Capitolo 5

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Con i capelli sfatti, gli occhi gonfi e le braccia stanche, Viola guardava i piani del grattacielo scorrere velocemente davanti agli occhi attraverso il vetro limpido dell'ascensore. 

La valigia color lavanda al suo fianco, le cuffiette ancora fisse nelle orecchie.

Controllò velocemente l'orario guardando lo schermo del suo cellulare, ignorò le notifiche che i suoi amici le stavano mandando. 

Aveva avvertito le ragazze con un messaggio una volta salita sul treno. 

-Ciao ragazze, scusatemi, ma ho preferito andare via un po' prima. Se mi cercate, mi troverete probabilmente a casa. Non ce l'ho con voi, ma non volevo rimanere ancora in villa. Ci vediamo quando tornate, voi divertitevi. Grazie ancora- 

Aveva scritto senza troppe spiegazioni. Aveva aggiunto anche dei cuori alla fine perché ci teneva a specificare che non erano loro il problema, ma la situazione che si era creata.

Avevano risposto quasi subito; dal tono del messaggio Viola intese immediatamente che erano state preoccupate, ma che le aveva rassicurate; si scusò nuovamente.

Le amiche l'avevano compresa: avevano capito quanto sarebbe stato difficile per lei rimanere un finesettimana intero con i ragazzi e non gliene facevano una colpa, anche se erano dispiaciute per la sua partenza prematura.

Inserì il codice di apertura per entrare in casa e, con suo grande piacere, la trovò vuota.

Probabilmente i genitori si erano concessi dei giorni fuori in assenza della figlia.

Viola decise di sfruttare l'occasione e non li avvertì di essere rientrata prima del previsto.

Filò dritta nella sua stanza e prese a disfare la valigia, si fece una doccia fresca e si piazzò sul divano per guardare qualche episodio di una serie televisiva che le piaceva. 

Pranzò velocemente, poi scelse una canzone e la fece risuonare nell'impianto stereo dell'attico. 

Muovendosi a ritmo di musica iniziò a fare una lunga lista di ciò che poteva tornarle utile per quando avrebbe dovuto impacchettare le sue cose e portarle al college. 

Passò il pomeriggio allegramente facendo scorrere una canzone dietro l'altra. Quello era il suo modo per farsi scivolare via i problemi.

Volle concentrarsi sulla partenza e l'emozione che aveva nel partire per il campus. 

Si era sgretolato tutto in una discussione di pochi minuti con Edoardo, ma decise che non gli avrebbe più permesso di farla star male. 

Scrisse sulle note del suo iPad l'occorrente: dal necessario come le lenzuola, alle frivolezze come qualche foto e qualche libro che ci teneva a portare con lei.

Verso sera cominciò a brontolarle la pancia per la fame e si ricordò che doveva cenare. 

Non aveva voglia di ordinare da mangiare, quindi si diresse verso la cucina a cercare qualcosa che la ispirasse nel frigo e nella credenza. 

Mentre contemplava con aria assente il cibo, le suonò il campanello. 

Pensò che stessero per rientrare i suoi genitori, quindi chiuse lo sportello e si diresse svogliata verso la porta sperando che avessero con loro la cena.

La cena c'era, ma a tenere in mano i cartoni delle pizze e una busta di plastica erano Emma e Aurora.

Viola aprì confusa. Loro le sorrisero e entrarono in casa.

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