Capitolo 36

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"Adrien... Dov'è Marinette?" Domandò Sabine con il cuore pulsante nel petto, e stando all'espressione dell'ormai ex modello, probabilmente le era successo qualcosa di grave. Molto grave.
Sabine si portò alla bocca le mani chiuse in una preghiera e gli occhi iniziarono a inumidirsi.
Tom rimase in perfetto silenzio dietro la moglie, mentre Gabriel deglutì un po' di saliva mentre teneva in braccio Louis.
Adrien non riusciva a spiaccicare una parola e muoveva la bocca in modo convulso e incontrollata.
"Ti ha fatto una domanda!" Esclamò Gabriel con tono imperativo scoccandogli un'occhiata truce e severa.
"È... È..."
Louis si liberò dalla stretta del nonno e  si avvicinò al papà prendendogli la mano, infondendogli calore e sicurezza.
"Sta bene? Vero?" Gli occhi del bambino erano languidi e urgevano una risposta sincera.
Adrien annuì e i presenti poterono tirare un sospiro di sollievo. Sabine in particolare.
"È in ospedale, però..." Deglutì tirandosi addosso lo stupore generale "... Forse è meglio che andiamo."
Sabine prese da parte il ragazzo, lontano dalle orecchie di Louis.
"Che le è successo?"
"È caduta in acqua e Chat Noir l'ha salvata, ma... È ferita gravemente."
La piccola donna cinese si portò le mani sulla bocca a coprirne l'ampiezza.
"Oh mio dio!" Esclamò mancando un battito.
La sua bambina, la sua Marinette per l'ennesima volta era finita in ospedale.
"Ma avremo un quadro più completo quando arriveremo in ospedale, purtroppo a me non hanno voluto dire niente e non mi hanno fatto restare."
"Andiamo, allora." Disse Tom prendendo la giacca all'ingresso.
"Ho la macchina qua!" Puntualizzò Gabriel uscendo dal negozio con al seguito tutti gli altri, i quali entrarono nell'abitacolo senza chiedere il permesso.
*
La hall dell'ospedale pullulava di gente ferita e che attendeva il proprio turno per ricevere le cure più adeguate.
Medici e infermieri, non in servizio, erano stati richiamati per aiutare il personale ormai prossimo al collasso.
Anche personale medico in pensione era stato allertato per prestare soccorso e nel loro piccolo dare una mano anche solo per smistare i feriti in base alla gravità della loro situazione.
Nel parcheggio c'era un via vai di ambulanze, sirene e barelle.
Anche se la tempesta era passata, ora si doveva fare la conta dei danni e dei feriti, nonché dei morti.
Perché nonostante Ladybug e Chat Noir fossero intervenuti a contenere l'emergenza, purtroppo, molte persone non erano riuscite a salvarsi.
Sabine e Tom continuavano a fissare quelle barelle ricoperte da un telo bianco sperando che sotto uno di essi non ci fosse la loro bambina.
Il signor Agreste raggiunse il banco dell'accettazione con grazia e garbo, chiedendo informazioni circa a una ragazza di nome Marinette Dupain-Cheng.
"Mi spiace, ma se non è un parente non posso darle informazioni." Rispose continuando a scrivere cartelle cliniche.
Gabriel tirò il labbro in un mezzo sorriso "Signorina, laggiù..." Indicò un paio di sedie più avanti "... Ci sono i genitori della ragazza, sono molto provati e vogliono avere notizie a riguardo della figlia."
"Non vede che sono occupata? C'è gente che sta male." L'infermiera ritornò a immergersi nelle sue carte, ma Gabriel cercò di non fare una scenata, non era né il luogo e né il momento adatto, ma qui si trattava di Marinette.
Fece un bel respiro profondo e cercò di comportarsi in maniera diplomatica nonostante una vena gli pulsava nella tempia per come era stato liquidato.
"Signorina, la vede quella targa appesa nell'atrio? Si dia il caso che la mia società finanzi questo l'ospedale da tempo... Sarebbe un peccato non ricevere più macchinari all'avanguardia per mantenere il buon nome della struttura."
L'infermiera alzò lo sguardo verso l'uomo riconoscendo in lui il signor Agreste.
"Dovete salire al quinto piano nel reparto 'Chirurgia', lì una collega o un medico le potrà dare le notizie di cui necessitate."
Gabriel la ringraziò e fece cenno ai quattro di seguirlo.

Era impossibile chiamare un ascensore, quindi preferirono prendere le scale. Louis venne preso in braccio da Adrien, il quale fu il primo ad arrivare al tanto agognato piano.
Tom per poco non ebbe un attacco di cuore per l'esuberanza con cui raggiunse le porte del quinto piano.

E come il pronto soccorso, anche quel reparto era nel caos.

"Infermiera, mi scusi." Il biondo fermò una ragazza molto giovane, e a giudicare dalla sua espressione spaesata si doveva trattare di una stagista o da una che aveva appena iniziato.

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