venti

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zaccaria's pov
non averla di fianco, non avere i suoi capelli in faccia, non avere le narici invase dal suo profumo, non stringerla a me, mi fa provare una sensazione di vuoto.
sono disteso nel letto, mi giro e rigiro su me stesso.
non riesco a dormire.
penso.
penso alla discussione avuta poche ore fa, lei non capisce il motivo per cui le ho detto quelle cose.
non voglio perderla, non voglio che faccia la mia stessa fine.
proteggerla, questo è quello che voglio fare.
mi alzo, mi vesto velocemente con i primi abiti che mi capitano sotto le mani.
salgo in macchina e mi dirigo verso casa sua.
dopo pochi minuti le scrivo un messaggio, dato che è tardi non vorrei disturbare.
spero che sia sveglia.

a ginevra💘
scendi
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esulto baciandomi l'indice ed il medio portandoli verso il cielo.
la vedo scendere dalla sua palazzina, aveva i capelli sciolti, dei pantaloni lunghi di tuta ed un giubottino.
sembrava mamma.
involontariamente sorrisi.
la vedevo che si stringeva nel giubbotto, probabilmente aveva freddo.
il vento gelido le scompigliava la sua chioma che lei tanto odiava, ma io amavo.
<<senti i->>provai a parlare ma lei si intromise.
<<non dovevo andare via così, mi spiace è che se fossi rimasta li ancora per un po' credo che sarebbe successo un casino>>gesticolò.
<<beh in realtà il primo a scappare ero stato io, solo che poi hai detto quella cosa e mi si è gelato il sangue>>risi contagiandola.

la cosa che mi piaceva di più è che quando discutiamo non ci urliamo dietro, non ci insultiamo, non diventiamo violenti, beh magari dopo si, però durante no.

<<lo pensi davvero?>>domandai inarcando le sopracciglia.
<<cosa?>>rispose confusa.

se lo è già dimenticato, forse lo ha detto perché era in preda alla rabbia.

<<che forse è meglio che ognuno vada per le sue>>continuai con tono triste.
non rispose.
<<io ti voglio con me, non voglio lasciarti andare, mai lo farò>>provai a spiegare ciò che pensavo.
<<mi ha fatto male quella frase, sai? è come se non riuscissi a fidarti di me>>parlò con voce tremante.
<<non è che non mi fido, voglio proteggerti>>dissi.
<<sei consapevole che io ce la faccio anche da sola>>rise stringendo il giubbotto.
annuii <<sisi mi ricordo>>risi pure io.
<<hai freddo cherie?>>le accarezzai la spalla.
<<un pochino>>fece le spallucce.
<<ti amo>>dissi con un filo d'imbarazzo.
<<anche io ti amo,io non amo babygang, non amo il babygang sta nelle strade a fare cazzate ma io amo zaccaria mouhib>>mi guardò dritto negli occhi.
<<che vorresti dire?>>chiesi non capendo.
<<che io ti amo per come ti comporti con me, quando ci stavamo frequentando tu eri ancora nel giro, ma io non ho detto una parola su questo, perché mi stavo innamorando di zaccaria mouhib>>mi puntò l'indice.
<<non capisci>>scossi la testa.
<<non capisco cosa?>>allargò le braccia.
<<anche se c'hai solo 18 anni e sei ancora una ragazzina, credimi o no, tu sei la donna della mia vita, io ti porterò in marocco, ti farò conoscere mamma, ti voglio mia, con me, per sempre>>gesticolai nervosamente.

non ho mai creduto alle parole per sempre, ma con lei sì, è quella giusta.

<<oh zaccar->>rispose.
non resistevo più, la presi per il volto e la baciai com foga, chiesi accesso con la lingua e me lo concesse.
ci staccammo data la mancanza d'ossigeno, la guardai ed abbassò il capo imbarazzata.
appoggiai la sua fronte alla mia
<<sei una testa di cazzo>>parlai a pochi centimetri di distanza dalle sue labbra.
<<mai quanto te>>rise come una bambina facendo la linguaccia.
<<dai ora torna su che fa freddo e c'hai due occhiaie da paura>>le accarezzai la guancia.
<<andiamo volevi dire>>mi corresse.
<<sicura, sai non voglio>>lasciai in sospeso la frase facendole intedere ciò a cui pensavo.
<<nicola è a casa di una ragazza, mamma ha il turno di notte, solo io e te>>mi strizzò l'occhio.
chiusi a chiave la macchina e tra un bacio e l'altro salimmo a casa sua.

nel mentre che stava aprendo la porta mi misi dietro di lei, appoggiai le mani sulla sua pancia e feci scendere l'indice ed il medio incominciando ad accarezzargliela.
<<dai scemo, vuoi che riamaniamo qua tutta la notte?>>girò la chiave.
entrò, si girò verso di me e mi avventai sul suo collo.
la presi in braccio e ci avviammo verso camera sua.
la appoggiai delicatamente nel letto ed incomiciai a spogliarla.
<<che c'è? vuoi che mi fermo?>>chiesi alzandomi reggendomi sui gomiti.
<<no è che ho un po' di mal di testa>> disse toccandosi la tempia
mi alzai dal letto e mi avviai verso la cucina.
le preparai un bicchiere di oki.
<<amo dove vai?>>la sentii ridere.
<<bevi>>dissi continuando a mescolare la polverina dentro al bicchiere.
fece una faccia contrariata, lei è una che preferisce non assumere medicinali.
<<dai così ti passa>>sbattei il cucchiaino sul bordo del bicchiere, lo leccai e le porsi il bicchiere.
lo bevette tutto su un sorso e mi distesi di fianco a lei.
la presi e la misi a cavalcioni su di me.
incominciai a lasciarle qualche succhiotto nel seno e nella pancia.
le abbassai di qualche centimetro i pantaloni in modo da iniziare a giocherellare con l'elastico delle mutande.
vidi che fece una faccia strana.
<<no zac devo andare in bagno>> saltò giù dal letto e si avviò verso il bagno.
con passo spedito la raggiunsi, aveva già la faccia dentro al water.
<<apri la finestra>>la indicò.
feci ciò che mi ordinò mi sedetti sul bordo del bidet e le raccolsi i capelli.
dopo che vomitò anche il pranzo della sua cresima, si alzò le lavai la faccia ed in seguito si lavò i denti.
io andai in cucina a prenderle un po' d'acqua,
lei era in camera.
quando entrai la vidi guardarsi allo specchio di profilo, simulando di avere il pancione.

<<che fai?>>le chiesi ridendo.
<<uh, no niente>> l'avevo colta di sorpresa, era quasi imbarazzata.
<<spero che avrà il tuo sorriso>>mi baciò.
<<io spero che non abbia il tuo carattere>> scherzai.
<<eddai>> mi diede un pugno leggero sul pettorale.
<<guarda che ti ho vista oggi al ristorante eh>>dissi ridendo.
<<e dov'eri?>>chiese.
<<alla cassa sono entrato per ultimo, ero dietro mohamed>>risposi portandole una chiocca di capelli dietro l'orecchio.
<<beh avevo ragione>>parlò con tono ovvio.
<<quando ti ho vista ritornare con la scatola del pesce tiggiuro che tutti i ragazzi sono scoppiati a ridere>> risi ancora.
<<puoi dirmi tutto quello che vuoi ma io che non sono capace a cucinare proprio no>> borbottò buttandosi sul letto.
si lamentò per qualche minuto di quel cliente per poi addormentarsi abbracciata a me.

mi spiace ginevra fabbris ma non ti libererai mai di me.

viviamo come in un film, solo io e te //babygang Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora