Capitolo 30

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Tom non aveva mai fatto paura ad Adrien nonostante la sua mole importante, e nemmeno quando era stato trasformato da Papillon in Papà Mannaro si era intimorito di fronte a lui.

Ma questa volta era diverso, Adrien vedeva Tom avanzare verso di lui con aria torva e minacciosa e il suo cuore iniziò ad accelerare i battiti sentendosi a disagio. Deglutì il nulla cercando di rimanere il più calmo possibile.
Né Tom e né Sabine avevano mutato aspetto, erano proprio come li ricordava, con qualche capello bianco in più. Questo per quanto riguardava Tom, persino i baffi si erano schiariti e non portava più le basette lunghe.
Gli diede una pacca sulla spalla che per poco non lo fece capitombolare con la schiena a terra.
"Bentornato, figliolo." Gli disse sorridendo.
"Papà!" Esclamò Louis abbracciandolo tutto un fremito, sotto l'occhio attento, vigile e anche geloso di Tom.
Adrien gli baciò dolcemente la testa nera e salutò garbatamente il padre di Marinette, il quale gli sorrise nuovamente.
"Pronto per andare?" Fece incontro al bambino che gli allungò la torta appena fatta, un prodotto da forno di facile esecuzione composto essenzialmente da pan di spagna e gocce di cioccolato fondente.
"È per te, papà. L'ho fatto con le mie mani. Ho rotto le uova, messo la farina e poi ho girato veloce, veloce." Louis imitò ogni gesto facendo divertire Adrien.
"Ti ringrazio, non vedo l'ora di assaggiarla."
"Aspetta..." Disse Sabine scomparendo dietro il bancone, per poi riemergere dopo un minuto con una confezione che si adattava perfettamente al dolce "... Mettiamola qua dentro."

"Sì, nonna. Hai ragione, così non si rovinerà."

"Divertiti, piccolo!" Lo salutò di nuovo Tom con l'aria triste, ora che Adrien era ritornato, lui era passato in secondo piano, ma infondo era giusto così.

"Non essere triste, caro. Prima o poi sarebbe successo."

"Sì, ma speravo non accadesse mai." Tom si rintanò nel laboratorio seguito dalla moglie.

"Dovremo essere felici di questo momento, Adrien è tornato e Louis ha conosciuto suo padre. Non hai visto il suo sorriso? E' al settimo cielo, anzi, tutti e due lo sono."

"E se non volesse più venire qua da noi?" Piagnucolò l'omone iniziando a impastare a mano per scaricare la tensione del momento.

"Chi? Louis?" Sabine alzò un sopracciglio.

Tom annuì.

"... ma che stai dicendo, caro? Tuo nipote ti adora..."

*

Louis e Adrien, mano nella mano, percorsero la via che li avrebbe condotti a casa di quest'ultimo con il cuore palpitante nel petto.

Stavano parlando del più e del meno, anzi per la verità parlava solo Louis perché Adrien era troppo in agitazione per spiaccicare una sola parola, quando arrivarono davanti l'imponente cancello. Il cuore di Adrien batté ancora più forte nel petto e la sola consapevolezza che presto suo padre avrebbe saputo di essere diventato nonno lo fece agitare.

Sbuffò e con una scusa banale cambiarono direzione.

"Ti va un gelato?" Erano quasi le cinque del pomeriggio, ma Adrien non gli importò, si sarebbe scusato più tardi con Marinette nel caso in cui il piccolo avesse fatto i capricci per cenare.

Louis interruppe il suo monologo per annuire al papà.

Per loro fortuna, André il gelataio si trovava ai piedi della Tour Eiffel e dopo aver atteso pazientemente il loro turno, l'omone li servì.

Louis lo guardò incantato mentre prendeva i due coni, in quanto con la sua mole gli ricordò molto nonno Tom.

"Mi scusi, io voglio un gelato al cioccolato, per favore." Disse il piccolo incontro ad André.

Non e' mai troppo tardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora