Capitolo 8

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-Sono davanti all'ingresso, scendi.

Era quello il messaggio con cui Edoardo aveva dato appuntamento a Viola il giorno seguente, per raggiungere l'aula dove avrebbero avuto il corso di inglese, insieme anche ad Alessandro. Lui, però, non si era ancora fatto vivo.

Viola prese la sacca del campus e corse verso la porta chiudendola alle spalle con un tonfo.

Scese le scale fino ad arrivare davanti alla grande vetrata; un sorriso genuino le spuntò fra le labbra quando vide il ragazzo davanti a lei, con le mani giunte dietro la schiena. Lui ricambiò lo sguardo e le fece un cenno con il capo.

"Buongiorno! Scusa il ritardo, pensavo sarei morta stamattina. Tu come stai? Ti sei ripreso?" cominciò a parlare a raffica. 

Edoardo rimase impassibile, poi disse solo: "Mattia guida parecchio male."

Prima che si avviassero lui le mostrò una busta, quella che stava nascondendo.

"Andiamo a sederci su una panchina" parlò lui senza farle vedere cosa conteneva.

Quando si sedettero, infilò una mano all'interno del sacchetto e Viola rimase sorpresa: una bottiglietta d'acqua con un integratore e una confezione di medicinali, del caffè e una brioche al pistacchio incartata con cura. 

Viola sorrise intenerita e si passò una mano tra i capelli per evitare di arrossire davanti a lui. Tolse il caffè dal supporto di carta che stava sul fondo della busta. 

"Tu non vuoi niente?" Domandò lei.

"Ho mangiato mentre ti aspettavo. Comunque quel caffè è già zuccherato e io lo preferisco amaro" rispose il ragazzo. Poi accennò un sorriso e la invitò a mangiare.

Viola si gustò appieno la colazione, poi prese una pasticca mandandola giù con un sorso d'acqua. 

"Non credo mi servano le medicine, ancora" scherzò lei.  

"Non si sa mai, era meglio prevenire."

"Certo, ma riesco a reggere l'alcool. Non ho sempre postumi" gli disse lei compiaciuta della sua apprensione.

"Dovremo rimediare alle uscite che mi sono perso, allora" rispose sorridente, esibendo due file di denti dritti e bianchi.

Viola annuì ridacchiando, poi gli poggiò una mano sulla spalla: "Grazie Edo, sei stato troppo gentile."

I due poi si diressero nella classe assegnata al loro corso: Alessandro era già seduto e aveva tenuto i posti anche per loro.

Dopo aver ringraziato si misero a sedere vicino a lui e presero a chiacchierare fino a quando non arrivò il professore che chiese silenzio per poter cominciare la lezione.

Si avviarono verso la mensa, dove avevano appuntamento tutti insieme per pranzare e raccontarsi come erano andati i loro corsi; di Mattia però nessuna traccia.

Nessuno si preoccupò più del dovuto poiché era solito fare ritardo, ma Emma decise comunque di mandargli un messaggio.

"Vi giuro che la mia coinquilina non mi piace. Non capisco cos'abbia di strano, ma è strana" commentò Emma addentando una fetta di pizza. Ne aveva tre sul piatto, di gusti tutti diversi.

"Magari è solo timida e cerca di ambientarsi come può" suggerì Aurora "Non essere sempre antipatica."

Emma sbuffò,  poi Viola intervenne: "Scusa, ma in che senso?"

"Ieri una ragazza ha bussato per chiederci se avessimo perso un calzino in lavanderia. Lei ha preso sia il calzino che la tipa sotto braccio per andare al bar con lei. Sono quasi certa che quel calzino non fosse suo e non la conoscesse" spiegò Emma.

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