I giorni passavano uno dopo l'altro, tutti uguali, sembrava che il tempo dentro il petto di Yoongi si fosse fermato.
Non riusciva più a dormire, troppo preso dai suoi pensieri.Le giornate si allungavano sempre di più riempiendo l'aria del calore estivo.
Il freddo glaciale che riempiva il corpo di Yoongi non lasciava spazio a nient'altro.Stava rintanato nel suo piccolo appartamento, accovacciato sul divano con una tazza di te fra le mani. Era profondamente ferito.
Nonostante i buoni propositi iniziali, non riusciva a dimenticare Hoseok, gli mancava come l'aria, nonostante fosse passata una settimana dal loro ultimo incontro la figura del castano continuava a riempirgli la mente, non sapeva cosa fare senza di lui.
Si era preso alcuni giorni liberi da lavoro per stare da solo e recuperare un po di forze, ma si sentiva solamente perso, vuoto, avvolto in una coperta troppo grande.
Contro ogni suo desiderio aveva accettato l'ennesimo invito di Namjoon, si sarebbero visti a casa sua per passare del tempo insieme.
Voleva provare a distrarlo in qualche modo, e l'unico tentativo che gli era rimasto era di portarlo fuori dalle quattro mura in cui era rimasto segregato fino ad adesso.Il moro si alzò dal divano sbuffando infastidito, andò a farsi una rapida doccia per tentare di sembrare presentabile e si mise i primi vestiti puliti che trovò, pronto per raggiungere l'amico.
Hoseok era sempre stato molto schivo in quei giorni, rinchiuso in camera sua, seduto per terra ai piedi del letto con la testa sulle ginocchia.
Ripensava a tutto ciò che era accaduto e si malediceva ogni minuto di più.Era immerso in uno stato comatoso fatto di ansia e rammarico.
Stava tutto il giorno nella stessa posizione, fermo, con la testa congestionata dal rimorso ed il cuore spezzato.
Si alzava solo per mangiare una schifezza ogni tanto quando era da solo in casa evitando accuratamente gli altri coinquilini.Non voleva vedere nessuno, non voleva parlare con nessuno, neanche con Jimin. Aveva preso qualche giorno libero dicendo di non stare bene e non rispondeva né ai messaggi, né alle chiamate.
All'ennesimo suono del suo telefono scattò sul posto infastidito e lo afferrò per spengerlo ma l'ultimo messaggio lo fece tremare.
Sapeva che quel momento sarebbe arrivato e il panico prese possesso della sua anima.Si mancavano terribilmente, Yoongi aveva provato a contattarlo qualche volta e quando l'altro leggeva il suo nome sul display stringeva forte il telefono al petto affogando il suo dolore nelle lacrime amare che prendevano possesso del suo volto.
Non riusciva mai a rispondere. Sapeva che non doveva farlo, altrimenti sarebbe stato solo peggio.
Namjoon e Seokjin stavano avendo discussioni continue ed ultimamente non parlavano molto, anzi cercavano di evitarsi il più possibile.
Passavano le loro giornate nei rispettivi uffici e mandavano i segretari o qualcuno raccattato nei corridoi per scambiarsi le informazioni necessarie a mandare avanti l'attività dell'agenzia.
A casa erano sempre schivi l'uno con l'altro e tutte le volte che provavano a parlare finivano per tornare sull'argomento di Yoongi e litigavano.Erano entrambi molto preoccupati per l'amico ed erano sempre andati a trovarlo per assicurarsi del suo stato di salute e tentare di farlo sentire meglio.
Seokjin si preoccupava sempre di portargli qualcosa da mangiare, consapevole che altrimenti avrebbe saltato tutti i pasti fino allo svenimento e Namjoon cercava di distrarlo come poteva, aveva provato a portargli dei videogame appena usciti, gli aveva regalato una consolle nuova di zecca e dei libri del suo genere preferito, ma niente sembrava funzionare.
Cercavano sempre di andare a trovarlo in momenti diversi, così da non doversi incontrare ed evitare di discutere davanti a lui.
Finito di lavorare, il maggiore decise di andare a comprare qualcosa per preparare una buona cena a Yoongi, così avrebbero passato un po di tempo insieme e magari gli avrebbe parlato anche dei problemi che stava avendo con il marito.
Non voleva caricarlo di altre preoccupazioni ma sentiva davvero il bisogno di sfogarsi con qualcuno. Tutta questa situazione gli stava diventando stretta.
Si era sempre confidato con Yoongi, anche quando lui e Namjoon ancora non stavano insieme, parlandogli dei suoi sentimenti e delle sue paure.
Yoongi era sempre stato di buon cuore e metteva i propri problemi in un angolo per ascoltare attentamente i suoi amici, cercando di consigliarli e tirargli su il morale.
Mentre camminava per strada, dopo aver parcheggiato, si perse a pensare alla conversazione avuta la mattina con Jungkook.
Aveva provato a chiedere notizie su Hoseok, voleva sapere se stava bene.La risposta che gli aveva dal il minore era la stessa del giorno prima e del giorno prima ancora
"Sta chiuso in camera tutto il giorno e non riusciamo mai a parlarci".Sapeva bene che anche Jungkook stesse soffrendo vedendo l'amico rinchiuso nella depressione, lo sentiva affogare sempre di più e non poteva fare niente per aiutarlo perchè Hoseok gli impediva anche solo di incontrarlo in cucina. Sembrava un fantasma, ormai.
Seokjin si sentiva in ansia per il ragazzo, non credeva gli facesse bene rinchiudersi in se stesso in questo modo, avrebbe voluto fare qualcosa per cercare di aiutarlo.
Forse avrebbe potuto preparare qualcosa anche a lui, così da dargli un po di conforto.Si sentì immediatamente ridicolo...
"Aaaaaah Seokjin come puoi pensare di aiutare qualcuno solo con il cibo?!" si rimproverò.
Avrebbe voluto essere in grado di fare di più.Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto da una figura che attirò la sua attenzione. L'uomo camminava sotto gli alberi sul lato opposto della strada, dandogli le spalle.
Gli sembrava qualcuno che conosceva, ma era troppo distante per capire chi fosse guardandolo solo da dietro.Attraversò scrollandosi le spalle e si diresse verso la sua meta. All'improvviso gli arrivarono dei rumori di sottofondo alle orecchie, sembrava qualcuno che stava litigando.
Le grida erano distanti e non riusciva a distinguerle bene.
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Let Me Love You - sope
Fanfic-Mi piaci davvero Yoon.- Quelle parole gli arrivarono dritte al cuore, facendogli saltare un altro battito e scaldandolo, i suoi occhi si inumidirono e la sua testa si fece leggera. Voleva davvero provare ad essere se stesso. Per quei dieci secondi...