🔴Capitolo 21🔴

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La mattina seguente Edoardo la sorprese con la colazione, una tazza di cappuccino caldo con una spolverata di cacao che decorava la schiuma e una ciambella zuccherosa. 

L'atmosfera fra i due era romantica, sentimentale. Lui si comportava dolcemente con lei, le tolse lo zucchero dalle labbra, le accarezzò il viso per spostarle i capelli scompigliati dal viso. Sembrava che lui cogliesse ogni occasione per sfiorarla e lei si godeva il contatto tutte le volte. 

Lui le raccontava dei libri che stava leggendo e lei ascoltava con il sorriso. 

Vedendolo nudo, con la luce del giorno, Viola notò sulle sue spalle sulla schiena qualche leggera cicatrice, ma non fece domande: non voleva risultare indelicata e tanto meno rovinare quel momento tra loro. 

Mentre lui si aggiustava i capelli lei lo trovò estremamente eccitante e venne colta dalla voglia di provare piacere tanto quanto ne aveva trovato lui. Il rapporto della sera precedente non l'aveva soddisfatta. Certo, era stato piacevole, era stato magico, ma lei non aveva goduto come lui e voleva di più. Gli si gettò addosso, baciandolo con foga ed Edoardo ne fu evidentemente contento perché partecipò al bacio quasi con più passione di lei.

Le teneva una mano sul collo mentre le accarezzava la lingua e le labbra con la sua, Viola era sopraffatta dal desiderio. Ardeva dentro di lei, sembrava sprigionasse un calore intenso che le prendeva tutto il corpo, fino alle punta delle dita che sfioravano la pallida pelle di Edoardo.

Lui si insinuò tra le sue gambe con la coscia e la issò su di sé: ora lei era a cavalcioni su di lui e controllava gli stracciamenti fra il sottile strato di tessuto che li divideva. Si sfregava vogliosa contro di lui gemendo ad ogni frizione. Non sapeva se sarebbe stata in grado di star sopra e gestire il piacere di entrambi, ma si stava fasciando la testa prima ancora di averla rotta perché non era quello il piano di Edoardo. 

Viola iniziò a sentire il desiderio di lui in mezzo alle sue cosce perché ormai la sua erezione premeva contro la sua biancheria. Lui la fece scansare dopo un po', lei si trovò in ginocchio sul letto e si lasciò cadere con le mani avanti trovandosi a carponi sul materasso morbido. Lui si posizionò dietro di lei e le sfilò le mutandine. Le accarezzò le natiche, le cosce. All'improvvisò la sculacciò tre o forse quattro volte. Viola non contò, semplicemente gemette godendosi quei gesti. 

Edoardo si spogliò del tutto e prese ad accarezzarle il sesso caldo e voglioso con la punta della sua erezione facendola sospirare e gemere a lungo. 

Poi entrò dentro di lei e le poggiò una mano sulla schiena per tenerla ferma mentre iniziava a muoversi. Il fastidio che Viola aveva provato il giorno prima era presente, ma in piccolissima parte, tutto il resto era piacere. Lo sentiva dentro di lei e lo sentiva godere di lei; ciò la eccitò ancor di più e prese ad ansimare chiedendo a Edoardo di non fermarsi, di continuare, di dargliene ancora e ancora. 

Lui, colto dalla passione, le spinse la mano contro la schiena per premerla contro le lenzuola, e l'altra mano la portò fra i suoi capelli neri e li strinse tirandola verso di se. 

Viola gemette e le spuntò un sorriso sulle labbra. 

Lei ansimo che le stava piacendo ed Edoardo ghignò con l'orgoglio arricchito dalle sue parole. Continuò ad aumentare la velocità e l'intensità dei suoi movimenti mentre le tirava qualche sculacciata. Il sedere di Viola divenne rosso e lei sentiva che la pelle le pizzicava, ma ciò, se possibile, le rendeva il rapporto ancora più piacevole. 

"Cazzo..." gemette lei per esternare anche a lui la sua eccitazione, lui le tirò un altro schiaffo, poi però le lasciò i capelli e Viola si accasciò sul letto. 

Edoardo si chinò sopra di lei e fece aderire i loro copri insieme provocandole un brivido di piacere mentre lui continuava a scoparla.

"Dio se sei eccitante" le disse Edoardo in un ansimo roco che parve quasi un ruggito. 

Lui si portò i capelli indietro e si tirò su poggiandosi sulle spalle nude di lei che continuava ad avere il viso premuto contro le coperte. 

Viola stringeva il tessuto profumato delle lenzuola tra le dita e continuava ad ansimare. Il culmine per lei arrivò quando il dolore che provava scomparve del tutto e lasciò spazio solo a loro due, a i loro corpi che si univano nel desiderio e al piacere che quasi le esplodeva dentro. 

Edoardo, poco dopo che lei ebbe il suo primo orgasmo da penetrazione, si sfilò da lei e la girò di lato così che potessero guardarsi negli occhi. 

Le alzò una gambe e la tenne stretta con i polpastrelli, poi si riposizionò e riprese a muoversi dentro di lei che socchiuse la bocca lasciandosi sfuggire dalle labbra morbide un gemito molto rumoroso. 

Edoardo le lasciò poggiare la sua gamba sopra le spalle di lui e con la mano libera che aveva le sfioro dolcemente il viso, poi le strinse le dita attorno al collo togliendole quasi completamente il fiato. Viola, col respiro corto, continuava ad ansimare e, volevo ancora arrivare ad un altro orgasmo, portò una man in messo alle sue cosce iniziando a masturbarsi.

Edoardo mollò la presa dalla sua gola e lei annaspò per prendere aria; una volta recuperato il respiro incrociò lo sguardo del ragazzo e lo vide eccitato e concentrato nel darle piacere e nel provare piacere dentro e con lei. 

Lui le sorrise, poi si fiondò sulle sue labbra baciandola con passione. Viola fu inondata ancora dal piacere e venne di nuovo sussurrando il nome di lui a raffica. 

"Merda..." sussurrò lui, aumentò la velocità delle spinte che arrivarono sempre più in fondo. 

Le tappò la bocca con una mano e ringhiò: "Sto per venire, Lola."

Lei lo guardava negli occhi e lo vide raggiungere l'estasi poco dopo di lei. Edoardo si tolse e iniziò a far scorrere la sua mano sulla sua erezione in un movimento meccanico e preciso. Gettò la testa all'indietro e venne sporcandole il seno e la pancia del suo seme. 

Viola, colta dalla soddisfazione di vederlo appagato, passò un dito sul suo seno raccogliendo lo sperma e, quando lui allentò la presa della sua mano sopra la bocca, lei si portò il dito tra le labbra con un sorriso malizioso. Edoardo sorrise mentre respirava con affanno e le lasciò un bacio sulle labbra. 

Viola ridacchiò e poi gli accarezzò i capelli scostandoli dal viso di Edoardo, gli lasciò un bacio sulla fronte e si accoccolò affianco a lui. Con le dita tracciava percorsi immaginari sul suo torace, sulle sue spalle e sul suo collo.

"Vado a lavarmi" disse poi, quando si rese conto che non avrebbero continuato e nell'aria non c'era intenzione di parlare. 

"Andiamo."

"Come?" chiese Viola mentre si alzava dal letto, visibilmente confusa.

"Vengo con te."

Viola annuì, gli diede le spalle raggiungendo il bagno e sorrise quando fu certa che lui non l'avrebbe vista.

Poco prima di entrare nella doccia, Viola prese della biancheria pulita dal suo armadio. Sul tavolino li affianco, il cellulare di Edoardo vibrò e lo schermo si illuminò. Lei non potè fare a meno di buttarci uno sguardo e lesse il nome di una ragazza: Rebecca. 

Prima che potesse scoprire cosa la ragazza avesse scritto a Edoardo, lui la raggiunse alle spalle, lesse il messaggio e, senza rispondere, poggiò il telefono sul tavolo con lo schermò rivolto verso il basso. Lasciò un bacio leggero sulla spalla di Viola e la sollecitò nell'entrare in doccia. 

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