grado di prendersi tutto ciò che vuole e ieri notte voleva me. Ne sono certo.

«C'è un'altra cosa signore.» Lawan mi passa una lettera priva di intestazione. «Questa è arrivata stanotte; i nostri uomini l'hanno controllata e non presenta alcuna traccia di esplosivo. Sembra essere perfettamente pulita.»

Afferro la busta leggermente stropicciata e me la rigiro tra le mani. «Chi l'ha consegnata?»

«Non saprei, signore. È stata trovata in mezzo alle altre lettere. Vuole che faccia fare un controllo più approfondito?»

«No, non ce ne sarà bisogno.» Afferro il taglierino che tengo nel primo cassetto della mia scrivania e apro la lettera. «Qualcuno si è fatto vivo dopo i recenti avvenimenti?»

Lawan inizia ad elencarmi tutto ciò che si è minuziosamente segnato sul suo taccuino, ma la mia mente sembra improvvisamente incapace di fare due cose in contemporanea dal momento che tutta la mia concentrazione è rivolta al contenuto della lettera. Non riesco a fare a meno di sorridere.

«C'è dell'altro che vuole sapere?»

Mi riprendo velocemente. «No, è tutto. Puoi andare. Di a Luna di venire da me.»

Metto via la lettera e chiamo la mia guardia del corpo. Jom non ci mette molto ad arrivare.

«Prepara la macchina.»

«Sì, signore.»

Proprio quando Jom sta per richiudere la porta del mio studio, arriva Luna. Lei sembra essere tornata perfettamente quella di prima; come se tutto questo non fosse mai successo.

«Mi hai fatta chiamare?» Mi chiede sistemandosi i capelli.

«Prepara le tue cose. Oggi usciamo prima.»

«Posso sapere dove siamo?»

Luna mi ha chiesto dove stessimo andando almeno un centinaio di volte, ma non voglio parlare di questo posto ad alta voce; almeno fino a quando non sarò certo di essere completamente soli.

Quando finalmente arriviamo a destinazione, Jom si assicura di non essere stato seguito e poi ci fa scendere in tutta sicurezza dal veicolo. Una volta arrivato proprio di fronte al grande muro di cinta, poggio la mano su un pannello, il quale si apre a fisarmonica. Una volta inserita la mia impronta digitale e il successivo codice, le porte del cancello si aprono silenziosamente.

«Seguimi.» Dico a Luna.

Il giardino non è eccessivamente grande, ma è sufficiente per fare una piccola passeggiata. Ci sono due donne con lunghi camici bianchi ad attenderci proprio all'ingresso.

«Bentornato, signor Romsaiton.»

«Buongiorno. Com'è la situazione?» Chiedo alla più anziana delle due.

«È stabile. Non ci sono stati né miglioramenti, né peggioramenti. Il dottore è sopra se vuole qualche altro chiarimento.»

Inizio a salire le scale che portano al piano superiore e sento i piccoli passi di Luna proprio dietro di me.

«Si può sapere dove siamo?» Mi chiede con una curiosità tale da poter quasi essere afferrata.

«Lo scoprirai presto. Devo prima parlare con il dottore e poi ti spiegherò tutto.»

Per educazione busso prima di entrare, ma non attendo di certo il suo permesso per varcare la soglia dal momento che questa casa appartiene a me.

Il medico è in piedi proprio di fronte al letto e scrive sulla cartellina. È talmente concentrato che non si accorge subito della nostra presenza, ma quando lo fa, ci viene incontro.

Fino all'ultimo battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora