Il primo a svegliarsi quella domenica mattina non fu né Adrien e né Marinette, ma Louis, che dirigendosi in bagno per espletare i bisogni fisiologici mattutini, notò uno strano rigonfiamento nel letto della madre.
Dopo il bagno, entrò quatto quatto nella stanza del genitore per assicurarsi che stesse bene e che nessun mostro apparso misteriosamente la notte prima se la fosse pappata e magari la prossima vittima era proprio lui.
Si avvicinò con assoluta circospezione e quando voltando l'angolo vide sbucare da sotto le coperte la testa bionda di suo padre, tirò un sospiro di sollievo.
Sua madre dormiva con la testa appoggiata sul suo letto e lui le cingeva il busto con il braccio.
Louis non perse tempo e s'infilò nel letto dalla parte libera e con la delicatezza di un elefante si posizionò tra i due, svegliandoli.
Marinette mugugnò qualcosa di incomprensibile, e senza volerlo, sciolse il caldo abbraccio di Adrien, il quale aprì un occhio e sorrise a malapena quando capì che si trattava del suo dolce bambino.
Anche se non era questo il suo scopo, Louis voleva solo sapere che cosa si provava a dormire nel lettone con entrambi i genitori; a scuola sentiva spesso i suoi compagni e quelli più grandi, di come fosse bello stare in centro tra mamma e papà, e ora che se ne era presentata l'occasione, era curioso di sperimentarlo per avere qualcosa anche lui da raccontare fieramente lunedì."Mhmm... vai nel tuo letto, Louis." Disse Marinette con voce impastata dal sonno cercando di non aprire gli occhi.
"Lascialo qui." Replicò Adrien abbracciandolo.
Marinette spalancò le palpebre quando lo sentì parlare, dimenticandosi completamente che il biondo aveva passato la notte con lei. Nel suo letto. Abbracciati.
E non era un sogno...
La corvina si sentì pervadere da una sensazione di benessere e per la prima volta, nonostante fossero appena le sette del mattino, si sentiva riposata e fresca come una rosa.
Di rimando, Adrien si rimise comodo e chiuse gli occhi con accanto suo figlio.
Anche Marinette ci riprovò, ma l'adrenalina che il suo corpo stava immettendo in circolo attraverso le sue vene, le impedì di riaddormentarsi e rilassarsi, e allora perché non preparare una lauta colazione per i suoi uomini?
Uscì dal letto con la leggerezza di una piuma, s'infilò la vestaglia corta che teneva sul servo muto e chiuse la porta di camera dietro di lei, attenta a non fare il minimo rumore.
Non prima però di volgere un ultimo sguardo verso il letto e farsi circondare il cuore da una meravigliosa sensazione di leggerezza.Quando si diresse in cucina si ritrovò accerchiata da Tikki e Plagg, in cerca di spiegazioni e nel caso di Plagg, di dettagli piccanti e succulenti, come se la sera prima si fosse foderato le orecchie di squisito Camembert e non avesse sentito nessun rumore o sospiro provenire dalla camera da letto della Guardiana dei Miraculous.
"Lasciala in pace, Plagg. Non vedi che non vuole parlarne?" Lo rimbeccò a dovere la kwami della creazione.
"Non è che non voglio parlarne, non so veramente cosa dire." Marinette prese dalla credenza un paio di ciotole e fruste, poi ne aprì un'altra dove trovò un po' di farina e lievito disidratato.
"Beh! Non è che ci sia molto da capire... State insieme voi due no?"
"No, Plagg. Non stiamo insieme."
"Ma ieri ci sei andata a letto e poi lo hai invitato a restare... Che succede, allora?"
Marinette smise di sbattere le uova per poi aggiungere la farina e lo zucchero dopo averlo pesato con parsimonia con la bilancia digitale.
"Non lo so bene nemmeno io..."
"Non c'è molto da capire, vi amate, avete un figlio, mettetevi insieme e fine della storia, almeno non vedrò più Adrien struggersi ancora per te." Incalzò Plagg.
"Plagg, sei il solito insensibile! Se Marinette vuole stare insieme ad Adrien sarà solo lei a deciderlo e non te con i tuoi monologhi da quattro soldi." Disse Tikki stanca di starlo a sentire, in quanto era tutta la notte che continuava con quella solfa e non la lasciava dormire.
"I-io lo amo, ma ho anche paura di soffrire ancora." Sospirò affranta la corvina.
"Se lo farà, questa volta sarò io a cataclismarlo, puoi starne certa."
Marinette accese il gas e ci mise sopra la fiamma una padella un po' unta d'olio.
"Ti ringrazio, Plagg. Ma non credo sia necessario."
Poi i due kwami sparirono dentro una credenza quando sentirono lo scricchiolio della porta che si apriva.
Louis andò ad abbracciare la mamma entusiasta.
"Mmmm che buoni i pancake! Nei miei ci voglio la cioccolata." Disse accomodandosi.
"Ehi, non si aiuta la mamma a preparare la tavola?" Intervenne Adrien sbadigliando.
Marinette lo guardò estasiata, incredibile come quel ragazzo risultasse così tremendamente sexy con solo il pigiama addosso, i capelli arruffati, gli occhi assonnati, un filo di barba a contornargli il volto, che per poco non bruciò un pancake.
L'odore lieve di bruciato la riportò alla realtà e si prodigò per sistemare il disastro, ovvero si sarebbe sacrificata e l'avrebbe mangiato lei il primo.
"Dormito bene?" Gli chiese arrossendo.
"Sì, decisamente."
"Mi spiace che Louis ti abbia svegliato, stavo cercando di fargli perdere il vizio."
"Non è un problema." Disse sorridendo.
*
"Sai papa', sono felice che sei stato qui." Intervenne il piccolo dopo aver terminato la colazione prima degli adulti.
"Anche io lo sono." Svegliarsi con le persone che amava non aveva alcun prezzo.
"Lo farai anche stasera?" Chiese innocentemente e lo sguardo di Adrien andò a posarsi su quello statico di Marinette.
"Sai cosa? Perché non venite voi da me? Il nonno è via per lavoro e tornerà giovedì. Potremo fare un barbecue in piscina oggi e poi potremo dormire là."
"Siiiii!!!! " Louis iniziò a correre per tutta la casa urlando di gioia, Marinette invece si sentì a disagio.
Passare un'intera giornata con Adrien che cosa avrebbe comportato? Relazione? Amicizia? Lo faceva solo per il bene di suo figlio? Marinette che cosa voleva in realtà?
"Che ne pensi?" Chiese poi incontro alla corvina dallo sguardo spaesato e Adrien pensò di aver esagerato questa volta.
"Non posso dire di no, guardalo..." Indicò Louis felice come una pasqua mentre prendeva il costume da bagno dalla sua cameretta e lo indossava.
"Scusa... Non volevo farti sentire a disagio o costringerti a fare qualcosa che non vuoi."
Marinette ci pensò un po' su, anche se in realtà aveva già deciso cosa fare.
"Va bene." Disse, forse sarebbe stata l'occasione giusta per capire che cosa volesse realmente, dopodiché ci avrebbe messo una pietra sopra definitivamente. Se nutriva anche il minimo dubbio, allora significava che la sua infatuazione non era vera.
"Davvero?"
Marinette annuì con il capo e lui non potè non scoccargli un tenero bacio sulla guancia.
"Ah! La piscina è riscaldata." Ammiccò.
"Perché non lo hai detto prima?"
*
Se qualcuno li avesse visti dall'esterno avrebbe sicuramente pensato che fossero una famiglia serena e unita, e non che stessero combattendo per la propria felicità.
Ridevano, scherzavano, giocavano e nuotavano.
L'acqua della piscina era uno spettacolo e quasi quasi gli dispiaceva doversi coprire ed entrare in casa, il sole stava tramontando e il tepore della giornata stava lasciando il posto alla frescura della notte.
"Dopo cena possiamo tornare in acqua?" Chiese Louis mentre faceva la doccia sorvegliato dall'occhio attento e vigile di Marinette.
"Non credo, domani c'è scuola e non devi stancarti."
"Uffa... Io non voglio andare a scuola, voglio restare qui per sempre." Protestò mettendo il broncio.
"Non possiamo, non è casa nostra."
"Solo perché tu e papà non state insieme."
"Louis!" Non c'era bisogno che anche suo figlio ci mettesse la lingua, ci stavano già pensando abbondantemente Tikki e Plagg a farle venire i dubbi.
"Che c'è?"
"Smettila! Anche se io e papà non stiamo insieme, questo non significa che ti vogliamo meno bene o che non potrai più venire qui."
"Sì, però..."
"Basta, adesso!" Marinette terminò di frizionare i capelli con il phon e lo invitò a uscire, magari a papà serviva aiuto nel preparare la tavola mentre lei si concedeva cinque minuti di doccia, forse sarebbe riuscita a spegnere il cervello per un po' e quella vocina stridula che continuava a martellarle in testa.
*
La cena andò bene, e Louis era talmente stanco che si addormentò direttamente sulla tavola.
Adrien lo aveva portato nella sua stanza a riposare e rimase con lui cinque minuti in più per assicurasi che dormisse profondamente.
Mentre si trovava in quella stanza sentì un tuffo provenire dalla piscina e affacciandosi alla finestra, vide Marinette che nuotava, decidendo così di raggiungerla subito dopo.
Marinette galleggiava nell'acqua calda nella tipica forma ad angelo e intanto cercava di rilassarsi e liberare la mente.
Anche Adrien si sentì abbastanza agitato per tutto il pomeriggio, pensando che invitare entrambi a casa sua non fosse stata una buona idea, perché questo non avrebbe dato modo a Marinette di pensare alla sua situazione e di prendere una decisione definitiva.
Era anche vero che non poteva più aspettare, non sarebbe stato giusto continuare così e se la notte precedente aveva significato qualcosa per Marinette, allora Adrien era più che intenzionato a scoprirlo, del resto era stata lei a fare la prima mossa e a chiedergli di restare.
La doccia di poc'anzi non era stata propizia e i dubbi che l'assalirono superavano tutte le certezze.
Si portò poi in posizione supina e galleggiò sulla superficie con gli occhi chiusi, cercando di rilassarsi il più possibile.
Adrien la raggiunse in acqua dopo essersi infilato il costume, sarebbe stata un'ottima occasione per scambiare quattro chiacchere al chiaro di luna in una romantica location.
Adrien entrò in acqua leggiadro come gatto e si avvicinò a lei poggiandole le mani sulla schiena e trasportandola con lentezza su tutta la superficie.
La testa di Marinette poggiava sul suo petto e percepì il battito accelerato del suo cuore.
"Dorme?" Chiese tenendo sempre gli occhi chiusi.
"Sì, era stanchissimo."
"Ha sempre giocato e non si è mai fermato. A volte mi chiedo da dove prenda quell'energia."
"Non chiederlo a me..."
Seguì qualche secondo di silenzio dove nessuno dei due voleva rovinare quel momento idilliaco con inutili parole.
Marinette si stava facendo trasportare non solo da Adrien, ma anche dal suo cuore.
"Resterei così per sempre." Disse lei non pesando le parole.
"Ti basta una frase e potrai farlo."
"Adrien..." Marinette sciolse la posizione e si portò davanti a lui.
"Marinette, io ti amo." La precedette con la sua dichiarazione d'amore che le illuminò gli occhi.
"Adrien... I-io..."
"Resta con me. Ho bisogno di te al mio fianco."
"Adrien..." Sospirò guardandolo negli occhi "... E se non andasse bene?"
"Almeno ci avremo provato... Ma non ho alcun dubbio su di noi, so già che siamo fatti l'uno per l'altra e che non ci lasceremo mai."
"Lo so, ma ho paura lo stesso... Sarà tutto nuovo e le novità mi hanno sempre spaventato a morte."
"Le affronteremo insieme... Ci sono io per sostenerti." Le strinse le mani e se le portò al petto, nel luogo dove l'avrebbe protetta e amata: nel suo cuore.
"E se fosse tardi?"
Adrien abbozzò un sorriso "Non è mai troppo tardi per trovare la felicità."
"Ti amo, Adrien." Marinette riuscì a trovare la forza per gettargli le braccia al collo e avvicinare le labbra alle sue.
Finalmente si era lasciata andare e abbandonarsi ai sentimenti che teneva celati all'interno del suo inconscio.
Adrien aveva ragione, Marinette non era sola e quel cambiamento lo avrebbero affrontato insieme.
Mano nella mano.
Fianco a fianco.
Sostenendosi a vicenda finché la morte non li avrebbe separati.
Era stato un bel bacio profondo e sensuale che racchiuse tutti i loro più reconditi desideri.
Quando si staccarono per prendere fiato, entrambi ansimarono e i loro respiri si trasformarono in nuvole di vapore a contatto con l'aria fresca della sera.
Adrien avvicinò Marinette a lui azzerandone la distanza e l'appoggiò al bordo della piscina continuandola a baciare con estrema passione.
"Vuoi andare su?" Gli domandò mentre le lambiva il collo con sensualità.
"Tu lo vuoi?" Fece di rimando contro il suo seno.
"Lo hai mai fatto in piscina?"
Adrien ci pensò su "No."
"Facciamolo qui." Disse perdendo ogni inibizione.
*
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Non e' mai troppo tardi
Fanfic[MIRACULOUS LADYBUG] Adrien scopre per puro caso chi si cela dietro la maschera di Papillombre e il suo mondo crolla immediatamente come un castello di sabbia, proprio come quello di Marinette quando viene a sapere che Adrien dovrà lasciare per semp...