Capitolo 17

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Era chiaro che la sua assenza non fosse passata inosservata e avesse lasciato un segno indelebile dentro di lei, forse molto di più di quello che aveva fatto Adrien con l'andarsene, per poi tornare e amarla con tutto sé stesso e andarsene di nuovo.
Chat Noir ritrasse la mano e accettò quella condizione.
"Come intendi procedere?" Le chiese mestamente con un filo di voce.
"Sei bravo a distrarre le persone, tu fallo mentre io creo un portale proprio dietro di lei, e quando te lo dico la spedisci al di là." Rispose con lo stesso tono.
"Non ti sembra un po' banale?"
"Non mi viene in mente altro, spero funzioni, anche perché avremo solo una possibilità." Si strinse nelle spalle.
Ladybug prese dallo yo-yo il Miraculous del cavallo e ne attivò subito il potere.
Chat Noir la prese per un polso "Dopo parleremo, vero?"
Ladybug sospirò, non aveva niente da dirgli, oppure molte cose. Dipendeva dai punti di vista, fatto che le prudevano le mani e un sonoro ceffone non glielo avrebbe tolto nessuno.
"Sì." Sapeva già che non avrebbe potuto fare finta di niente e sparire, quel confronto era d'obbligo.
"Ti chiedo un favore: metti da parte il risentimento nei miei confronti e torna lucida, ho bisogno di te per concludere il tuo piano. Non posso farcela da solo." Chat Noir poteva percepire indistintamente sotto la Battle suite di Ladybug, la pelle diventare d'oca e tremare.
"I-io..."
"Lo so. Mi vorresti spaccare la testa, ma al momento non puoi."
"Ma come fai..."
"Non è difficile leggere la tua mente, i tuoi occhi esprimono tutta la tua rabbia, ma è anche vero che non avresti mai mandato Plagg da me se non fossi stata certa che io potessi aiutarti."
Ladybug deglutì il nulla. Chat Noir aveva ragione su tutto ed era per questo che funzionavano bene come duo, ma un particolare stava mettendo a dura prova i nervi di Ladybug e di conseguenza la riuscita della missione.
Scrollò le spalle e fece un bel respiro profondo oltre che un sorriso un po' forzato, sentendosi più leggera, ma lo stesso con un macigno nel petto, disse a Chat Noir di tenersi pronto.
*
Tutto sommato era andata bene.
Ignoblia non brillava d'acume ed era stato piuttosto facile per Ladybug e Chat Noir attuare il loro piano, rispedendo così l'aliena direttamente a New York tra le braccia della sorella Majestia, la quale si sarebbe occupata di lei.
La newyorkese si era portata due dita sulla tempia e aveva salutato i due ragazzi, ringraziandoli per la collaborazione.
Ladybug lanciò così in aria il Lucky charm riportando così tutto alla normalità, anche i palazzi crollati per primi.
"Ben fatto, Milady." Aveva detto Chat Noir tenendo le braccia lungo i fianchi.
"Ben fatto, Chaton." Ripeté Ladybug sorridendo e protendendo un pugno che Chat Noir batté poco dopo in ricordo dei vecchi tempi.
Neanche il tempo di pronunciare qualcosa che i due super eroi vennero attorniati da giornalisti che fremevano per lo scoop.

"Chat Noir sei tornato?"

"Dove sei stato in tutto questo tempo?"

"Perché non ti sei più fatto vedere?"

"È stato difficile per te tornare a combattere al fianco di Chat Noir?"

"Vi rivedremo ancora?"

Erano le domande più gettonate a cui nessuno dei due aveva dato risposta perché gliene venivano poste subito altre di seguito e in più erano impegnati a schivare i flash accecanti delle macchine fotografiche puntati sui loro volti.
Ladybug e Chat Noir, imbarazzati, non sapevano da che parte tendere e a quali microfoni rispondere, le curiosità erano molteplici, giustamente, si potrebbe aggiungere, in quanto i super eroi erano spariti da anni dalla circolazione portandosi dietro anche il famigerato Papillon, ormai caduto nel dimenticatoio.
"Milady, dobbiamo trovare un modo per sgattaiolare via da qui." Bisbigliò al suo orecchio facendo finta di niente.
"Sono d'accordo con te." Rispose Ladybug.
"Oh! Scusate! Ci stiamo per ritrasformare." Chat Noir tirò fuori tutta la sua sfrontatezza toccandosi i capelli biondi "... Io e Ladybug saremo felici di rispondere alle vostre domande... Un'altra volta." Fu la prima cosa che gli venne in mente.
Prese poi Ladybug per un fianco e la trascinò sul tetto più vicino, nascondendosi da quegli inutili seccatori.

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