sei

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da quella sera saranno passate un paio di settimane, non ho più sentito zaccaria.
forse meglio così.
ogni tanto veniva al ristorante, anna diceva che lasciava delle mance per la cuoca che sarei io,niente di più.

sta sera c'era un sacco di gente, ma fortunatamente era arrivato fine turno, erano le 11, nessuna persona apposto con il cervello si presenta ad un ristorante a quell'ora, almeno io so che cosa vuol dire lavorare parecchie ore con il fuoco addosso, non lo farei mai.
sta di fatto che ad un certo punto anna entra in cucina prendendo dei menu.

<<oh che fai? io non tocco più padella eh>>la avvisai portandomi una sigaretta dietro all'orecchio.
<<è arrivata della gente, vuole mangiare per forza>>continuò.
sentii franco sbuffare.
mi lavai le mani, appoggiai l'asciugamano sulla spalla <<ci parlo io>>annunciai battendo la mano sul petto.
uscii c'era ancora della gente seduta nei tavoli, altri che se ne stavano andando.
mi avviai verso la cassa dove c'erano i clienti.
in fila per pagare c'erano i rapper di lecco, lui compreso.
li ingnorai.
feci cenno con la testa in modo che potessero parlare.
<<senti ragazzina noi vorremmo mangiare, è possibile?>>domandò squadrandomi date le mie condizioni.

ragazzina tu mamma intanto

<<no, non è possibile, stiamo chiudendo ed io non ho intenzione di cucinare ancora>>risposi.
<<è il tuo lavoro>>continuò l'uomo.
<<che cazzo vuol dire? sono le 11.30, andate da un'altra parte>>cercai di mantenere la calma.
<<allora intanto moderi i termini, ed io pretendo di mangiare, ora, altrimenti..>>urlò lasciando la frase in sospeso.
<<altrimenti cosa? mi metti una brutta recensione?>>domandai retoricamente ridendo senza umorismo.
mi guardò.
scesi dalla cassa, e lo sorpassai dandogli una spallata.
presi in mano alla sigaretta tenendola salda tra l'indice e il medio e mi girai <<ah ed io pretendo che tu e tutta sta gente ve ne andiate>>sorrisi falsamente.
<<che razza di puttanella>>borbottò.
<<ripetilo>>disse zaccaria.
neanche io tempo di ripeterlo che si beccò un pugno nell'occhio dal moro, il quale gliene scagliò altri due.
<<zaccaria!>>urlai.
non appena sentì la mia voce, si paralizzò, prese l'uomo per la maglia e lo buttò fuori dal locale.
<<non serviva>>gli schiaffeggiai delicatamente la guancia.
<<per te questo ed altro cherie>>disse con tono dolce guardandomi negli occhi.
sbuffai e risi, capì a ciò che mi stavo riferendo.
mi era pure passata la voglia di fumare, strano.
ritornai in cucina, pulii, mi cambiai e mi avviai all'uscita.

lui era rimasto fuori con i suoi, passai di fianco a loro ed immediatamente cessarono di parlare.
feci per aprire la porta posteriore della macchina per poggiare la borsa e mi accorsi che mi avevano bucato la ruota della macchina.
imprecai ad alta voce, aprii il baule per cambiarla.
<<serve aiuto?>>urlò una voce.
<<no ce la faccio>>risposi a fatica dato che stavo sollevando il ruotino.
come non detto, mi girai e mi ritrovai circondata dai ragazzi.
<<da qua>>disse zaccaria.
<<fra controlla che sia gonfia>>aggiunse il ragazzo con i baffi.
<<ma non credo che sia sgonfia>>parlai.
<<cherie quando l'hai presa la macchina?>>chiese zaccaria guardandomi.
<<ma che cazzo ne so, l'ho rubata>>risposi seria.
si misero a ridere rumorosamente.
<<ma che vi ridere voi?>>domandai seria.
risero ancora più forte.
<<fra a vederla così sembra sgonfia>>intervenne il ragazzo con i capelli lunghi.
<<c'hai ragione anas, è sgonfia>>affermò zaccaria.
bestemmiai sotto voce.
<<vabbè chiamo mio fratello>>pensai ad alta voce.
vidi zaccaria fare segno ai suoi di andare via, così fecero.
<<non serve>>annunciò.
<<puoi stare da me>>continuò quasi imbarazzato.
alzai un sopracciglio.
<<non ho smesso di pensare a ciò che ho perso, da quella sera non ho visto più nessuna, giuro>>si fece una croce sul cuore.
<<voglio solo te, e sai benissimo che non possiamo essere solo amici>>proseguì.
<<lo so, eccome che lo so>>borbottai.
<<quindi vuoi venire? ci sono i fuochi sta sera per la sagra>>propose.
<<vabbene, faccio un salto a casa a prendere un cambio a meno che tu non ce l'abbia gia>>sospirai.
<<che stronza>>rise.

••••

<<oh aspetta voglio provare a sparare>>disse tutto agitato.
<<peggio dei bambini sei>>sussurrai.
<<cos'è che hai?>>domandò stingendomi il fianco.
<<che sei peggio dei bambini>>ripetei per poi fargli la linguaccia che prontamente la morsicò.
<<aia ma che sei scemo>>alzai il tono di voce.
lui rise.
mi abbassò la gonna e ci avviammo verso la bancarella.
imbracciò il fucile finto e fece cadere gran parte delle lattine.
si avvicinò, mi mise una ciocca dietro all'orecchio e mi sussurrò <<se becco quello senza guardare, ti bacio>>
<<vabbene>>scossi la testa in segno di approvazione.
<<vabbene?>>ripetè quasi incredulo.
<<mmh-mmh>>annuii.
si girò, guardò prima la mia scollatura e poi i miei occhi.
<<la faccia zaccaria>>dissi cercando di coprire il seno.
sparò e fece centro.
posò il fucile, non chiese nessuna ricompensa.
ci allontanammo dal posto infilandoci in mezzo alla folla.
<<e adesso?>>domandò accarezzando il mio mento.
si leccò le labbra e si avvicinò sempre di più alla mia bocca.
avevamo entrambi gli occhi chiusi, in attesa del contatto.
<<ue zaccaria che fai qui?>>domandò un suo amico dandogli una pacca sulla schiena.
bestemmio silenziosamente, ciò mi fece ridere, lui lo notò infatti mi sorrise anche lui.
<<un giro>>borbottò.
avevo lo sguardo del ragazzo addosso, il moro se ne accorse così mi strinse subito a se.
<<ma?>>mi indicò.
<<è off-limits fra>>disse stringendo i denti.
<<capito>>alzò le mani in segno di resa e se ne andò.
<<che coglione>>scosse la testa.
io risi.

ci facemmo un giro, prendemmo una birra anche se lui era contrariato, infatti non voleva che la bevessi, anzi voleva che io bevessi solamente alcuni sorsi dalla sua.
tra una canna e l'altra arrivò l'ora dei fuochi.

<<dai vieni qui, non c'è mai nessuno>>allungò la mano verso di me.
mi accesi l'ennesima canna e lui me la rubò subito.
<<oh basta, sarà la terza nel giro di mezz'ora neanche>>mi sgridò appoggiandosi su un muretto.
non dissi niente, mi sedetti a terra nell'erba qualche metro distante da lui.
tenni le gambe piegate, mi sorreggevo con le mani.
<<molla>>disse zaccaria sedendosi dietro di me alzandomi le mani.
<<appoggiati>>posò una mano sul mio petto facendomi adagiare al suo.
<<sicuro che non sei scomodo?>>domandai alzando lo sguardo.
<<shh stanno iniziando>>disse indicando il cielo.
avvolse il mio corpo con le sue braccia, mi porse la canna,feci un tiro e poi gettò il mozzicone.
mi baciò i capelli e poi appoggiò il suo mento nella mia testa.

stavano per terminare così si alzò e mi fece alzare, mi tirò a se, e sussurrò <<esprimi un desiderio>>
accarezzò le mie labbra con il suo pollice e mi baciò.

vorrei che fossi meno testa di cazzo.

viviamo come in un film, solo io e te //babygang Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora