Capitolo 4

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Quando rientrò si ritrovò gli sguardi di tutti gli invitati puntati addosso, ma non se ne curò più di tanto. Filò dritta verso le scale e accelerò il passo per tornare in camera sua e buttarsi sul letto chiudendosi la porta alle spalle. Questa, però, venne bloccata dal piede di Emma che, insieme ad Aurora, aveva seguito l'amica non appena l'aveva vista rientrare con aria sconvolta e affranta. 

Inizialmente le due restarono sulla soglia, ma appena notarono lo sguardo enigmatico di Viola, si precipitarono vicino a lei.

Si tolse le scarpe e le buttò con noncuranza in un angolo della stanza, poi si lasciò cadere sul letto. 

"Oddio ma che è successo? Ti ha fatto male? Era lui?" chiese subito di botto Aurora non riuscendo a reggere la tensione.

"Si. Era Edoardo" sospirò Viola guardando verso il soffitto. Gli occhi pungevano per via delle lacrime, ma si impose di non piangere. Lui quelle lacrime non le meritava più "Non so se voi due lo sapete, ma verrà alla IUR con noi."

"Ma che dici?" sussurrò Emma confusa.

"I ragazzi lo sapevano, non mi hanno detto niente."

"Quello stronzo..." disse Emma innervosita. Viola non capì a chi si stesse riferendo con quelle parole, probabilmente aveva intuito che la colpa fosse di Edoardo.

"Che cosa voleva?" domandò ancora Aurora preoccupata.

"Voleva chiarire" rispose Viola con un sorriso amaro.

"Chiarire? Ma cosa c'è da chiarire con uno stronzo del genere!" Parlò Emma indignata.

"Che ha detto?"

"Dice che gli dispiace, che eravamo ragazzini che si sono allontanati" rispose lei mimando le virgolette. Dirlo ad alta voce spiegandolo alle ragazze faceva sembrare quelle frasi ancora più stupide di quando le aveva sentite poco prima uscire dalle labbra di lui.

"Ragazzini!" ripeté Emma camminando avanti e indietro per la stanza, nervosa e arrabbiata "Quello è solo uno stronzo!" lo insultò aprendo le braccia e alzando le spalle.

"Shh, basta..." la zittì Aurora con un gesto della mano.

"Non ho intenzione di tornare alla festa, comunque. Voi andate pure, io resto qui."

"Ma mica ti lasciamo da sola!" disse Aurora sedendosi sul letto vicino a lei. 

Viola le accennò un sorriso, ma poi scosse la testa: "Ho bisogno di non stare in mezzo alla gente per un po'."

"Allora cambio di programma: noi spostiamo la festa qui. Non accetto discussioni!" rispose subito Emma. Si era alzata in piedi e aveva puntato un dito contro l'amica "Vado a prendere da bere."

"Cambiamoci e prendiamoci una serata, ci farà solo bene!" Le disse Aurora con un sorriso e Viola annuì.

Le due si struccarono e si infilarono il pigiama. Viola rimpianse di non avere una televisione in camera; non le piaceva guardarla solitamente, preferiva scegliere un film e guardare quello piuttosto che fare zapping tra i canali, ma un programma leggero da commentare e su cui ridere tutte e tre non sarebbe stata una brutta idea.

Emma tornò poco dopo, con una faccia particolarmente infastidita e tre bottiglie fra le mani, una era probabilmente una limonata frizzante. 

"Non ci sono i bicchieri" sputò acidamente.

"Per questo sei così inviperita?" domandò Viola.

"No, ho insultato Mattia" spiegò lei in risposta.

"Strano..." commentò Aurora con una punta sarcasmo "Stavolta perchè?"

"Quel cretino non ha ancora capito nulla" sbuffò alzando gli occhi al cielo.

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