sedici

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prendo il cartone della pizza, ci infilo la diavola che avevo cucinato per zaccaria, mi cambio e non prima di aver salutato tutti esco dal ristorante.
oggi avevamo 2 cresime, un compleanno ed un matrimonio.
era dalle 12 che ero sotto i fornelli, ero morta.

finalmente respiravo aria fresca, questa sera sarei dovuta tornare a piedi perché zaccaria doveva esibirsi dato che era uscita la sua nuova canzone.

era l'una.
incomincio a camminare calciando qualche sassolino.
dopo alcuni metri arriva una macchina e si affianca.
<<dai sali ti porto a casa>>era lorenzo.
<<sei il mio angelo>>esclamai con un sorriso a 32 denti.
poggiai sulle mie gambe la pizza, schioccai un bacio sulla sua guancia e si avviò.
<<ti porto a casa di zaccaria?>>chiese.
<<si grazie>>annuii.
<<che ci facevi in giro a sta ora?>>inarcai le soppracciglia.
<<sono uscito con veronica>>rise.
<<si mi aveva detto che le interessavi>>dissi sorpresa.
<<beh, spara, com'è andata?>>domandai curiosa.
<<bene, è una brava ragazza, ci siamo baciati, niente di più>>distolse lo sguardo dalla strada per spostarlo su di me.
<<son contenta dai, l'importante è che tu abbia passato bel tempo>>esclamai felice.
<<con zaccaria? ancora niente?>>deviò il discorso.

la mattina dopo del mio compleanno avevo chiamato immediatamente i ragazzi per raccontare tutto, erano più entusiasti di me, avevamo già programmato di organizzare un gender reveal, una festa nella quale si scopre il sesso del bambino.
erano impazziti, io gli volevo bene, tanto bene.

<<ci stiamo provando, per ora niente ritardi ne nausee o cose del genere>>risposi con tono triste.
<<vedrai che presto diventerò zio, ne sono sicuro>>appoggiò la sua mano sulla mia coscia facendo spazio dal cartone della pizza il quale lo alzai leggermente.
<<lo spero anche io>>annuii.
<<eccoci qua, domani usciamo? è da tanto che non lo facciamo, io te marco e veronica, ti va?>>chiese accostando l'auto.
<<certo, se finisco di lavorare in orari decenti vengo volentieri, tanto zaccaria in sti giorni è spesso via per lavoro quindi io passo giornate a casa a non fare nulla>>risposi sorridendo.
<<vabbene, allora ci sentiamo>>mi baciò la guancia.
<<mmh-mmh>>annuii.
<<graziee, salutami marco>>dissi prima di entrare a casa di zaccaria.
aspettò che entrassi e poi sfrecciò via.

appoggiai il cartone della pizza su una sedia, preparai velocemente la tavola, spostai la pietanza sul bancone ed andai a farmi una doccia fresca.
dopo qualche minuto uscii, mi spazzolai i capelli bagnati, mi lavai la faccia, infilai pigiama, presi una sigaretta ed uscii in terrazzo.
mi sedetti per terra ed ammirai lecco.
feci un tiro e sentii tutto lo stress della giornata sparire.
erano poche le volte da quando avevamo deciso di provare a fare un bambino che fumavo, com'è giusto che sia.
anche se è molto difficile per me, lo ammetto, però devo farlo e non è un peso, anzi.
fumo massimo 2 sigarette al giorno, i capelli non puzzano più, incomincio a sentire di più i sapori e non ho più il fiatone dopo aver percorso 2 piani di scale, mi stavo 'disintossicando' da sta merda e ne andavo quasi fiera.

ero immersa completamente nei miei pensieri quando sentii un rumore provenire dalla cucina, non avevo né attacato l'allarme tantomeno chiuso a chiave.
l'allarme lo avevo lasciato spento perché una sera zaccaria tornò tardi ed io ero qui da lui, non appena entró in casa scattò l'allarme e svegliai tutta lecco.
la porta non la inchiavai in caso il moro fosse tornato a casa brillo almeno non avrebbe avuto difficoltà ad entrare.
zaccaria era cambiato, era diventato più responsabile, non beveva fino ad ubriacarsi, non si faceva più troppe canne, chiaro, una ogni tanto se la rollava però non esagerava, ecco.

torniamo al punto, spensi la sigaretta ormai terminata, mi alzai ed andai verso la cucina.
dal salotto vidi che la luce era accesa.
panico.
<<cherie! che ci fai sveglia a quest'ora?>>domandò appena intravide la mia sagoma nel corridoio.
addentò la pizza, fece indietreggiare una sedia così da farmici sedere.
<<sono tornata da poco, tanta gente oggi>>mi sedetti di fianco a lui.
<<te com'è andata?>>corrugai la fronte.
<<non sei tornata sola vero?>>deglutì per poi bere un sorso di birra.
<<stavo, ma lorenzo mi ha dato un passaggio>>rispose.
<<bene>>annuì per poi addentrare nuovamente la pizza.
<<beh, vuoi dirmi com'è andata>>insistei ridendo.
<<anche da me c'era tanta gente, non me lo sarei aspettato, ho cantato qualche altro pezzo, incredibile, le loro voci sovrastavano la mia con il microfono>>parlò con la bocca piena.

era felice, lo sentivo, se lui lo è lo sono anche io.

<<come stai, hai qualche malessere, non so ti scappa da vomitare?>>chiese accarezzandomi il dorso della mano.
<<no per ora no>>risposi delusa.
<<ehi, non preoccuparti, ci riproveremo>>sorrise parlandomi con tono dolce.
annuii.
mangiò il resto della pizza e sistemammo le ultime cose.
tra un bacio e l'altro ci lavammo i denti e ci infiammano sotto le coperte.
mi prese per i fianchi e mi fece adagiare alla sua intimità.
infilò le mani sotto la mia maglia ed incominciò a farmi dei grattini sul ventre.
<~ti amo cherie>>disse.
<<anche io>>appoggiai la mia testa sulla spalla.
dopo qualche istante smise di accarezzarmi e rimase con le mani sulla mia pancia.
<<già mi ti immagino, tu con il pancione, ed io che ti lego le scarpe>>rise.
<<dai scemo!>>esclamai.
<<ora dormi>>mi baciò la testa.
<<notte papi>> lo stuzzicai.
<<stronza>>mi pizzicò il fianco.
sentii il suo respiro farsi pesante, si era addormentato.
dopo poco mi addormentai anche io tra le sue braccia.

con lui potrei andare fino a marte a piedi, solo se c'è lui al mio fianco però.

viviamo come in un film, solo io e te //babygang Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora