Capitolo 33

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Tutto sommato la cena di qualche sera prima era andata bene nonostante Adrien e Marinette continuassero a lanciarsi sguardi complici chiedendosi mentalmente se Gabriel Agreste avesse battuto la testa da qualche parte.
Forte, magari.
Ma Louis era felice e continuava a imboccare il nonno con assoluta felicità e quest'ultimo gli dava anche corda.
Marinette aveva cercato di starsene più zitta possibile per non innescare la miccia e magari fare crollare quella farsa (sempre se di quello si trattava), l'unico che ne avrebbe fatto le spese sarebbe stato proprio Louis, e questo non era contemplato.
In ogni caso non c'era stata l'occasione per ripetere il momento, in quanto nei giorni successivi, Gabriel si era trattenuto fino a sera tardi in ufficio.
Quella cena, comunque, aveva dato modo ad Adrien di scrutare più a fondo Marinette e i sentimenti che provava per lei.
Arrossiva ogni volta che lei alza a lo sguardo verso di lui, facendogli battere il cuore all'impazzata e trasportarlo lontano con la fantasia.
Adrien si convinse di chiederle un appuntamento con la scusa di trascorrere un pomeriggio tutti insieme.
Inutile dire che Louis ne fu subito entusiasta, un po' meno lei perché esitò prima di accettare, con un po' di amaro in bocca.

"Un pomeriggio al parco tutti insieme... sarà divertente." Le disse quando il piccolo face una piccola pausa per il bagno.

"Non dobbiamo illuderlo però." Fu la sua risposta tagliente che gli fece capire che la strada per il suo cuore sarebbe stata irta e tortuosa, poco gli importava, se Adrien aveva un obiettivo ben preciso in mente lo avrebbe raggiunto.

"Oh, no. Certo. E' solo che pensavo fosse carino passare del tempo insieme. Non ci sono secondi fini." Adrien si morse la lingua e Marinette tirò un sospiro di sollievo.

"Lo facciamo solo per Louis."

"Esatto." Deglutì nascondendo l'imbarazzo del momento e anche lei sembrava essere nella sua stessa situazione perché continuava a guardare dalla parte opposta mentre parlava.
Adrien si grattò la testa "A-allora vi passo a prendere oggi?"
Marinette era lì per lì di chiedergli di restare per pranzo, ma sarebbe stato imbarazzante e... Strano. Sì, decisamente strano.
Meglio non affrettare i tempi anche se il cuore le stava letteralmente scoppiando dall'esatto momento in cui, Adrien, le aveva chiesto di trascorrere il pomeriggio insieme.
Sarebbe stata forse l'occasione giusta per parlare di Louis e per avviare, finalmente, le pratiche per il riconoscimento.
Marinette, però, doveva tornare con i piedi per terra e non illudersi che Adrien provasse ancora qualcosa per lei, ogni sua azione era in funzione del figlio che condividevano e niente altro.

"Va bene, o se preferisci ci vediamo direttamente al parco."

"Non è affatto un problema, lo faccio volentieri."

"Allora a dopo."

Marinette chiuse la porta e sospirò mettendosi quasi a piangere; perché doveva esserne ancora così dannatamente innamorata di una persona che le aveva arrecato solo sofferenza?

"Se papà ti piace, glielo puoi dire, sai?" Intervenne Louis con la sua naturale ingenuità che le fece strabuzzare gli occhi.

Louis, per ovvie ragioni, non era un esperto in amore, ma era un bambino che sapeva cogliere i segnali e soprattutto non aveva peli sulla lingua.

"E tu cosa ne sai?" Fece lei incrociando le braccia al petto con fare autoritario.

"Anch'io ho la fidanzata." Affermò con sicurezza.

Marinette per poco non svenne seduta stante, poi la sua espressione mutò da sorpresa a quasi maligna, si abbassò al suo livello e gli sussurrò all'orecchio di stare attento perché la fidanzatina è in realtà un mostro che mangia i bambini belli come lui.

"Davvero? Allora dopo la lascio."

"Bravo il mio frugoletto." Marinette si diresse in cucina dopo avergli scompigliato la testa corvina.

Non e' mai troppo tardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora