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È la vigilia di Natale e siamo in auto per raggiungere la casa dei genitori di Cristopher. Dire che sono agitata è poco, ho paura di non fare una buona impressione sulla sua famiglia o di fare qualche figuraccia. Spero che almeno il dolce sia venuto bene, ho portato un classico della cucina italiana: il panettone. Un dessert di pasta lievitata, uvetta e canditi che si mangia nel periodo natalizio in Italia, spero che sia di loro gradimento. La casa dei signori Iman, è la classica casa di periferia: un piccolo giardino fa da entrata insieme ad un vialetto da cui si arriva a delle scale e ad una veranda molto graziosa. L'abitazione è di colore grigio scuro, è composta da due piani ed è piuttosto graziosa. -Quindi è qui che è cresciuto il piccolo Cristopher- mormoro sorridendo.


-Eh già- esclama con un sospiro. Guardiamo entrambi verso la porta.


-Sei pronta?- mi chiede.


-Ehm..sono piuttosto nervosa- ammetto guardandomi le scarpe.


-Eve, stai tranquilla. Andrà bene, piacerai a tutti vedrai- mi rassicura.


-Ok andiamo- sussurro, cercando di darmi una sistemata ai capelli e al vestito. Suoniamo il campanello e dietro alla porta compaiono i genitori di Cristopher, che ci accolgono con un caloroso sorriso.
-Cristopher tesoro!- esclama entusiasta sua madre, cingendogli le braccia al collo, poi si volta verso di me. -E tu devi essere Eveline- dice dolcemente, abbracciandomi con delicatezza. E' una donna non molto alta, magrissima, ha gli occhi verdi e i capelli castani, indossa un maglioncino rosso, pantaloni marroni e un grembiule da cucina.


-Molto piacere, questo è un piccolo presente per lei, signora Iman- dico imbarazzata offrendogli il vassioio che ho in mano.


-Oh grazie cara, ma ti prego chiamami July- Poi dà un colpetto con il gomito al marito che sorride timidamente e mi porge la mano, che io stringo.


-Piacere di conoscerla, signor Iman-.
-Chiamami Sebastian- dice con voce roca, è un omone dalla corporatura possente, ha gli occhi azzurri inconfondibili e i capelli ormai quasi tutti grigi.
-Su non restiamo qui impalati, entriamo!- ci incita la madre di Cris.


Arriviamo in un piccolo atrio, da cui si dividono due zone: il soggiorno a destra, nel quale c'è una scala per andare al piano di sopra, e la cucina a sinistra, nella quale c'è un lungo tavolo di legno già apparecchiato. Ci accomodiamo sul divano, dove troviamo un fornito aperitivo sul tavolino in mezzo alla stanza, vicino alla finestra, invece, padroneggia un enorme abete illuminato, di fronte a noi il camino scoppiettante emana calore. E' una casa modesta, ma molto accogliente.


-Ci ha detto Cris che sei italiana, da quanto tempo vivi qui?- domanda July.


-Sono qui da cinque anni-. rispondo cortesemente.


-E ti piace vivere a New York? immagino sia molto diverso dall'Italia- mi chiede Sebastian.


-Si la differenza c'è, ma amo New York, è una città che sento sempre più mia- rispondo. -Voi siete mai stati in Italia?- chiedo.


-No, purtroppo no. Ma mi sarebbe piaciuto fare un viaggio in Europa- replica July, rivolgendosi al marito con aria sognante. Suonano alla porta. -Scusatemi- mormora la madre di Cris allontanandosi verso la porta.
-Cloeeee tesorooooo-


-Nonnaaaaaa- strilla una vocina. Dev'essere la nipotina di Cristopher. Pochi secondi dopo uno scricciolo dai lunghi capelli castani e dagli occhioni azzurri fa capolino nella stanza.


-Zio Criiis!- esclama correndo verso Cristopher. Lui la prende in braccio e la solleva facendola girare. Poi arrivano nella stanza anche la sorella di Cristopher e suo marito. Dopo aver salutato suo padre e suo fratello, Emily si avvicina a me.

Ricomincio Da TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora