trentuno

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zaccaria ieri sera è uscito.
io sono rimasta a casa a preparare le valigie dato che domani dobbiamo partire.
giuro che tra entro mezzogiorno non torna io rimango qui, in italia.
da quanto ho visto, è andato a divertirsi.
dico così perché lo stronzo mi ha bloccato le storie ma non sa che i suoi amici hanno postato storie dove inquadravano pure lui.
a me non da fastidio che lui vada a fare serata, anzi, ogni tanto bisogna 'staccare'.
lo farei pure io se non fossi incinta.
ma la cosa che mi urta è che lui pensa tanto a casa che c'è gin, si arrangia lei, invece no, non sta volta.
io la mia valigia l'ho preparata, ma come l'ho fatta la disfo.

il campanello suona, mi fiondo alla porta pensando di trovare il moro, ma non era lui.
<<ginevra, come posso averti dimenticata!>>ghigna un uomo sui trent'anni.

come io posso dimenticare lui.

<<senti io sono fuori dal giro>>dico chiudendo la porta.
<<no gin, mi devi dei soldi, che è la gravidanza ti fa dimenticare le cose?>>domanda mettendo un piede in modo da non lasciarmi chiudere la porta.
abbasso il volto e mi vengono in mente quegli anni che pur di mangiare del pane spacciavo.
<<no, non ho dimenticato>>rispondo con voce rotta.
<<che vuoi ancora? mi hai rovinato la vita prima, vuoi farlo anche ora?>>chiedo retoricamente.
<<qualche anno fa non dicevi così>>mi accarezza la guancia.
<<non toccarmi!>>gli sposto la mano.
<<vai via, non voglio più vederti>>lo spingo.
<<sappi che non è finita qui, ti sei salvata il culo solo perché c'hai un bambino>>stringe i denti.
prima di girarsi alza 4 dita con la mano destra <<quattro mila, entro il mese prossimo, non un giorno in più>>si volta e scende le scale di corsa.

sono nella merda, come faccio?
non lavoro, zaccaria di tutto questo non sa nulla, non voglio nemmeno accennarglielo, sarebbe la volta buona che mi lascia.

sbatto la porta facendo tremare i quadri appesi nelle pareti del muro.
scuoto la testa cercando di far andare via tutti i pensieri negativi.
mi squilla il telefono, lo estraggo dalla tasca, era la testa di cazzo di zaccaria.
<<cherie scusa, due minuti e sono lì>>parla agitato.
<<okay, io ho preparato la mia, manca solo la tua>>
appendo.

ora mi sarei fumata una j ed avrei bevuto un po' di jack daniel's, così da distrarmi un po'.
ma non posso, vado in terrazzo, prendo le cuffiette e me le infilo nelle orecchie con la musica sparata.
non voglio ricadere nella voragine dove ero finita qualche anno fa, non di nuovo.
avrei bisogno di qualcuno, qualcuno che possa ascoltarmi, che possa consolarmi.

veronica.

tolgo le cuffie, prendo le chiavi della mercedes, lascio quelle di casa sotto lo zerbino e mi avvio verso la casa della bionda.

<<gin, tutto bene? hai una brutta cera>>chiede aprendo la porta.
scuoto la testa in segno di negazione, mi mordo le labbra.
<<no gin, non dirmi che è quello che penso>>chiede alzando le ciglia.
annuisco.
<<dai su entra>>apre di più la porta.
mi accordo sul divano, poco dopo mi raggiunge pure lei.
<<quanti sono?>>domanda
<<quattro mila>>dico portandomi le mani sulla faccia.
<<entro il mese prossimo>> parlò con voce rotta.
<<quando è stata l'ultima volta>>poggia una mano sulla mia coscia tremolante.
<<novembre, qualche settimana prima del mio compleanno>>farfuglio.
<<niente cazzate>>alza le ciglia.
<<tre settimane fa>>affermo.
<<ginevra!>>esclama.
<<ginevra cosa? chi portava a casa i soldi? non potevo appoggiarmi su zaccaria o su mamma o su nicola.
non lavoro, cosa dovevo fare?>>domando a raffica alzandomi in piedi.
<<ci siamo noi, io ed i ragazzi, ci siamo sempre stati, e tu lo stesso con noi>>mi segue con lo sguardo.
<<ho due scelte, o rapino qualche banca qui nei dintorni, o lo ammazzo, non mi faccio problemi>>mi mordo il labbro inferiore.
<<vuoi marcire in carcere? sta volta buttano la chiave>>cerca di farmi ragionare invano.
<<zaccaria senza te darebbe di matto, mamma, non immagino cosa possa andare incontro, nicola lo stesso,e noi? sami? è questo che vuoi?>>continua mantenendo il tono calmo.
<<non ho altra scelta veronica!>>mi altero.
<<in un mese di lavoro guadagno 1.400€, come faccio?!>>domando retoricamente.
<<ce la farai, niente cazzate, ci siamo noi>>si alza e mi abbraccia.
mi lascio cadere in un pianto sofferente.
mi chiama zac, rispondo avviandomi verso la porta.

<<sono da veronica, adesso arrivo>>dico cercando di trattenere i singhiozzi.
appendo.

<<su dai, non voglio vederti così>>si avvicina alla porta di casa.
<<grazie veronica>>tiro su con il naso.
<<prometti che non farai cazzate?>>alzò le ciglia.
la guardò senza aprire bocca lasciando intendere la mia risposta.
io so quello che devo fare, sono consapevole che è sbagliato, ma non posso fare altro.
la abbraccio, forse per l'ultima volta e torno a casa.

apro la porta e sento la musica a palla, un sorriso fa spazio tra le mie lacrime.
prima che possa vedermi me le asciugo, schiarisco il tono di voce a vado in camera per mettermi comoda.
il moro era in bagno, aveva appena finito di docciarsi, stava ascoltando la notte di san lorenzo di luchè.
sento la porta aprirsi e un'ondata di caldo raggiunge la stanza.
poco dopo sento le sue mani umide alzarmi la felpa e poggiarsi sulla pancia.
inizia a lasciarmi baci sul collo.
poco dopo, con voce roca, intona il ritornello sussurrando nel mio orecchio.

Ti ho sentita triste al telefono
Ma in questi casi le parole non servono
Ho bisogno di abbracciarti da dietro e sussurrarti all'orecchio
"Sto vicino a te"

mi volta facendo sbattere i nostri petti.
<<sai, non ti facevo tipo da luchè>>risi.
<<ah no>>mi baciò ripetutamente.
<<no>>sorrisi tristemente.
<<ehi, che hai? prima ti ho veramente sentita triste>>corrugò la fronte.
<<tutto okay, ho solo mal di testa>>scuoto il capo.
sento i miei occhi cristallizzarsi, non posso mostrami debole davanti a lui.
<<sappi che qualsiasi cosa tu abbia bisogno io ci sono, se vuoi parlare, sono qui, a tua disposizione>>apre le braccia.
annuisco abbassando la testa.
<<vado a preparare il pranzo>>sorrido lievemente.
mi da una pacca sul culo, ride, rido e mi avvio in cucina.

e se ti dicessi il casino in cui mi trovo, che fai?
aveva ragione papà, sono un disastro.

viviamo come in un film, solo io e te //babygang Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora