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Camminavano lenti, uno affianco all'altra, sotto l'aria fredda e frizzante della notte. Il silenzio intorno a loro non era imbarazzante perché di solito precedeva qualcosa. Viola non sapeva mai precisamente cosa, lui era così controllato eppure così imprevedibile.
Non riusciva nemmeno a capire perché capitassero quei momenti tra loro, faceva fatica anche a catalogarli, ma li desiderava con trepidazione.
"Hai freddo?" chiese lui.
"Sto bene" rispose Viola in un sussurro stringendosi ancora di più in se stessa per non far dissipare il calore.
Lui allungò una mano verso la sua schiena e la sfiorò con la punta delle dita provocandole un brivido, poi le poggiò la mano alla fine della spina dorsale, poco sopra l'elastico della gonna. Lei si voltò verso di lui, ma Edoardo continuava a guardare dritto davanti a sé, a testa alta.
La guidò con la mano verso una panchina e la fece accomodare. Viola trattenne un sospiro quando le gambe nude toccarono la superficie fredda. Lui continuò ad accarezzarle la schiena. Edoardo sembrava non farci caso eppure lei, nonostante il freddo, si sentiva bruciare sotto il suo tocco delicato.
Poi lui tolse la mano dalla schiena di Viola, la poggiò sul suo collo, passando le dita prima sulla clavicola, poi salendo fino alla gola dove si soffermò sulla collana.
"Ti sta davvero bene, è molto bella" parlò con voce profonda.
Viola incontrò i suoi occhi verdi e li vide brillare di una luce che non riusciva ad identificare. Poi arrossì violentemente poiché Edoardo, con il suo semplice tocco, la stava mandando fuori di testa. Non sapeva se lui si fosse accorto dell'effetto che aveva su di lei, ma Viola non volle più nasconderglielo. Sospirò socchiudendo gli occhi, ma non rispose.
Edoardo si schiarì la voce, con il pollice prese ad accarezzarle il mento e la mandibola. Viola alzò leggermente la testa per lasciarlo continuare. Finalmente erano soli e poteva goderselo senza preoccupazioni.
Non capiva perché desiderasse così tanto le sue mani su di lei, ma non volle stare a perdere tempo ragionando.In quel momento lui era lì davanti a lei e aveva una mano sul suo viso.
"Guardami, Viola" le disse serio, lei si sentì costretta a obbedire.
Senza aggiungere altro lei allungò una mano verso i suoi capelli, prendendo una ciocca corvina e rigirandola fra le sue dita infreddolite, poi lo guardò negli occhi e si rese conto che mai, prima di allora, Edoardo le era parso così attraente.
Complici l'alcol, o l'euforia della festa, o il fascino di Edoardo, Viola portò una mano dietro la sua testa e gli accarezzò la nuca lasciando scivolare le dita sul suo collo, fino al colletto della camicia scura. Edoardo si avvicinò a lei e un sorriso, quasi impercettibile, gli apparve sulle labbra. Strinse la presa intorno al collo di Viola, quanto bastava perché lei sospirasse ancora.
Viola non riuscì a trattenersi sotto quel tocco e si avvicinò al suo viso, fino ad arrivare alle sue labbra. Un fremito però la bloccò e, per non tirarsi indietro, poggiò la sua fronte su quella di lui. Edoardo sorrise, compiaciuto della situazione. Sembrava andare tutto secondo la sua volontà. Era esattamente così.
Lui le alzò il mento e le sfiorò il labbro inferiore con il pollice, poi rimase a guardarla per qualche secondo mentre, dentro di Viola, la voglia cresceva.
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Good Positions
JugendliteraturCOMPLETA 🔴***Questa storia contiene linguaggio volgare e scene esplicite ***🔞 Viola è una ragazza che da sempre conduce uno stile di vita agiato insieme ai suoi amici con i quali è pronta a vivere una nuova avventura: il trasferimento e l'ammissio...