CAPITOLO 36

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Avevano passato tutto il pomeriggio persi ognuno nei propri pensieri.

Namjoon era arrabbiato, sapeva quanto fosse fragile l'amico e odiava il comportamento opportunista di Hoseok.. Usarlo per un po di sesso e poi abbandonarlo lasciandolo perso. Non credeva alle parole di Jimin, non riusciva ad immaginare un Hoseok distrutto, perchè doveva disperarsi se era stato lui a lasciarlo? Non aveva assolutamente senso.

Seokjin cercava di calmarlo e farlo ragionare, finendo solo per litigare. Sapeva nel profondo di se stesso che la storia non poteva finire così e sicuramente c'era una spiegazione dietro al comportamento del castano. Aveva osservato la cura che aveva nei confronti di Yoongi e le attenzioni che gli dava, non credeva assolutamente che lo stesse solo usando o che si fosse stancato di lui, ci doveva essere qualcosa.

Jungkook era molto preoccupato per i due amici e temeva che potesse essere successo qualcosa di grave. Avrebbe voluto parlare con Hoseok per capire meglio la situazione ma aveva il telefono spento ed era andato via dalla palestra. Quando Jimin era rientrato negli spogliatoi non c'era più nessuna traccia del castano. Lui viveva bene la sua relazione con Jimin, erano incredibilmente affiatati e si erano piaciuti subito, e come fra loro, era convinto che anche per gli altri fosse così.. Fino a poco fa.

Taehyung stava immaginando ciò che sarebbe successo se l'amico fosse entrato in casa e avesse trovato Namjoon. Forse non sarebbe andata a finire bene e sicuramente avrebbero litigato, se non peggio. Si ripeteva che dovevano darsi qualche giorno prima di parlare, per far calmare un po le acque e schiarirsi le idee. 

Lui era sempre stato molto impulsivo e non gli piaceva aspettare, ma questa volta lo avrebbe fatto. Teneva molto ad entrambi i ragazzi e si sentiva incredibilmente inutile adesso che non sapevano dove fosse Hoseok e Yoongi voleva stare da solo.

Jimin li aveva raggiunti appena finiti i corsi e insieme a gli altri aveva sentenziato che Hoseok non fosse in se, doveva sicuramente essere successo qualcosa. Lo conosceva da molto più tempo degli altri ed erano cresciuti inieme, conosceva tutte le sfaccettature del ragazzo. Solo quando era morto suo padre aveva chiesto di rimanere solo, ma non aveva mai urlato in faccia a nessuno. 

...

Le ore passavano, ormai era quasi sera. Namjoon e Seokjin erano tornati nel loro appartamento lasciando Jimin, Jungkook e Taehyung da soli.  


Yoongi aveva trascorso tutta la giornata steso sul pavimento o accovacciato in un angolo del suo appartamento, mentre sentiva la voce del padre rimbombargli nelle orecchie.

"Non sei un essere degno di vivere in questo mondo." "Non sai neanche distinguere il giusto e lo sbagliato" "Sei la nostra disgrazia, se tua madre è disperata la colpa è solo tua" "Sei solo uno sporco finocchio, non sei mio figlio" .

Quelle voci stavano prendendo campo sempre più violentemente, le sentiva vivide, come se le stesse sentendo per la prima volta, non sembravano ricordi.

La disperazione lo pervase facendolo scoppiare in un pianto soffocato, stava sprofondando nel buco nero dalla quale aveva provato ad uscire fino al giorno prima. Non avere Hoseok accanto a tenergli la mano lo faceva stare male.Aveva bisogno del minore per poter respirare. Ora più che mai.

Spalancò la finestra dietro al pianoforte per vedere i ciliegi ormai sfioriti e ricordare le passeggiate fatte tornando dal lavoro, aveva bisogno di far volare via le parole del padre e sostituirle con ricordi felici.

Per un secondo guardò in basso, attirato da un dettaglio sul marciapiede dal lato opposto della strada. Una figura snella, abiti larghi e ciocce color cioccolato. Gli si gelò il sangue all'istante. Non poteva essere lui. 

La vista era sfocata a causa delle lacrime, si stropicciò gli occhi cercando di rendere la sua visione più chiara e quando gli aprì nuovamente non c'era più nessuno.

Si gettò sul pavimento, facendo crollare il peso del suo corpo, fissava il soffitto cercando inutilmente di riordinare i suoi pensieri.Si sentiva soffocare, un macigno bloccava i suoi polmoni ed il cuore gli batteva impazzito nella gabbia toracica. Quella sensazione familiare stava prendendo il sopravvento sul suo corpo, di nuovo, dopo mesi che non si presentava.

Odiava se stesso per essersi lasciato trasportare, per essersi fidato, per aver ceduto il cuore a qualcuno che non conosceva neanche. Si chiese cosa lo avesse convinto, qual'era il motivo della sua imprudenza..

Immediatamente gli apparvero le immagini del loro primo incontro al bar, chiuse gli occhi nel tentativo di riportare alla mente tutto ciò che poteva. Rivivere quei momenti gli faceva male, ma non riusciva a farne a meno.

Gli occhi profondi e scuri di Hoseok, e le sue carezze, sentiva scorrere le sue dita sul volto. Rivedeva il suo sorriso e riusiva a sentire il sapore di quelle labbra. Riviveva le parole di conforto e tutti i gesti affettuosi che si scambiavano. Sentiva le braccia stringerlo mentre dormivano... Pensava di impazzire, sciolto fra quei ricordi.

Non riusciva ad odiare Hoseok. Non poteva.Nonostante tutto il dolore e lo sconforto che provava adesso, non poteva odiarlo. Quel ragazzo era stato capace di farlo sentire bene, gli aveva fatto dimenticare il male del suo passato, lo aveva reso consapevole che non era lui quello sbagliato.

Calde lacrime gli scendevano sulle guance, con tutta la forza che gli era rimasta si alzò in piedi, scrollandosi il peso della sua adolescenza e dicendo a se stesso che andava bene così, non c'era niente che non andasse in lui, che sarebbe stato bene, di nuovo.

Sapeva di amare Hoseok, dentro di se lo sapeva, e se amare vuol dire anche lasciar andare una persona, si sentiva pronto a farlo, anche se sarebbe stato difficile, anche se sentiva male, anche se non aveva una spiegazione, anche se non riusciva a capire.

Let Me Love You   -   sopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora