ventisette

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<<gin, sveglia>> mi scuote.
<<mmh, altri 10 minuti>>parlo con la bocca impastata.
<<dai è Natale, andiamo ad aprire i regali>> si mise a cavalcioni su di me.
<<sei sicuro che sia passato babbo natale?>>mi stroppiciai gli occhi.
rise ed incominciò a baciarmi ripetutamente le labbra.
mi alzai, mi lavai la faccia e sciacquai la bocca.
scesi dalle scale un po' storta.
nel mentre mamma mi chiamò facendomi gli auguri e mi disse che aveva preparato un super pranzo per me e zaccaria.
andai in salotto e lo vidi che mi stava aspettando seduto a terra di fianco all'albero li, che mi aspettava.

<<dopo andiamo da mamma, va bene?>>mi sedetti accanto a lui.
<<certo!>>esclamò.
<<questo è tuo>>mi porse una scatola rosa con qualche girasole finto.
<<tieni>>lo imitai.
<<spero ti piaccia, ho azzardato>>risi imbarazzata.
<<cherie ma sei pazza?>>spalancò gli occhi non appena vide il cappellino.
<<certo che mi piace>>mi baciò.
<<volevo regalarti un maglione bellissimo, ma so che non lo avresti mai indossato>>parlai sulle sue labbra.
<<mi conosci bene>>strizzò l'occhiolino.
<<dai su, apri il tuo>>si strofinò le mani.
scartai la scatola strappando tutta la carta.
era un vestito lungo a maniche lunghe aderente bianco.
<<zaccaria, è pazzesco>>guardai tutti i dettagli dell'abito.
<<sai, con la tua carnagione olivastra ti starà da dio>>rise pervertito.
<<lo portarai quando verrà mamma qui>>disse.
<<davvero?>>domandai sbarrando gli occhi.
<<si te la voglio fare conoscere>>mi baciò.

venimmo interrotti dalla suoneria del suo cellulare, allungai l'occhio per vedere chi fosse ed era alessandra.
si alzò e andò in cucina a rispondere, vabbè che ci posso fare io.
colsi l'occasione per chiamare lorenzo e marco.
mi andai a fare la doccia e lo sentivo ancora parlare, non mi sembrava il caso di fare una scenata proprio nel giorno di natale.
mi lavai i capelli e nel momento in cui uscii dalla doccia lui entrò in bagno sorridendo come un ebete.

mah vabbè.

me asciugai i capelli velocemente.
andai in camera a vestirmi, optai per un jeans a vita bassa ed un magionicino nero largo a collo alto.
mi trucco leggermente, giusto un po' di mascara, illuminante e blush.
lo vedo entrare con un asciugamano legato in vita ed i capelli ancora umidi.
<<dai zac sbrigati o faremo tardi>>mi spruzzai del profumo.
annuì aprendo le ante dell'armadio per poi estrarre una tuta, un classico.
nella stanza calò il silenzio.

<<te la sei presa perché sonó andato in cucina quando alessandra mi ha chiamato?>>interruppe la quiete.
<<potevi rimanere con me, ma vabbè fai quello che vuoi>>risposi secca.
si avvicinò e provò a baciarmi ma io mi scansai.
sbuffò ed imprecò nella sua lingua.
vado verso il portascarpe e prendo le mie airforce 1.
mi siedo sul bordo del letto e cerco di infilarmele.
non ci riesco.
<<ti aiuto?>>domandò chiudendosi la zip della felpa.
<<si grazie>>sorrisi leggermente.
si inginocchiò per terra, me le slegò e con delicatezza me le infilò.
si rialzò, portò le mani ai fianchi <<adesso me lo merito un bacino>>disse.
mi alzai anche io.
<<mmh, fammi pensare, io dico di no>>risi.
<<io dico di si invece>>rispose avventandosi sulle mie labbra.

••••

<<ginevra!>>mi abbracciò mio fratello.
<<nicola! buon natale>>gli diedi un bacio casto sulle labbra.
<<tieni questo è per te>>dissi timidamente.
<<eddai non dovevi>>sorrise come un bimbo.
lui invece mi porse un cofanetto, dentro c'era un anello.
<<grazie nicola, sarai per sempre il solo e unico uomo della mia vita>>gli dissi all'orecchio.
probabilmente non l'ho detto abbastanza piano per non farlo sentire a zaccaria, il quale dopo questa mia affermazione fece una faccia strana.
alla fine è vero, nicola c'era quando tutti mi voltarono le spalle, mi ha sempre sorridere anche nelle situazioni più brutte.

<<sauvage! il mio preferito!>>esclamò una volta aperto il mio regalo.
<<beh avevo visto che lo avevi quasi finito>>dissi timidamente.
mi strinse forte a se accarezzandomi il pancione.
andai in cucina da mamma e le consegnai il regalo, vi dico solamente che voleva provare una maschera al momento.
lei invece mi regaló una giornata da passare alla spa con una persona che volevo io.

zaccaria era andato in salotto, lo vedevo che si era rattristato così decisi di andare da lui.
presi un bicchierino di drink, per me analcolico, per lui alcolico.
<<tutto okay?>>domandai sedendomi di fianco a lui.
<<mmh-mmh>>annuì prendendomi dalle mani il drink.
<<dai su che hai? è per la cosa che ho detto prima a nicola vero?>>alzai le soppracciglia.
non rispose.
<<senti zac>>provai a spiegare.
<<lo so, ho capito, va bene così>>sorrise.
lo presi per il collo, lo tirai a me e lo baciai.
chiesi accesso con la lingua e me lo concesse.
<<ti amo testa di cazzo>>parlai sulle sue labbra.
<<da impazzire>>mi baciò il sorriso.
appoggiai la testa sulla sua spalla e lui iniziò ad accarezzarmi la pancia.
<<dove lo facciamo nascere il bambino?in italia o in marocco?>>domandai.
<<cosa?>>disse incredulo.
<<dove partorisco, qua o in marocco?>>ripetei.
<<a me piacerebbe molto farlo nascere da me, ma non voglio scomodarti, sai magari potrebbe creare problemi>>si girò verso di me.
<<se te l'ho chiesto vuol dire che sono disposta a farlo>>sorrisi perdendomi nei suoi occhi.
<<sicura?>>chiese prendendomi per il mento.
<<mmh-mmh>>annuii.
ci stavamo per baciare quando il campanello suonò.
<<vado io>>urlai.
camminai fino alla porta d'entrata, pensavo fossero i ragazzi e veronica, ma invece era mio padre con l'arpia.
lui non sapeva niente della gravidanza, era stata una mia scelta non dirglielo.

<<buon natale!>>esclamò cercando di abbracciami ma con una lesta mossa lo scansai.
<<grazie>>risposi secca.
incominciò ad alternare lo sguardo dalla mia pancia al mio viso.
per quanto possa aver indossanto un maglione largo, sami si intravedeva lo stesso.
stavo per chiudere la porta in faccia quando lo sentii parlare.
<<sto diventando nonno?>>indicò il mio ventre.
<<si>> annuii.
sentii zaccaria raggiungermi.
<<con lui?>>indicó facendo una faccia strana.
<<certo>>mi girai verso il moro, sorrisi e lo baciai.
<<lo sai che lo avrà fatto solo per prendere la cittadinanza?>>domandò quell'altra.
la fulminai con lo sguardo cercando di trattenermi.
<<tanto partorisci e poi se ne troverà una meglio di te, non è che ci voglia tanto eh>>continuò gesticolando.
feci un passo verso di lei e le stampai un bel ceffone sulla guancia.
m'ero fatta male pure io.
<<per la cronaca, ho già la cittadinanza>>disse il moro.
<<e poi prima di parlare di lei, guardati te che ce n'è bisogno>>sorrise falsamente.
chiusi la porta in faccia ai due ebeti.
io e zaccaria ci guardammo, ridemmo e ci demmo il cinque.
<<ben fatto ragazzina>>accarezzò con il suo pollice le mie labbra.

anche se le nostre strade si divideranno, io sarò sempre al tuo fianco.

viviamo come in un film, solo io e te //babygang Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora