Capitolo 12

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Viola non aveva chiuso occhio per tutta la notte. Si era cambiata subito dopo che Edoardo aveva lasciato la sua stanza e aveva fatto una doccia, ma era ancora sveglia quando Aurora rientrò in camera.

Fece finta di dormire per non doverle parlare, le sarebbe dispiaciuto mentirle così come anche agli amici, ma sapeva che era l'unica cosa che poteva fare. Quello che era successo con Edoardo era stato magnifico, ma allo stesso tempo sbagliato. Loro erano amici, lo erano sempre stati e lì si sarebbe fermato il loro rapporto. Eppure in una sola serata, probabilmente, avevano rovinato tutto.

Durante i giorni seguenti a quella sera, Viola evitò chiunque.

Restava a letto quando Aurora usciva e si faceva trovare addormentata quando rientrava. Non frequentò le lezioni e non parlò mai con gli amici, anche se la voglia di rispondere alle chiamate di Edoardo era tanta. Lui continuava a cercarla, ma dubitava del fatto che chiedesse di lei agli amici. Forse voleva parlare di quello che era successo, o gli mancava tanto quanto a lei mancava lui, ma era certa che nemmeno Edoardo ne avrebbe fatto parola con qualcuno.

Poi Aurora la affrontò per chiederle quale fosse il problema e lei le piazzò delle scuse molto vaghe: lo stress dello studio, l'orario pesante delle lezioni, la lontananza da casa e dalla loro quotidianità.

Aurora ne fu dispiaciuta e si propose immediatamente di aiutarla.

Un pomeriggio erano sedute al bar del campus a studiare insieme. Si era aggiunta anche Emma, che, nonostante avesse parlato con Aurora, non aveva detto niente riguardo la situazione. Sperava di poter aiutare e supportare in silenzio, non aveva bisogno delle giustificazioni dell'amica.

Poi arrivarono anche i ragazzi a far loro compagnia. Viola non sapeva se le amiche avessero organizzato quell'incontro o meno, ma poco le interessava. Si sentiva estremamente in colpa perché, al minimo problema, erano stati tutti pronti a starle vicino e lei stava solo mentendo.

Erano presenti anche Edoardo e Vittoria, che arrivò al tavolo come se stesse sfilando, mano nella mano con il fidanzato. Era la prima volta che i due si rivedevano dopo la sera di Halloween. Viola, appena lo guardò negli occhi, ricordò quella nottata e arrossì al solo pensiero che potesse accadere ancora.

Decise che non sarebbe mai più successo anche se, sotto sotto, ci sperava.

"Eccoci!" squittì Vittoria stringendosi nella sua sciarpa firmata "Viola, ciao! Non ti si vede dalla festa."

Lei abbozzò un sorriso chiedendosi per quale motivo si stesse rivolgendo a lei, sottolineando l'ovvio. Edoardo le fece un cenno con il capo per salutarla, Viola non ricambiò.

"Stavamo studiando" si intromise Emma per evitare l'imbarazzo all'amica.

"Grandioso! Avete preso tutti il caffè?" continuò Vittoria guardando Viola insistentemente.

La comitiva annuì, solo Alessandro scosse la testa, ma disse che poco dopo ne avrebbe preso uno con il compagno di stanza.

"Beh, io no!" rispose la bionda imperterrita nel suo discorso "Viola, mi accompagni al chiosco?"

Aurora sgranò gli occhi cercando lo sguardo di Emma. Le due rimasero a guardarsi per un attimo prima di spostarsi esterrefatte verso Viola. Tutto il gruppo la fissava ormai, solo Vittoria le sorrideva, il resto degli amici era come rimasto ghiacciato da quelle parole così improbabili.

Viola non volle farsi vedere intimorita, ne impreparata e, senza aprire bocca, infilò il cellulare nella tasca dei jeans e si alzò in piedi per seguire Vittoria.

Quando furono abbastanza lontane, la bionda si fermò e si voltò verso Viola.

"Hai bisogno di qualcosa?" domandò Viola in tono confuso. Era scocciata, ma non lo diede a vedere.

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