Capitolo 21

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Un ringraziamento speciale va alla dolcissima LUCY del gruppo Telegram 'Miraculous Fanfiction' di cui vi lascio il link di seguito, per il meraviglioso disegno che trovate a fine capitolo.

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⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

L'obiettivo della serata era: divertirsi!
Tutti glielo avevano continuato a ripetere fino alla nausea e Marinette entrò nell'atrio del suo ex liceo con il cuore palpitante nel petto.
I ricordi, belli o brutti che essi fossero, degli anni passati lì iniziarono a riaffiorare e sospirò malinconica.
Ancora adesso poteva vedere nell'ingresso i suoi ex compagni percorrere quei corridoi con montagne di libri in mano e lo zaino ben saldo sulle spalle accerchiati dal vociare e dagli starnazzi generali, anticipati dal trillo metallico della campanella.
Sopra la sua testa c'era uno striscione di benvenuto con la scritta bianca a caratteri cubitali su di uno sfondo rosso, e il tutto contornato da qualche palloncino bianco e blu, un paio erano già scoppiati.
Marinette sorrise e avanzò con le gambe tremolanti, nemmeno fossero gambi di fiori trasportati dal vento in un pomeriggio soleggiato di fine agosto.
Alya la prese sotto braccio saldamente "Hai paura che scappi?" Chiese ironica guardandola di traverso.
"Lo so che non lo farai" Ammiccò complice dandole piena fiducia.
Poi prima di entrare nella palestra da cui proveniva una musica abbastanza alta, la bruna le mise le mani sulle spalle e la fissò "Stasera ci divertiremo, ok?"
"Me lo stai ripetendo da ore." Sospirò scrollandosi di dosso quella faccia da funerale che aveva pocanzi col sol pensiero che avrebbe rivisto Adrien.
Chissà che effetto le avrebbe fatto la sua presenza dopo che lui inconsapevolmente aveva vuotato il sacco con lei quella notte.
"Entriamo?" Domandò Marinette dopo che Nino le aveva raggiunte.
"Ovviamente!" Nino spalancò le porte della palestra con decisione, nemmeno fosse Aragorn del 'Il signore degli annelli' di ritorno da una lunga battaglia.
La musica soft continuò a suonare, ma il vociare degli ex studenti già presenti all'interno della palestra, s'interruppe di colpo, e i tre ragazzi sentirono indistintamente tutti gli occhi curiosi puntati su loro.
Nino si grattò la testa imbarazzato "Ehm... Ciao a tutti!" Salutò nervosamente con la mano alzata non riconoscendo nessuno dei suoi ex compagni di classe, ma solo ragazzi delle altre sezioni.
Si voltarono come niente fosse ritornando a sproloquiare, quando una voce starnazzante, ma allo stesso tempo dolcissima, gli andò incontro e li abbracciò.
Era Rose.
"Marinette, Alya, Nino!!! Che bello siete arrivati!" I suoi occhi a cuore erano languidi ed emozionati, erano mesi che non li vedeva e Marinette era stata sempre attenta a tenere Louis nascosto, gli unici che sapevano di lui erano appunto, Alya e Nino.
"Non mi sarei persa questa festa per nulla al mondo." Confessò entusiasta la corvina, mascherando la preoccupazione, non più per Adrien, ma per Louis che era rimasto a casa e si sentì subito in colpa.
"Voi state bene?" Domandò incontro la biondina, che per la cronaca, era rimasta uguale. Prima o poi Marinette le avrebbe chiesto qual era il suo segreto per rimanere immutata.
"Il tour procede bene, e..." Rose si assicurò che nessuno stesse sentendo, a parte loro tre, "... Fine mese uscirà il nuovo album."
"Ma è fantastico!" Dissero in coro tutti e tre.
"Juleka!" Esclamò Marinette quando la vide comparire dietro alla sua compagna mentre le scoccava un tenero bacio sulla guancia.
"Ciao, ragazzi! Come va?" Salutò timidamente.
Poi alla combriccola si aggiunsero tutti gli altri, tranne Chloe' che aveva dato forfait fin da subito dicendo che con quegli sfigati non aveva nulla da spartire.
Ormai Sabrina aveva cambiato bandiera e si era separata da quella amicizia tossica alla fine della quinta superiore, cogliendo l'occasione per gli studi all'estero della sua ormai ex amica.
In tutti quegli anni non aveva mai speso un minuto del suo tempo per chiedere a Sabrina se stesse bene e se la mancasse, così la rossa aveva deciso di tagliare i ponti e di fare nuove amicizie.
Aveva anche trovato l'amore con un ricercatore che frequentava la sua stessa facoltà e insieme avevano anche due splendidi marmocchi. Gemelli per la precisione.
Ivan e Mylene progettavano di sposarsi e lo avrebbero fatto l'anno prossimo.
Marc e Nathaniel si erano persi di vista, ma appena si videro alla festa sembravano più uniti che mai.
Kim era rimasto il solito bontempone, purtroppo non aveva coronato il suo sogno d'amore con Ondine, definendo il nuotatore troppo immaturo per lei.
Di Lila si erano perse le tracce dopo la seconda superiore, ma nessuno se ne preoccupò più di tanto.
E mentre tutti stavano raccontando la loro storia, la porta della palestra si aprì per l'ennesima volta.
Un brivido percorse la schiena di Marinette quando lo vide entrare come fosse un'apparizione mistica. Bellissimo all'interno di quel completo casual: jeans neri e camicia bianca leggermente aperta sul davanti.
Adrien si guardò un po' attorno cercando persone conosciute. Non sapendo ancora se sarebbe stato ben accetto, ma Nino aveva insistito e al massimo avrebbe passato con lui la serata.
Ma Adrien, sperava di cogliere l'occasione per parlare con Marinette e scusarsi.
Deglutì il nulla e avanzò quando vide tutta la sua ex classe riunita al centro della palestra mentre ridevano e scherzano.
Marinette era bellissima e il corpo di Adrien era tutto un fremito, non vedeva l'ora di salutarla, salutarli.
"Ciao, ragazzi!"
"Ciao!" Salutò Marinette abbassando lo sguardo, seguita poi da tutti gli altri che si stavano chiedendo se il ragazzo che avevano davanti era veramente Adrien Agreste.
"Sei davvero tu?" Domandò Rose toccandogli il volto.
"Sì, Rose." Rispose sempre più timidamente rimanendo sempre molto riservato.
La biondina si fiondò ad abbracciarlo e scoppiò a piangere "Non dovevi sparire così."
"Mi spiace, Rose. Nemmeno io volevo andarmene."
Marinette si sentì in obbligo di spezzare quel cerchio che contribuiva a formare e con la scusa banale del bagno si allontanò, sotto lo sguardo severo di Alya.
*
Marinette entrò nel bagno e represse un conato di vomito.
Il battito era accelerato e la testa doleva.
Poggiò i palmi della mano sulla ceramica bianca dell'enorme lavabo e sospirò con la testa abbassata.
Alya la raggiunse subito dopo tutta trafelata spalancando la porta del bagno urlando il suo nome.
"Ah! Sei qui!" Esclamò sorpresa.
"Non ce la faccio a stare nella stessa stanza con lui." Piagnucolò bagnandosi la bocca con l'acqua fresca, per non dire gelida.
"Marinette, divertiti! Ignoralo!"
"Fa ancora male."
Alya le sollevò il volto con due dita "Tesoro... Non puoi farti condizionare la serata. Adesso andiamo là fuori e lo affronteremo."
"No!"
"Sì, scusa, volevo dire che lo eviteremo! È l'agitazione." Ovviamente lei e Nino avevano già ideato un piano per fare avvicinare quei due, Adrien aveva confessato al suo amico che sarebbe venuto alla festa solo per tentare un approccio con Marinette, niente di invasivo, voleva solo parlarle per chiarire alcune cose.
Marinette fece un bel respiro profondo e si guardò allo specchio, aprì la borsetta e prese il necessario per sistemare il trucco colato dagli occhi e il rossetto. Per sbaglio si era toccata la palpebra con un paio di dita.
"Sto bene?" Domandò alla sua migliore amica dopo essere uscita dalla cabina.
"Sei splendida come sempre! E ora... Divertiamoci!" Esclamò entusiasta alzando una mano al cielo.
"Fammi solo controllare il cellulare." Niente, Marinette proprio non ce la faceva a non pensare al suo bambino.
"Sta bene, Marinette. Manon ti avrebbe chiamato."
"Il mio sesto senso mi dice qualcosa..."
"Sì, che dobbiamo subito tornare di là."
Marinette abbozzò un sorriso, forse Alta aveva ragione e non c'era nulla di cui si dovesse preoccupare, in fondo, aveva lasciato Louis in ottime mani.
*
La prima ora trascorse senza intoppi: le ragazze si erano appartate in un angolo a raccontarsi ogni aneddoto dall' università in poi, beh! A dire il vero erano Rose e Juleka l'anima del gruppetto, c'erano anni di successi dietro le quinte da metterle al corrente e Marinette si complimentò con loro per tutti i sacrifici che stavano facendo.
Ogni tanto l'occhio cadeva verso il divanetto dei ragazzi e su come Adrien stava tenendo banco. Sembrava felice e di tanto in tanto i loro sguardi s'incrociavano per distogliersi subito dopo con timidezza e sorpresa.
C'era tensione nell'aria e solo loro due sembravano essersene accorti.
Marinette non cercava nessun tipo di approccio con lui, ma fu inevitabile quando venne scelta per il secondo giro di alcolici.
Prese il vassoio d'argento e si diresse al tavolino del punch, minuziosamente riempì tutti i bicchieri, a dire il vero velocemente e qualche goccia di liquido bagnò la superficie specchiata.
"Vuoi una mano? Sembrano pesanti."
Marinette trasalì riconoscendo la voce anche se la musica era alta.
"No, grazie. Faccio da sola."
"Devo parlarti, Marinette." La bloccò lui parandosi davanti.
"Non c'è altro da dire, Adrien."
"Sì, invece."
"Ti prego, devi ascoltarmi." Insistette lui volgendole uno sguardo triste.
"Non posso ora... Scusami." Farfugliò cercando di toglierselo di torno.
"Lo so, sei arrabbiata con me. Ma dammi il modo di spiegarmi."
"Non sono arrabbiata con te." Marinette continuava a tenere quel vassoio tra le mani, ma lo appoggiò per non farlo cadere.
"E allora perché ti comporti così?"
"Così come? Sono a una festa e sto cercando di divertirmi, ciò che dovresti fare anche tu."
"Lo so, ma in realtà sono qui solo per te."
"Per me?" Chiese sorpresa "... Beh! Hai fatto male i tuoi conti."
Non lo avrebbe ammesso, ma a Marinette faceva piacere questo tipo di lusinghe, provava che un po' si era pentito per il modo in cui l'aveva trattata.
"Marinette, ti prego. Chiedo cinque minuti del tuo tempo e poi ti giuro che non ti romperò più le scatole."
*
Cinque minuti. Adrien voleva solo cinque minuti con lei, da solo. Per dirle cosa?
No, Marinette non voleva andare con lui. Non voleva restare da sola con lui. Lei voleva solo divertirsi e passare una serata spensierata con i suoi amici che non vedeva da tanto tempo e non con Adrien.
Marinette iniziò a tremare e balbettare qualcosa di incomprensibile che venne subito coperto dalla musica che fuoriusciva dagli altoparlanti piazzati strategicamente tra le colonne della palestra.
Cinque minuti che avrebbe segnato i loro destini e finalmente avrebbe messo fine a quella faida, ma forse iniziata subito un'altra.
No, lei non era pronta per restare cinque minuti da sola con lui.
"E se volessi rifiutare?"
"Ma perché ti ostini a fare la difficile?"
Marinette abbassò lo sguardo "Ho bisogno di tempo."
"Te-tempo?" Gli sembrò che sei anni fossero già abbastanza per sbollire la rabbia, ma evidentemente, Marinette, necessitava di più spazio. Forse non si aspettava il suo ritorno a Parigi così presto, oppure le sue paure erano legate in qualche modo a quel bambino a cui stringeva la mano quel sabato pomeriggio.
Adrien era ben consapevole che non significasse nulla, ma era anche vero che il suo fiuto da gatto curioso non lo aveva mai tradito o ingannato.
"Mi dispiace, Adrien... Non sono ancora pronta."
"La devi smettere con questo atteggiamento, Marinette. Io vengo qui con tutte le buone intenzioni del mondo e tu che fai? Te ne vai?"
"Non sono io quella che ti ho usato."
"Oh! Credi si sia trattato di questo? Se solo mi ascoltassi sapresti che non è affatto così."
Neanche il tempo di ribattere che il cellulare di Marinette squillò e sul suo volto si dipinse il terrore.
Il cuore di Adrien si fermò dopo aver visto la faccia sconcertata di Marinette, doveva essere successo qualcosa di grave.
La corvina agganciò la chiamata "Devo andare." Disse ad Adrien.
*
Continua

*Continua

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