Capitolo 1

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Il caldo umido di fine agosto incollava i vestiti sulla pelle dei ragazzi seduti attorno al tavolo di un bar.
Nessun alito di vento li consolava. Solo il grande gazebo sopra le loro teste li proteggeva dal sole cocente, ma non bastava a placare la tensione che aleggiava sul gruppo.
I bicchieri vuoti avevano lasciato chiazze umide sulla superficie marmorea del tavolino posto in mezzo a loro e, sopra di esso, il posacenere scuro era colmo di mozziconi di sigaretta. Alcuni erano macchiati di rossetto rosa e appartenevano chiaramente ad Aurora.
Non era solita fumare molto, ma in quel momento era visibilmente sotto pressione. Continuava a mangiarsi le unghie e tamburellare con le dita sul tavolo.
Lanciava costantemente occhiate al suo telefono nella speranza che si illuminasse, ma ogni volta ne rimaneva delusa, sbuffava e riprendeva il suo circolo vizioso tornando a mordersi le pellicine.

"Me ne porti un'altra, grazie" parlò Mattia al cameriere di passaggio indicando la bottiglia quasi finita, poi si accese l'ennesima sigaretta.

"Non avevi detto che avresti smesso?" Lo punzecchiò Emma ricevendo in risposta una smorfia e un gestaccio da parte dell'amico.

Viola guardò verso Aurora e vedendola sospirare si sentì in dovere di aiutarla.
"Auri, non fare così, sei passata di sicuro" le disse passando una mano su quella della ragazza per togliergliela dalla bocca e farla smettere di torturarsi le dita.

"Non so come facciate a stare tranquilli!" rispose lei. La sua voce solitamente era dolce e melodiosa, adesso tradiva tutte le sue insicurezze.

"Si, infatti. Non hai nulla di cui preoccuparti" commentò di seguito Mattia sorseggiando quello che restava nel suo bicchiere in attesa del ritorno del cameriere.
Emma gli lanciò un'occhiata tagliente e lo colpì con un calcio facendogli andare di traverso il fumo.

"Tu non hai fatto nessun test d'ingresso, stupido!" sussurrò lei cercando di non farsi sentire dalla amica tesa.
Viola rise cercando di trattenersi.

"Guarda me! Io dovrei essere in ansia più di te e sono tranquillissima!" parlò poi Emma cercando di risollevarle il morale.

"Quindi sono l'unica ad essere agitata?" piagnucolò lei.
Alessandro lanciò un'occhiata al gruppo non capendo cosa stesse succedendo: lui era chino con la testa sul suo telefono e stava smanettando con qualcosa che gli amici non potevano vedere.

"Ehi, calmati! Tra poco arriverà l'email e vedrai check l'hai fatta, giusto?" Continuò Viola. Non ricevendo risposa dai suoi amici li guardò storti e diede una botta al tavolo per richiamare la loro attenzione e loro presero ad annuire incoraggiandola.

"Si, si! Anzi, il prossimo giro offro io da bere" rispose Mattia.

"Ma cosa c'entra adesso?" borbottò Alessandro senza staccare gli occhi dallo schermo del suo telefono.

"L'alcol c'entra sempre" rispose Mattia facendosi serio e minaccioso mentre le ragazze sorrisero divertite dalla scena.

L'amico scosse la testa in risposta.
Mattia gli poggiò una mano sulla spalla e, fingendosi oltraggiato, disse: "Hai ancora molto da imparare, devi ancora crescere."

Aurora trovò il coraggio di ridere mentre Emma prese un respiro profondo: Mattia lo notò immediatamente e le passò il suo bicchiere: "Bevi, scema. Non ti agitare anche tu."

Alessandro si scrollò di dosso l'amico e rise di Emma che, senza che glielo ripetessero due volte, si era attaccata al bicchiere di vino rosso prendendo un lungo sorso.

Poi si fece serio tutto d'un tratto, girò lo schermo del suo telefono verso la comitiva e disse calmo: "Sono usciti i risultati della IUR."

All'istante Aurora ed Emma si fiondarono sui loro cellulari per controllare le graduatorie delle loro facoltà.

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