Dieci anni... erano trascorsi ben dieci anni da quando Adrien aveva preso quel maledetto volo e si era allontanato per sempre da Parigi.
Da lei.
Lo stesso tempo che c'era voluto a Marinette per riprendersi dal tutto dalla sua mancanza, non lo avrebbe mai ammesso apertamente, ma Adrien e lo stesso Chat Noir, avevano lasciato una ferita sanguinante per molti e molti anni.
La stessa ferita che con fatica e solo grazie alla sua costanza e determinazione era riuscita a rimarginare e che evitava di riaprire grazie agli esercizi e insegnamenti della sua psicologa.
Ora Marinette, all'alba dei sui venticinque anni, aveva trovato lavoro come stagista in una nota casa di moda di Parigi, che con quella Agreste collocata fuori Europa, era emersa senza tanti problemi, nonostante comunque continuasse a riscuotere numerosi successi.
Tuttavia, vedere ancora il volto Adrien impresso su quei cartelloni pubblicitari non le facevano più male come un tempo, e notare com'era cresciuto le rallegrò il cuore. Sembrava felice in quelle foto e lei lo avrebbe ricordato per sempre così, con il sorriso.
Il petto le iniziò a fare male quando notò però un bagliore grigio nei suoi occhi, una nota di tristezza di cui solo lei sembrava essersene accorta.
Il suono del clacson del taxi che aveva chiamato la destò da quei pensieri. Scrollò testa e spalle ed entrò nell'abitacolo, per quella giornata si era ripromessa di non pensarlo più.
La giornata trascorse tranquilla e il lavoro l'assorse completamente fino all'ora di pranzo, pasto che non avrebbe mai assunto in quanto la radio della polizia l'avvisò dell'ennesimo colpo alla banca di Parigi.
Sì, Marinette faceva anche quello per tenersi occupata, ovvero collaborare con le forze dell'ordine, ovviamente nessuno dei militari conosceva la sua identità segreta, ma il commissario le aveva affidato una ricetrasmittente che avrebbe utilizzato in caso di bisogno e solo se loro non potevano in alcun modo intervenire.
Inutile dire che a volte veniva abusato il suo buon cuore e dovere da super eroina, ma a Marinette non dava fastidio, anzi, era un modo per tenere i muscoli e i nervi in allenamento, sempre se poi non glieli facevano saltare con la classica domanda "Dov'è Chat Noir?" e lei rispondeva sempre che era impegnato in una missione segreta, per poi tornare a casa e piangere, consolata dall'inseparabile Tikki e anche da Plagg, il quale non aveva giustificazioni per il suo ex portatore.
Ma nonostante questo, Marinette era felice.
Non aveva ancora trovato l'amore e la sua ultima storia d'amore era stato totale un fallimento, soprattutto perché la stessa ragazza lo aveva trovato a letto con un'altra.
Lei non sarebbe stato il ripiego di nessuno e quel cretino doveva ringraziare tutti i santi che aveva in paradiso, se Marinette non si era trasformata in Lady Noir e cataclismato quella sua testa di cazzo sul posto e davanti a quella puttana!
Non si diede per vinta nonostante la scottatura ricevuta, ma forse era stata a causa di questo che la corvina faticava a trovare fiducia nel genere maschile durante i mesi successivi.
Con quel ragazzo aveva condiviso attimi di felicità e soprattutto la sua prima volta, ma specialmente grazie a lui aveva definitivamente dimenticato l'amore che provava per Adrien, rilegandolo così in un angolo remoto del suo cuore.
Inutile dire che Adrien avrebbe sempre fatto parte di lei, ma già il fatto che vedere le sue foto non le faceva più battere forte il cuore e di conseguenza mandarle in pappa il cervello, era una vittoria bella e buona.
Il taxi si fermò davanti casa sua, e dopo aver pagato il pedaggio all'autista, scese dalla macchina raggiungendo il portone.
Marinette da qualche mese aveva abbandonato il nido costruiti con amore e dedizione da Tom e Sabine, per provare a emanciparsi un po'.
L'appartamento non era grandissimo, era composto da due camere da letto, bagno, salotto con angolo cottura e una stanza in più che Marinette usava come ripostiglio e per riporre stoffe e merletti per i suoi prototipi.
Chiuse il blindato dietro di sé quando arrivò al piano e Marinette si lasciò andare a un sonoro sospiro quando finalmente tolse i tacchi e infilò le morbide pantofole di pelo che l'attendevano vicino all'attaccapanni.
Calde e confortevoli. Una coccola per i suoi piedi stanchi e costretti a scarpe strette per tutto il giorno.
Marinette aveva pensato anche di portarsi delle pantofole da mettere quando piantona la scrivania, ma sicuramente se sarebbe capitato una riunione improvvisa ci sarebbe andata in ciabatte, rischiando il posto di lavoro.
Il suo superiore esigeva un rigoroso rispetto del dress code.
Poggiò poi la borsa della spesa sul tavolo in cucina e iniziò a smistare il tutto tra frigo e credenza.
Inutile dire che il puzzolente Camembert non vide mai la luce e il refrigerio del frigorifero perché incontrarono le fauci spalancate di un Plagg ultra affamato.
Marinette scosse la testa e sorrise.
"Sei incorreggibile, Plagg."
Il kwami della distruzione deglutì rumorosamente portandosi poi educatamente la mano davanti la bocca.
"Tanto lo so che sono il tuo preferito." Rispose con assoluta certezza.
"Non lo dire a Tikki, mi raccomando."
"Nossignire."
Neanche il tempo di disquisire e farsi quattro risate che la kwami della creazione fece il suo ingresso in cucina.
"Mi avete chiamato?"
"Oh! Zuccherino... Sei qui!" Esclamò sorpreso Plagg.
"In realtà, no. Ma visto che sei apparsa mi passi la spesa?"
Tikki si prodigò nell'immediato di aiutare la sua portatrice come le riusciva meglio e in quattro e quatr' otto tutto il lavoro era finito prima del previsto.
Marinette poi si lasciò cadere svogliatamente sul divano, quella era stata una giornata pesante al lavoro e la sua titolare pretendeva sempre il massimo da lei.
Da quando Marinette si era unita al team di stilisti le vendite erano aumentate e tutti chiedevano principalmente uno dei suoi modelli, cosa che costrinse il capo a promuoverla e aumentare meritatamente il livello.
I suoi amici ne furono entusiasti e stavano già preparando una piccola rimpatriata, a sua insaputa, per congratularsi con la loro migliore amica.
"Sei davvero molto brava, Marinette. Se continui di questo passo presto ti metterai in proprio." Tikki fece una piroetta fantasticando sul suo futuro.
"Non lo so... Ci sono tanti aspetti che dovrei curare da sola, non sarà facile. Intanto però mi godo la mia promozione."
"Anche Gabriel Agreste era da solo e se la sta cavando più che bene." Incalzò Plagg non rendendosi conto di quanto appena detto, e Tikki sbiancò.
Ma Marinette ormai aveva oltrepassato quella fase e il sentir nominare il nome Agreste la lasciava del tutto indifferente.
Certo, poterà per sempre Adrien nel suo cuore, ma non ne era più innamorata e non incolpava più suo padre per esserselo portato via, del resto, se Adrien voleva, poteva benissimo tenersi in contatto con i suoi amici, ma non lo aveva mai fatto.
"PLAGG!" Inveì contro di lui la piccola coccinella, sapendo quanto Marinette in passato aveva sofferto per la mancanza di Adrien.
"Tranquilla Tikki. Ormai Adrien appartiene ai giorni andati, ora devo pensare solo al mio futuro, sono giovane, in gamba e con un obiettivo ben preciso in mente."
"Brava, Marinette."
"Sei una persona speciale, Marinette e tutti noi ti vogliamo bene. Prometto che non nominerò più Adrien o i membri della sua famiglia." Giurò Plagg con una piccola croce sul cuore.
"Non devi... Ora scusatemi, faccio una doccia..."
Tikki e Plagg si guardarono in modo strano soprattutto per il tono mesto con cui Marinette lo aveva detto.
Entrambi erano convinti che in realtà, la loro Guardiana, non aveva mai e poi mai dimenticato l'amore per Adrien e ne dimostrava il fatto che Marinette aveva aperto la doccia credendo che il rumore dell'acqua scrosciante avrebbe schermato i suoi singhiozzi.
*
Adrien si trovava per strada quando vide sugli schermi di un negozio di elettronica un ultim'ora da Parigi, e subito non poté far altro che fermarsi a guardare.
'Fanculo se era in ritardo per il servizio fotografico.
Lei era così bella e leggiadra mentre saltava e combatteva quegli energumeni.
Adrien strinse un pugno dalla rabbia per non essere lì al suo fianco e aiutarla in quella difficile impresa.
Da quanto aveva capito era in atto una sparatoria tra dei delinquenti e le forze dell'ordine, e mentre lei teneva occupati i malviventi, la polizia cercava di mettere in salvo le persone disperse a macchia d'olio dopo i primi spari.
In ogni caso c'erano feriti e anche gravi, le ambulanze continuavano ad arrivare sul posto a sirene spiegate per portare via quante più persone possibili.
Lady Bug intanto ne aveva catturato uno, ma da sola non poteva nulla contro sei individui.
Doveva giocare d'astuzia.
Adrien rimaneva sempre incollato al teleschermo ignorando le chiamate del padre.
Questo era più importante, doveva sincerarsi che stesse bene prima di riprendere il lavoro, altrimenti non sarebbe stato in grado di concentrasi.
In tutti quegli anni, Adrien aveva seguito le avventure di Lady Bug e anche quelle di Marinette, la notizia della sua promozione gli era giunta per vie traverse e Agreste Senior doveva trovare un modo per non farsi superare da lei.
Marinette nonostante l'età era una stilista emergente e presto avrebbe visto la luce della ribalta e anche i più importanti Red Carpet.
Scherzando, un giorno, Gabriel aveva detto al figlio di chiamarla e di farla andare a prendere dal jet privato per un colloquio di lavoro.
Inutile dire che Adrien non aveva preso molto bene la cosa.
"Lady Bug è in difficoltà!" Annunciò la telecronista destando Adrien da un piccolo sogno. "... Se ci fosse Chat Noir con lei ora sarebbe tutto diverso. Dove sei Chat Noir? Perché non ti fai più vedere?"
Adrien si morse il labbro inferiore fino a farlo sanguinare, un lavoro in più per la truccatrice che avrebbe dovuto coprire quel livido.
Lady Bug veniva attaccata su tutti i fronti con bombe lacrimogene e piccoli ordigni.
Parigi era nel caos più totale.
Ma quando tutto sembra perduto, e il mondo di crolla addosso, arriva il momento in cui bisogna alzarsi e uscire da quella situazione a testa alta.
Combinando anche il Miraculous del Cavallo e quello dell'Ape, Lady Bug riuscì a creare dei portali e a paralizzare le sue vittime, in modo da poterli levare insieme e consegnarli alla polizia.
Lady Bug non sapeva quali danni e conseguenze avrebbe arrecato a quelle persone, ma non poteva rischiare di ferirsi o perdere.
Adrien tirò un sospiro di sollievo quando tutto si conclude per il meglio.
"Ben fatto, Milady." Mormorò a mezze labbra con un sorriso appena accennato riprendendo il cammino.
Il cuore gli vibrava forte nel petto, proprio come ogni volta.
Vederla in azione lo costringeva in un tuffo del passato, ma gli aveva anche risvegliato la consapevolezza che forse partire era stata la decisione giusta, del resto lei se la cavava egregiamente anche senza di lui.
*
Continua
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Non e' mai troppo tardi
Fanfiction[MIRACULOUS LADYBUG] Adrien scopre per puro caso chi si cela dietro la maschera di Papillombre e il suo mondo crolla immediatamente come un castello di sabbia, proprio come quello di Marinette quando viene a sapere che Adrien dovrà lasciare per semp...