Dinasty POV

Mi svegliai tra le braccia di Peter seduti, anzi direi sdraiati per terra nella nostra casetta. Non so che ore fossero o se era mattina o pomeriggio e non mi importava. Mi girai lentamente per non svegliarlo e rimasi a guardarlo. Decisi di provare una cosa, ora che avevo la magia magari potevo vedere tutta l'isola senza muovermi da casa.
"Tentar non nuoce"
pensai. Mi concentrai suoi nostri respiri perfettamente coordinadi e in un attimo mi comparve la laguna delle sirene, poi mi spostai al campo di allenamento dove si allenavano gli sperduti, volai fin sulle colline per poi tuffarmi giù verso la spiaggia dove ormeggiava un tempo la Jolly Roger COME?? LA NAVE ERA SPARITA?? Rivolai indietro pensando di aver visto male ma non c'era proprio, era scomparsa nel nulla. Mi tirai a sedere di scatto, svegliando il povero Peter ancora nel regno dei sogni.

P: Mhh...che sta succedendo? -mi chiese con voce assonnata-
D: La Jolly Roger...è sparita!
P: Cosa?? Come?? E' una cosa impossibile!! -fece lui balzando in piedi- Aspetta un'attimo...come fai a saperlo se sei sempre stata qui?
D: Ho fatto un viaggio mentale per l'isola ma ora non è importante, dobbiamo scoprire che fine ha fatto.
P: Un viaggio mentale? La Jolly Roger scomparsa? Aaaa ho capito
D: Che cosa?
P: Sto ancora sognando! Sai...sei bella anche nei sogni anzi molto bella
D: Beh grazie per il complimento ma tutto questo non è un sogno purtroppo, è la realtà Peter.
P: Ma si, certo. Ed io sono una fata. Che strano sogno!
D: Peter ascoltami bene -gli dissi prendendogli la faccia tra le mani cosicché mi guardasse negli occhi- è la verità. La Jolly Roger è svanita nel nulla.

-minuti interminabili di silenzio-

P: COME COSA????? COME HA FATTO UNCINO A SCAPPARE! NON E' POSSIBILE,SONO IO A GOVERNARE QUESTO LUOGO -un vento furioso si alzò in quel momento- SONO IO A DECIDERE CHI RESTA E CHI SE NE VA -un tuono lontano rimbombò e un fascio luminoso tagliò il cielo a metà subito dopo- E SONO SOLO IO CHE DETTO LEGGE QUAGGIU'! NON GLI INDIANI-tuono- NON LE FATE -lampo- NON LE SIRENE -vento furioso- MA SOPRATTUTTO NON I PIRATI.

Peter era veramente nero che aveva creato una tempesta spaventosissima. Cercai di calmarlo, di farlo ragionare ma non c'era verso ed i suoi occhi erano già iniettati di sangue. In quel momento era impossibile parlargli così corsi fuori e radunai gli sperduti il più in fretta possibile, così da non far spaventare troppo i più piccoli e di non metterli in pericolo. Gli dissi che andava tutto bene e spiegai ai più grandi cosa dovevan fare.
Ordinai a Felix di andare e chiudersi in infermeria o in cucina o dove cavolo gli pareva e di assicurarsi che ci fossero tutti, Trilli compresa.
Volai a casa per controllare Peter, ma era scomparso. Provai a rintracciare la sua scia magica ma me l'aveva nascosta.

D: "Furbo, accidenti"
P: "Dovresti saperlo. Peter Pan è sempre un passo a vanti a tutto e a tutti"
D: "Dove sei?" "PETER!"... "Bastardo"

Niente scia magica e ora nemmeno i pensieri? Accidenti se mi faceva penare sto ragazzino, non potevo rimanermene a Londra insieme alla mamma?

Un momento

Dove poteva essere Uncino se non dalla mamma a Londra? Magari voleva portarla qui per farmi ragionare

Si ok ma come era riuscito ad eludere Peter per uscire dall'isola, che stratagemma da pirata aveva usato?
Le uniche che possono saperlo sono le fate o almeno lo spero. Tentar non nuoce così volai faticosamente in mezzo alla tempesta fino ad arrivare all'albero delle fate.

D: Regina fata ho bisogno di voi vi prego.
RF: Cosa vuoi?-rispose da una finestrella- Il tuo fidanzato non ha combinato abbastanza danni per oggi?
D: No, non so dove sia ma devo fermarlo. Ho solo bisogno di un'informazione per favore
RF: D'accordo. Crea una protezione altrimenti verrò spazzata via
-così feci-
RF: Allora di cosa hai bisogno?
D: C'è una remota possibilità che Uncino abbia trovato un modo per fuggire? E, se esiste, sapete dov'è andato?
RF: ...
D: Vi rendete conto che se ci ho pensato io ci arriverà anche lui e che non sarà ben disposto come me, vero?
RF: D'accordo. C'è un modo, quando hai salvato Pan dalla morte lo hai indebolito indebolendo anche la barriera stessa, ci vuole almeno un giorno perché si ripristini. Penso che Uncino lo sapesse ed è così che è fuggito
D: Capisco. Avete idea di dove possa essere andato?
RF: Ho un'idea si ma penso lo sappiate anche voi
D: Londra non è così?
RF: Esatto
D: Ok, grazie mille del suo aiuto è stato prezioso
RF: Di nulla. Sei molto più garbata di lui, sono certa che sarai una più che ottima influenza per lui
D: Grazie. Ora devo solo trovarlo

Bene un problema risolto, o meglio mezzo problema. Ho setacciato metà isola con non poca fatica e non sono riuscita a trovare nemmeno una piccola traccia, una scia o un qualcosa che mi guidi da lui. Per il momento tornerò al campo a vedere come stanno gli sperduti prima di ricominciare le ricerche.

-al campo-

Questo posto non è mai stato così silenzioso. Niente risate. Niente rumori di lame che si scontrano. Niente allegria. Nessun bambino che corre spensierato. C'è solo un silenzio assordante, interrotto da solo dagli ululati che produce il vento soffiando attraverso la foresta. Fortunatamente riuscii a vedere una piccola e fioca luce proveniente dalla mensa, entrai con un sorriso finto stampato in viso per rassicurare i più piccoli. La tenda era diventata un mini accampamento, i più grandi erano riusciti a salire nelle casette a prendere delle coperte per riscaldarsi almeno un po'. I suddetti cuochi avevano raccolto le provviste e stavano razionando il cibo, Felix coordinava tutti mentre Trilli si preoccupava che i più piccoli stessero calmi. Quando mi videro accennarono un saluto e un sorriso, come chiedessero buone notizie. Buone notizie che non avevo purtroppo, così gli feci di no con la testa e tornarono a fare le loro faccende.

D: "Cavoli così non va! Dove ti sei cacciato Peter Pan"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 23, 2023 ⏰

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