CAPITOLO 37

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La notte trascorse silenziosa, le ore scorrevano una dopo l'altra.

Hoseok non era rientrato a casa e Jungkook, Taehyung e Jimin erano rimasti seduti sul divano con la preoccupazione che aumentava ogni minuto. 

Aveva il telefono spento, la voce serena e metallica della segreteria stava diventando sempre più assillante ed insopportabile.

Non sapevano cosa fare, si stava instaurando in loro una pessima sensazione.

"Forse dovremo andare alla polizia.." Disse Jimin mentre si mordeva le unghie nervoso.Jungkook non riusciva a fermarsi, stava camminando avanti e indietro, dalla cucina al salotto, dal salotto alla camera. Non riusciva a darsi tregua, se avesse continuato ancora avrebbe potuto tracciare un solco nel pavimento.

"Jimin vedrai che fra poco torna.." Cercava di rassicurarlo Taehyung, seduto sul divano accanto a lui. Non ci credeva neanche lui alle parole dette, iniziava a pensare che la proposta del ragazzo dai capelli argento fosse la soluzione migliore.

"Maledetto bastardo, dove si è cacciato? Almeno avrebbe potuto avvisare!" Ringhiò il più giovane sbattendo un pugno su un cuscino.Le ore continuavano a passare inesorabilmente, ma del castano ancora nessuna traccia. 

Alle prime luci dell'alba saltarono tutti in piedi paralizzandosi, sentendo la porta aprirsi.

Apparve la timida figura di Hoseok dall'ingresso. Aveva un aspetto orribile, capelli spettinati, occhi gonfi contornati da profondi solchi neri e teneva le mani dentro le tasche dei pantaloni.

"Dove diavolo sei stato??" Lo sgridò Jungkook saltandogli addosso con rabbia.

"Hai una vaga idea di quanto cazzo siamo stati in pensiero??" I suoi occhi erano igniettati di sangue e i pugni erano stretti sul petto mentre lo aggrediva.

"M-mi di-dispiace.." Rispose il castano sentendo la voce morirgli in gola.

"Ti dispiace?? Brutto stronzo!" Jungkook alzò un pugno per colpirlo e Hoseok estrasse le mani dalle tasche per coprirsi la faccia."Jungkook fermati!" Lo implorò Jimin bloccandolo velocemente, sentiva gli occhi inumidirsi. Corse verso il castano mettendosi davanti a lui. Gli prese le mani poggiandole sulle sue e le accarezzò dolcemente.

"Hobi... che ti è successo alle mani?" Jimin le aveva viste appena l'altro le aveva sfilate dai pantaloni, aveva notato quei segni rossi scuri e adesso che le osservava da più vicino poteva vedere anche dei tagli profondi sulle sue nocche. Sentiva il cuore dolente e la gola bruciare mentre lo osservava preoccupato.

"Non è n-niente Chim.. So-sono solo caduto.." Cercò di rassicurarlo Hoseok tenendo la testa bassa.Taehyung corse a recuperare il kit per la medicazione e fece sedere sul divano l'amico.

"Hobi, dove sei stato?" Provò a chiedergli Taehyung. Erano tutti intorno al ragazzo mentre il rosso gli medicava le ferite.

Hoseok non aveva voglia di parlare, era molto stanco e aveva avuto la giornata peggiore della sua vita, sapeva di aver fatto preoccupare i ragazzi e si sentiva in colpa, ma riusciva solo a pensare a Yoongi.

Il suo Yoongi.. 

Si chiedeva come stava, sperava di avergli fatto male, temeva di averlo ferito irrimediabilmente. Si odiava e sperava con tutto se stesso che potesse stare bene e vivere la sua vita, un giorno. Non gli importava di se stesso, non sarebbe mai più stato felice senza quella testa spettinata e quegli occhi piccoli.

 Sentiva il petto bruciare.

"Sono stato fuori Tae.. " Si limitò a sussurrare.Jungkook avrebbe voluto spaccargli la faccia per averli fatti stare tanto in pensiero. Era terribilmente arrabbiato e allo stesso tempo era preoccupato. Aveva avuto la conferma che il comportamento dell'amico non fosse normale. Si conoscevano da anni ed era molto tempo che vivevano insieme, non si era mai comportato così.

"Hoseok ti va di dirci cosa è successo?" Gli chiese controllando la sua voce per non far trasparire la frustrazione.

"Niente. Non è successo niente..." Aveva la voce metallica, era vuoto. Non aveva guardato in faccia nessuno da quando era entrato in casa.

"Ma.. Hobi... Yoon-" "No Jimin! NO! Basta!" La disperazione sostituì immediatamente l'apatia, alzò il volto rendendo palese il suo dolore e il suo senso di colpa. Gli occhi erano pieni di lacrime che minacciavano di uscire da un momento all'altro e le sue mani iniziarono a tremare improvvisamente.

"Basta.. per favore.... per favore...." Un sighiozzo gli spezzò la voce. I ragazzi lo guardavano non sapendo cosa fare... Temevano di fargli del male solo sfiorandolo da quanto era fragile in quel momento.

Nonostante la rabbia il minore si sedette accanto a lui facendolo appoggiare al proprio petto e gli mise una mano sulla schiena accarezzandolo. Adesso doveva stargli vicino. Ci sarebbero stati altri momenti, in futuro,  per parlare e chiedere spiegazioni.

Il pianto doloroso di Hoseok spezzò i cuori di tutti e tre i ragazzi. Lo lasciarono sfogarsi fin quando non si addormentò, torturato dagli incubi che gli occupavano la mente.

Let Me Love You   -   sopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora