trentanove

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<<ciao, vi vediamo domani alle 17>>mi salutò franco.
<<ciao>>salutai tutti facendo cenno con la mano.

oggi sono andata a lavorare la mattina, sarei dovuta andare anche oggi pomeriggio dato che franco è andato via.
esco da ristorante getto la spazzatura ed attraverso la strada.
la mia attenzione viene attirata da un suono di un clacson, era zaccaria.
<<dai sali>>abbassò il finestrino del passeggero.
mi sedetti e subito mi rubò un bacio.
<<ciao amore>>mi girai verso sami.
<<com'è andata oggi?>>domandai a zaccaria.
<<mi sei mancata tanto>>fece il labbruccio.
sorrisi e lo baciai nuovamente.
<<andiamo a farci un giro, che dici?>>tenne lo sguardo fisso sulla strada.
<<sempre che tu non sia troppo stanca>>si voltò verso di me.
<<a me basta farmi una doccia, poi facciamo quello che vuoi>>dissi ridendo.
<<okay, allora facciamo un salto a casa così ti lavi>>annuì sorridendo.
<<c'era gente?>>chiese preoccupato.
<<no, non molta>>risposi controllando whatsapp.
<<bene dai>>sorrise.
<<ah, tieni>>gli porsi una banconota da 20€ dato che sia ieri che oggi mi aveva sia portato che venuto a prendere, mi sentivo abbastanza in debito con lui.
<<ma per favore>>spostò la mia mano.
<<vabbè te li darò in qualche maniera>>strizzai l'occhiolino.
<<stronza>>mi fece la linguaccia.

••••

<<per favore provati questi jeans, voglio vedere come ti stanno>>lo implorai.
<<tanto sai che non li metterò mai>>disse avvicinandosi a me.
<<dai su, poco ti costa>>strizzai l'occhiolino.
<<lo faccio solo per te>>mi indicò socchiudendo gli occhi.
feci la linguaccia e spinsi il passeggino fino si camerini seguendolo.
nel mentre che aspettavo il moro che si cambiava, diedi un' occhiata al telefono.
mi accorsi che mi era arrivata una notifica da whatsapp, speravo solamente che non fosse simone.
era veronica.
tirai un sospiro di sollievo.

da veronica👼🏻
sta sera vieni in disco?😋

a veronica👼🏻
vero, devo andare a lavoro

da veronica👼🏻
che palleeee, vabbè dai facciamo per un'altra volta

misi like al messaggio, lo bloccai e zaccaria mi richiamò.

<<chi era?>>domandò inarcando il sopracciglio.
<<se è quello i-io, tiggiuro che>>si arrabbiò.
<<ehi, tranquillo era veronica>>risi tranquillizzandolo.
<<mmh vabbene>>annuì incerto.
<<guarda>>gli mostrai la chat.
<<si ti credo non serve che mi fai vedere>>spostò il telefono non guardandolo nemmeno.
<<beh, come sto?>>si mise una mano sul fianco.
sami si mise a sorridere battendo le sue mani.
<<devo aggiungere qualcosa?>>risi alla scena.
<<quando bello é il papi?>>domandai a sami guardando zaccaria maliziosamente.
mi prese per il braccio e trascinò dentro.
<<non sai che ti faccio sta sera, non riuscirai più a camminare per un paio di giorni>>sussurrò all'orecchio mordendomi il lobo.
<<ah si? sei veramente in grado di farlo?>>lo provocai.
<<non sai di che sono capace cherie>>con una mano mi accarezzò la intimità.
<<scemo, cambiati e dammi sti pantaloni che te li compro>>lo respinsi.
<<prima un bacino>>mi prese per i fianchi
mi baciò dolcemente, delicatamente, probabilmente aveva paura di farmi male.

••••

zaccaria's pov
passammo davanti ad un negozio di gioielli e ginevra rimase incantata.
sembrava una bambina quando la si porta in un negozio di bambole.
<<guarda che bello questo>>esclamò con gli occhi che le brillavano.
<<ti piace?>>domandai ridendo.
<<si, è bellissimo>>mi guardò negli occhi.
vidi il suo sguardo poggiarsi sulla targhetta del prezzo, effettivamente era abbastanza costoso per lei, ma per me no.
farei di tutto pur di renderla felice.
<<vabbè dai andiamo>>fece cenno con la testa.

<<prendiamo delle nocciole caramellate, ti prego>>unì le mani in segno di preghiera.
risi e ci avviammo verso la bancarella.
mi venne in mente la sera che le proposi di diventare la madre dei miei figli, che bei tempi, tutto filava dritto.
non che adesso vada male, però inevitabilmente, da quando la 'lasciai' il nostro rapporto cambiò leggermente.
<<grazie mille>>sorrise a 32 denti al signore che gestiva la bancarella.
<<vuoi?>>allungò il braccio con il sacco.
<<si dai>>ne presi qualcuna.
dopo aver passeggiato per un'altra decina di minuti tornammo a casa in macchina.
<<ma questa non è mica la tua canzone?>>domandò alzando il volume della radio.
<<si, quella che non è orecchiabile>> le feci la linguaccia.
canticchiò il ritornello sottovoce, come se avesse paura che la sentissi.
<<ahh, sei stronza allora, ti piace>>la presi in giro.
<<l'ho ascoltata un paio di volte, non è male però>>lasciò in sospeso la frase.
<<però l'ho dedicata ad alessandra, questo è il problema vero?>>domandai corrugando la fronte.
non rispose.
un classico, quando stai dicendo la verità e lei non risponde vuol dire che ti sta dando ragione indirettamente.
<<ora ci sei tu, tu solamente>>posai una mano sulla sua coscia.
rimanemmo in silenzio per alcuni secondi e quando arrivò il pezzo della canzone che preferisco di più, presi la sua mano, la incrociai con la mia e la appoggia sul cambio.

I tuoi occhi parlano i tuoi occhi non stanno bene
E dicono che a noi due ci conviene
Lasciar tutto e tutti all'improvviso e partire insieme
Lontano da qui, yeah
Dagli occhi di ìsta gente
Sì, lontano da qui
Il resto non conta niente

la cantai tutta guardandola nei suoi occhi che a me appaiono spenti.
abbassò la testa e sorrise imbarazzata.
guardandola mi accorsi che stava arrossendo.

ginevra che arrosisce? aspettate ginevra fabbris è appena arrossita? non credo ai miei occhi.
ben fatto zaccaria hai centrato il suo cuore in pieno.

<<si è fatto tardi, riusciresti a portarmi al ristorante?>>domandò guardando l'ora dal telefono.
<<ma non hai mangiato nulla a parte delle noccioline>>dissi mantenendo lo sguardo fisso sulla strada.
<<mangio dopo>>sorrise senza mostrare i denti.
<<mmh, non va bene, siria ha bisogno di energie>>le accarezzai la pancia.
<<cretino>>scosse la testa ridendo.

<<ci vediamo dopo>>mi baciò le labbra.
<<ciao piccolino, non far impazzire papi>>parlò a sami il quale stava dormendo come un tasso.
la guardai entrare e poi partii.

••••

<<eccola, sta arrivando, è arrivato il momento di dirglielo>>disse mohamed facendo cenno con la testo verso la mia donna.
<<no fra, non ce la faccio, e se la prendesse male?>>domandai strofinando le mani sulle mie cosce.
<<dai fra, se hai le palle diglielo>>parlò omar.
la guardai avvicinarsi ad un tavolo con due piatti di pizze tra le mani.
quella sera oltre a me con i miei e sami, c'erano anche suo padre e la sua compagna.
fece per servili, mi guardò e sorrise come una bimba.
stava per ritornare in cucina quando la donna le fece allungò sbadatamente il piede facendola inciampare.
riuscì a restare in piedi aggrappandosi ad anna, la quale aveva tra le mani una torta.
inevitabilmente la torta cadde e sporcò le due ragazze.
ginevra fulminó la donna la quale se la rideva.
prese il bicchiere di vino rosso e glielo gettò in faccia facendo attenzione a cospargere il liquido sul vestito bianco in seta.
immediatamente la donna si pulì la faccia con il tovagliolo.
<<adesso la torta la paghi tu>>alzò il tono di voce.
<<non é stata colpa mia>>disse la donna.
<<ora rifammi sta pizza che sa da vino>>prese il piatto e glielo passò.
<<te la mangi così, e la paghi anche>>si sistemò il cappellino.
<<ginevra! cucinane un'altra immediatamente!>>esclamò il padre alzandosi in piedi.
<<e tu chi cazzo sei?>>fece il tipico gesto italiano (🤌🏽) spingendolo facendolo sedere.
<<non ti permettere di parlare così a tuo padre!>>intervenne la donna.
ginevra la fulminó e prima che potesse avventarsi su di lei anna la fermò, la prese con la forza e la spinse verso la cucina.
<<non finisce qui>>indicò la donna.
<<meglio un'altra sera, potrebbe menarti>>rise mohamed.
<<già>>dissi mantenendo lo sguardo su ginevra.

non so che fare, ho tanta paura.

viviamo come in un film, solo io e te //babygang Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora