Edoardo apparve un paio di giorni dopo la sua festa con un cappotto lungo e scuro che lo teneva al caldo dal clima rigido che aleggiava sul campus. Aveva dato appuntamento a Viola nel piazzale, su una panchina affianco alla fontana con la statua del rettore. Si presentò da lei con un bicchiere di cioccolata calda fumante.
Viola lo rifiutò. Non voleva che le regalasse o offrisse nulla, era stanca di essere comprata con dei gesti carini che poi, alla fine, cozzavano con tutto il resto che lui faceva per lei.
"Mi dispiace di non essere venuto alla tua festa, avrei davvero voluto esserci; Alessandro mi ha raccontato di Simone e avrei voluto anche conoscerlo."
"E a me che importa? Non c'eri."
"Si, sono venuto a chiederti scusa, ma volevo puntualizzare che non sono mancato perché non ho avuto voglia di partecipare."
"Edoardo" sbottò Viola "era la serata del mio compleanno, organizzata fra di noi, tutti noi! E tu, non solo non sei venuto, ma manco mi hai avvisato che non ci saresti stato. L'hai detto ai ragazzi e non ha me ed era la mia serata. Non me ne frega niente, sinceramente, se avevi voglia di esserci oppure no."
"Hai ragione ad essere arrabbiata, voglio solo spiegarti."
"Allora parla, cazzo!" disse lei furiosa.
Lui, con il suo solito contegno, si schiarì la voce e poi parlò, senza tradire nessuna emozione: "Ho avuto dei problemi a casa e sono dovuto tornare subito, è stato un imprevisto, non un viaggio di piacere, non ho nemmeno fatto in tempo ad avvisarti."
"Sei andato in treno, da solo?"
"Si, certo."
"Allora sicuramente hai avuto qualche ora per scrivermi un messaggio, ma ovviamente hai preferito lasciarmelo riferire" commentò lei in tono esageratamente sarcastico.
"Si, hai ragione, su quello non ho scusanti. Ci tenevo solo a spiegarmi e spiegarti perché non sono potuto venire."
"Edo" sospirò Viola "io sono stanca di cercare di indovinare cosa ti passa per la testa, cosa stai facendo e perché stai preferendo fare in certo modo piuttosto che in un altro. Tu, da adesso in poi, con me devi essere chiaro, limpido. Io esigo che tu sia chiaro e limpido con me. Sinceramente mi sono proprio rotta il cazzo di immaginare cosa pensi, tu me lo devi dire!"
"Come?" chiese lui impassibile.
"Cosa non ti è chiaro di quello che ho appena detto? Pretendo chiarezza. Fine."
"Mi stai dicendo che non ti do sicurezze?"
"Sto dicendo che da quando ti sei trasferito ad oggi tutte le risposte che ho me le sono date da sola!" scattò lei "perché sei sparito, perché Vittoria, perché hai iniziato a scopare con me, perché sei rimasto con lei mentre mi stuzzicavi, perché l'hai lasciata, perché andiamo a letto e poi nemmeno ti presenti al mio compleanno!"
Edoardo non rispose, ma restò fermo nella sua posizione.
"Io ho bisogno che ti fidi di me e ho bisogno di potermi fidare di te. So che magari sono tue cose personali, ma se riguardano anche me tu devi sentirti a tuo agio nel dirmele perché io ho bisogno di risposte."
Lui si irrigidì: "Le mie cose personali non ti riguardano, infatti. Non puoi costringermi a dirtele."
"Se ti impediscono di parlarmi per anni si, se ti impediscono di festeggiare il mio compleanno dopo che abbiamo scopato per giorni e sparisci senza nemmeno una briciola di notizia allora si, mi riguardano."
"Scopare con me non ti rende la mia terapista" commentò lui parlando con una punta di ironia che la infastidì.
Viola si alzò e si posizionò davanti a lui: "Se scopare con te non mi rende nemmeno una tua amica, anche solo per confidarti, allora smettiamola qui" disse e fu pronta per andarsene.

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Good Positions
Teen FictionCOMPLETA 🔴***Questa storia contiene linguaggio volgare e scene esplicite ***🔞 Viola è una ragazza che da sempre conduce uno stile di vita agiato insieme ai suoi amici con i quali è pronta a vivere una nuova avventura: il trasferimento e l'ammissio...