Capitolo 4

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Non riesco più a dormire, o meglio, non riesco più a stare nel letto senza fare nulla.

Mi alzo mentre mia madre e i miei fratelli dormono ancora.


Prendo il mio zaino e il necessario per cacciare ed esco di casa. Il sole non è  ancora sorto, l'aria è  gelida e non c'è  nessuno per le strade del 12. Mi avvio verso i boschi e passo davanti all'albero in cui era mio solito aspettare Katniss.

Ma lei non c'è.

Dovrò farci l'abitudine, chissà quando e se sarebbe tornata e anche se avesse vinto i giochi avrebbe avuto un'altra vita, nel villaggio dei vincitori.

Mi fermo lo stesso all'albero.

 Mi piace rimanere qui a pensare, i boschi sono l'unico luogo in cui sto in pace con me stesso; mi fa dimenticare di vivere in un posto in cui prima o poi morirò.

 Il sole sta sorgendo e questo significa che gli animali stanno uscendo dalle loro tane. Inizio a camminare e ad un tratto vedo un cervo di medie dimensioni. Mi avvicino con cautela, poi prendo la mira e...

Flashback
-forza Katniss! Prendi la mira e centralo in un occhio, come tuo solito- dico sottovoce. Katniss annuisce e dopo aver preso la mira colpisce il cervo esattamente nello stesso punto,come ogni volta.
-ottimo lavoro Catnip!-
Fine flashback

...ritiro l'arco.

Non ci riesco. Continuo a pensare a Katniss, quella doveva essere una sua preda, sarebbe stata perfetta per le nostre famiglie.

Il cervo capisce le mie intenzioni, non ho il coraggio di fargli del male. Non ora.

Riprendo a camminare e mi limito a catturare qualche scoiattolo. Certo, scambiare un cervo significa guadagnare molto di più, ma oggi non sono proprio dell'umore.

Raggiungo il laghetto e mi fermo. Il sole è ormai sorto da un pezzo, io sono seduto su una masso ad ascoltare i rumori dei boschi mentre Katniss? Cosa sta facendo, o meglio, cosa le stanno facendo?
Sono pensieri orribili ma se lei mi avesse ascoltato adesso forse saremmo lontano da qui.

Sapevo già la strada per scappare, avevo trovato una via di fuga in mezzo ai boschi, probabilmente conduceva ad un altro distretto. Nonostante fosse un ottimo piano non avrei mai lasciato la mia famiglia, potevamo scappare tutti insieme ma i miei fratelli sono troppo piccoli, non avrebbero resistito molto fuori casa.


Mi risveglio dai miei pensieri quando ormai è  ora di fare rientro a casa.

 Il 12 si è  popolato, sono state aperte le bancarelle e io vado dritto da Sae la Zozza. Ha esposto molte delle sue spezie e medicinali. Gli offro gli scoiattoli e lei mi da il solito sacchettino.


- ti manca non è vero, ragazzo?- mi dice con la sua voce roca. Io annuisco e poi lei continua


-sai, anche io avevo un amico da ragazza, andavamo sempre a caccia proprio come voi due. Lui però venne catturato dai pacificatori perché stavo cercando di evadere dal distretto. Io non lo rividi più. Ricevetti la notizia da un vecchio signore che abitava vicino a casa mia. Ma tu ragazzo sei forte, e anche lei lo è. Vedrai che riuscirà a sopravvivere. -


Ringrazio Sae e me ne vado. Non l'avevo mai sentita parlare così tanto,si era confessata con me e questo proprio non me l'aspettavo. Anche lei aveva vissuto qui e dopo tanti anni non era mai stata scelta come tributo.

"Gli Hunger Games di Gale" (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora