Capitolo 28

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Se Adrien voleva colpire Marinette dritta al cuore, ci era riuscito alla grande.
Non c'era cosa peggiore da dire a una madre e minacciarla di portarle via il suo bambino le aveva fatto contorcere le viscere nell'addome.

Adrien aveva i mezzi per poterlo fare, era ricco sfondato e gli sarebbe stato facile pagare un avvocato fior fior di quattrini per vincere la causa, invece lei era solo una ragazza normale con mezzi limitati, che però gli permettevano di vivere una vita dignitosa e soprattutto non farsi mai mancare qualche capriccio. E nemmeno a Louis mancava nulla.

Se a Marinette le avessero detto di avere un male incurabile non starebbe reagendo così, rimanendo impietrita davanti a quella sconcertante rivelazione con la bocca spalancata alla ricerca d'aria.

La stanza iniziò a vorticare facendola piombare in una realtà surreale: vedeva lei disperata che piangeva in un angolo mentre Adrien sogghignava malignamente con Louis che gli tendeva una mano, lasciandola così sola con la sua disperazione.

Sentì freddo e gli arti sempre più intorpiditi finché tutta quella sensazione non si propagò per l'intero corpo. Marinette non riusciva a muoversi e a parlare, l'aria le mancò irrimediabilmente all'interno dei polmoni e iniziò ad avere un attacco di panico.

Tremava e respirava a fatica, le lacrime iniziarono a scendere copiose dai suoi occhi nonostante si fosse ripromessa di essere forte e di non farsi mettere i piedi in testa da nessuno.

Ma Adrien era stato crudele e quelle cattiverie non le doveva dire, Marinette capiva anche che aveva solo reagito alle sue parole e non poteva pretendere che se ne restasse zitto mentre gli veniva proibito di vedere suo figlio.

Marinette aveva visto, il giorno prima, come i suoi occhi si erano illuminati alla sua vista e Louis lo aveva preso subito in simpatia e il fatto che gli avesse gettato le braccia al collo non era dovuto alla febbre, Louis lo fece d'istinto e Marinette ebbe la prova tangibile che era giusto che sapesse che quell' amico della mamma, era qualcosa di più. Lo pretendeva e lo chiamava quasi ogni giorno e ogni volta a Marinette moriva il cuore notando l'espressione afflitta del suo bambino di fronte al perché suo padre non era lì con loro.

"N-non lo farai." Riuscì poi a dire Marinette volgendo uno sguardo truce verso Adrien. Non aveva paura di lui, e se il coetaneo aveva l'intenzione di farle la guerra allora non si sarebbe tirata indietro. Avrebbe combattuto con tutta la forze e i mezzi necessari, con le unghie e con i denti avrebbe fatto valere i suoi diritti, non le importava di mettersi contro Adrien Agreste o peggio ancora suo padre.

"Non mi lasci altra scelta, Marinette!" Esclamò ancora arrabbiato. Non voleva comportarsi così con lei, sapeva non essere giusto. Ma questo conflitto l'aveva iniziato lei il momento in cui aveva deciso di portare avanti la gravidanza da sola.

La corvina socchiuse gli occhi consapevole che se voleva uscirne da quella situazione doveva allentare un po' la presa. Sapeva anche che le sue intenzioni erano delle più nobili, altri le avrebbero detto di arrangiarsi visto che non gli aveva dato la possibilità di riconoscere per tempo il proprio bambino.

Ma Adrien era diverso, ed era stato anche per questo motivo che l'aveva tenuto all'oscuro, sapeva che sarebbe tornato indietro da lei compromettendo il suo matrimonio, che poi alla fine non era nemmeno andato a buon fine, quindi in conclusione aveva tenuto nascosto la polvere sotto il tappeto per niente.

"Farai soffrire Louis, così."

Adrien ne era consapevole, ma era anche vero che Louis aveva bisogno di un padre, aveva bisogno di lui.

"No, tu lo stai facendo soffrire negandogli di stare con me."

La rabbia di Adrien stava scemando e Marinette stava recuperando le normali funzioni vitali.

Non e' mai troppo tardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora