diciannove

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<<zaccaria>>sta volta lo urlai.
venne dentro di me, si accasciò di fianco a me e si buttò rollandone una.
come era solito fare, si alzò, prese dei boxer sia per me che per lui ed un maglione.
me li infilai, lui fece lo stesso.
si distese appoggiando le scapole alla testiera del letto, se la accese, mi appoggiai al suo petto nudo iniziando a disegnare delle forme immaginarie sul suo pettorale.
potevo sentire il suo battito ancora irregolare.
<<eri la più bella stasera>>disse sbuffando il fumo in faccia.
<<solo sta sera?>>domandai allungandomi cercando di prendergli il drum.
lui alzó il braccio così da evitare che lo glielo rubassi.
<<sempre lo sei e lo sarai, anche quando avrai il pancione e faticherai a scendere le scale>> rise.
<<mmh non so>>risposi.
<<vuoi dirmi seriamente che tra me incinta ed una ragazza più bella, fisicata, sceglieresti comunque me?>>continuai.
<<porca puttana, siete fatte tutte con lo stampino eh>>sbuffò spostando la mia testa dal suo petto.

che voleva dire questa frase, che tutta sta sceneggiata del fatto che voleva avere un figlio l'aveva già fatta con qualcun'altra?

<<scusa? quindi tutto questo lo avevi già progettato con un'altra solo che non t'è andato bene>>lo guardai.
non rispose.
<<sai che ti dico? vaffanculo>>mi alzai.
<<se il tuo, ben volentieri>>disse ridendo senza umorismo.
<<no quello della tua ex, quella di cui parli sul testo di bitch affianco>>mi infilai i pantaloni cercando di tenere l'equilibrio.
<<alessandra>>fece un sorrisetto.
allacciai le scarpe, presi la borsa e mi incamminai verso l'uscita di casa.

la cosa che faceva aumentare la mia rabbia era che lui nel mentre non è che cercava di fermarmi, no anzi, mi parlava come se non fosse successo nulla.

sbattei apposta la porta in modo da fargli capire che me ne stavo andando da casa sua.
<<dove vai?>>sentii la sua voce in lontananza.
continuai per la mia strada.
era rimasto dentro, speravo che mi venisse incontro dandomi delle spiegazioni.

••••

<<di chi è quella?>>chiese mamma sporgendosi dalla finestra indicando la mercedes a 200 nera che era parcheggiata sul cortile delle popolari.
<<mia, l'ho presa io ieri sera>>stroppicciai gli occhi.
<<ginevra, ancora con ste storie>> mi rimproverò.
<<má stai tranquilla, la targa l'ho cambiata, il gps non c'è, so come fare ste robe>>dissi ridendo.
mi diede un leggero coppino e rise anche lei.
<<zaccaria?>>domandò ingenuamente.
non risposi.
mangiai qualche biscotto e poi mi preparai per andare al lavoro, oggi mi aspettava una comunione.
mi legai i capelli nella mia solita treccia, salutai mamma con un bacio a stampo, poi nicola, presi le chiavi della macchina nuova e mi avviai verso il ristorante.

<<ue ragazzina come va?>>mi chiese franco non appena mi vide.
<<tutto bene dai>>risposi pensando alla discussione avuta con zaccaria la sera precedente.
<<toh, beviti sto succo, mi sembri un fantasma>>mi porse un capri-sun multi vitaminico.
<<c'è tanta gente oggi?>>domandai mettendomi il cappellino.
<<eh si, credo che finiremo abbastanza tardi>>disse leggendo un'ordinazione.
<<è arrivato il tipo delle cozze, vai a prenderle>>mi ordinò anna e mi passò una sigaretta.
annuii, la afferrai ed uscii dal retro.
<<ce la fai o ti aiuto?>>chiese preoccupato il ragazzo portando la mano sul mio fianco.
<<mi arrangio>>risposi gli passai la sigaretta e spinsi a fatica il carrello.
mi sentivo osservata.
rientrai con il fiatone <<bene ora sbarbale ci servono per domani>>le indicò franco.
nel mentre le pulivo canticchiavo così da rendere il lavoro meno noioso.
le contai, 1238 fottute cozze e una decina di tagli sulle mie mani.

viviamo come in un film, solo io e te //babygang Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora