Good Positions

Capitolo 2

I ragazzi, dopo aver pagato, si salutarono alla buona perché, nonostante fossero tutti contenti, si sarebbero visti già la mattina seguente per passare qualche giorno insieme e terminare al meglio le vacanze prima di un nuovo inizio.

Viola alzò lo sguardo verso il cielo notando che durante quel pomeriggio era diventato livido, colmo di nuvole grigie cariche di pioggia.
La ragazza sospirò e scosse la testa e decise che avrebbe chiamato un Uber per tornare verso casa: distava solo una ventina di minuti a piedi, ma aveva bisogno di rientrare il prima possibile.

La sua premura più grande era buttarsi sotto una doccia calda e godersi un po' di tempo per se' stessa, senza togliersi di dosso l'entusiasmo che aveva per il weekend che avrebbe passato fuori con gli amici.

Non appena salì nell'auto, l'autista le sorrise e impostò sul navigatore l'indirizzo di casa di Viola che, alzando una mano, fece capire di non avere intenzione di chiacchierare.
Infilate le cuffiette nelle orecchie, si mise a guardar fuori dal finestrino mentre la macchina procedeva lenta nelle strade trafficate.

Era da qualche tempo che non le capitava più di ripensare ad Edoardo, probabilmente perché niente lo aveva più riportato ai suoi ricordi.
Con il tempo, Viola aveva imparato a mettere da parte i suoi sentimenti e le sue riflessioni non riuscendo a riordinarli.

Eppure, nonostante lei avesse le sue convinzioni, ad una domanda non era mai riuscita a darsi una risposta soddisfacente che potesse porre fine alle sue ipotesi: continuava a non capire il perchè lui si fosse allontanato, anche se aveva più volte sfruttato momenti di introspezione per capire se lei avesse davvero qualche responsabilità sulla decisione di lui di chiudere il rapporto di punto in bianco.

Subito dopo cambiò la canzone scuotendo la testa, poi l'autista si fermò e le comunicò il totale.

Viola pagò, con un cenno del capo salutò e si girò per inserire il codice di apertura del grande cancello automatico che assicurava la sicurezza del palazzo.
Aveva sempre adorato non doversi portare le chiavi di casa grazie al sistema che era stato adottato per casa sua.

Si infilò in fretta nell'ascensore di vetro e pigiò l'ultimo piano del grattacielo.
Inserì il secondo codice personale sulla tastiera digitale e si annunciò: "Sono tornata."

Sua madre, una donna di mezza età che però non sembrava minimamente sciupata dagli anni che passavano, le apparve davanti camminando verso di lei con le braccia tese e un sorriso dolce.
Viola sorrise a sua volta alla madre.

"Sono così tanto felice per te! Vieni, raccontami tutto. Tuo padre non c'è, è ancora fuori, ma tornerà a casa con la cena!"

Viola sorrise ancora e annuì, la mamma le poggiò una mano sulla guancia: "Sei cresciuta davvero" le disse con una punta di malinconia.

"Mamma..." rispose Viola per spezzare l'atmosfera "Dammi il tempo di andare su in stanza, mi sistemo e faccio la valigia."

"Parti?" domandò la donna confusa girandosi verso sua figlia mentre si dirigeva nel grande salone.

"Facciamo due giorni da Mattia, in Toscana. Partiamo domani!" le rispose lei a voce alta mentre saliva le scale per raggiungere camera sua.

Viola entrò e si chiuse la porta dietro le spalle.
Lasciò cadere la sua borsa sul letto morbido dove poi si sedette. Mise in carica il suo cellulare e aprì la porta a vetri che conduceva verso il terrazzo.

Il cielo si scuriva sempre di più e l'odore di pioggia le riempì i polmoni. Il caldo, però, non cessava. La rendeva fiacca, complice anche l'alcool che aveva bevuto fino a poco prima.

Andò poi dritta verso la sua cabina armadio, luminosa e spaziosa, per recuperare dalle mensole più in altro la sua valigia. Ci buttò dentro alla rinfusa un paio di costumi, dei pantaloncini di jeans, delle magliette e un vestitino estivo leggero.
Prese delle scarpe e un paio di infradito che avrebbe usato per la piscina, aggiunse qualche borsa e degli accessori, poi prese anche il suo copri costume preferito. Era nero, lungo e trasparente; si allacciava dietro al collo e il grande spacco sulla destra lasciava scoperte le sue gambe lunghe.