6~ Domande e risposte

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1988

I due individui camminavano uno a fianco all'altro, tra loro c'erano un paio di metri di distanza.

Diffidenti uno dall'altro.

La piccolina non si fidava per il fatto che l'uomo era in vantaggio: fisicamente e per conoscenza. Se non sembrava così sorpreso dei suoi strani poteri e il suo 'ordine mentale' non aveva avuto effetto, forse anche lui li aveva e probabilmente era più capace e con più esperienza.

Alphard era cauto: la bambina emanava puro potere e la magia accidentale, dal nome dovrebbe essere accidentale e non controllata. Inoltre, aveva ucciso due babbani senza battere ciglio, non dubitava che se avesse fatto azioni avventate ci sarebbero state ripercussioni.

"Devi avvicinarti e prendermi il braccio se vogliamo andare a casa mia." Alphard cercava di essere il più gentile possibile anche se non sembrava funzionare molto.

"Perché?" la piccola figura chiese con cautela.

"Dobbiamo fare un'apparizione. È un mezzo di trasporto magico, ci sposteremo da un luogo a un altro, in questo caso a casa mia." La bambina lo fissò, poi lentamente si avvicinò e affermò il braccio teso dell'uomo.


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All'improvviso si sentì come risucchiata in un tubo piccolissimo, tutto intorno girava come una trottola, d'un tratto si ritrovò davanti a una piccola casetta molto bella.

All'improvviso si sentì come risucchiata in un tubo piccolissimo, tutto intorno girava come una trottola, d'un tratto si ritrovò davanti a una piccola casetta molto bella

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La piccola si staccò immediatamente e si guardò intorno.

Alphard la lasciò 'guardare' intorno, si stupiva ancora di come potesse orientarsi con gli occhi chiusi.

Una volta entrati Alphard si liberò della sua giacca gettandola con noncuranza sulla sedia vicino all'entrata.

Accompagnò la piccola bambina in un accogliente soggiorno. La invitò a sedersi e per dimostrare che non ci sarebbero stati problemi, si sedette lui per primo su una poltrona verde bosco.

La ragazzina si sedette rigidamente con una grazia quasi naturale, anche se in realtà si era esercitata molte volte da quando aveva letto un libro di galateo.

"Allora, qualcosa da bere?" chiede Alphard, ma dopo un cenno negativo continuò "dimmi piccola signorina, ti è mai capitato di fare cose strane, che non sono considerate normali? Magari quando sei triste o arrabbiata?"

La piccolina si irrigidì leggermente. Una qualsiasi persona non sarebbe riuscita a notarlo, ma Alphard era stato addestrato fin da bambino a notare questi piccoli dettagli, però si complimentò mentalmente con la ragazzina per aver un così buon controllo del suo stesso corpo.

"Sì, mi è capitato" rispose con una voce chiara, rifiutandosi di vergognarsi dei suoi poteri.

"Posso muovere le cose solo pensandoci, se mi concentro posso ordinare a qualcuno di fare ciò che voglio, e anche far avere all'altra persona terribili incubi." sembrava voler dire qualcos'altro ma si trattenne.

'Notevole' era ciò che Alphard riusciva a pensare, la piccola figura seduta davanti a lui sembrava portata per le magie mentali, una chiara dimostrazione, era avvenuta poco prima.

"Sai, non molti maghi sarebbero in grado di fare quello che fai tu, soprattutto le magie mentali."

Confusa si concentrò su quella parola "Cosa intendi per maghi? Non esistono, sono solo favole per bambini creduloni."

Alphard le fece un sorrisetto e rispose "No ragazzina, questo è quello che siamo, tu sei quella che noi chiamiamo una strega e io sono un mago."

Le sopracciglia si sollevarono leggermente ma tenne un'espressione neutra "la magia è reale?"

"Sì."

Quella parola confermò tutto.

La sua mente partì.

Pensò a tutte le possibilità di come sarebbe potuta diventare grande e potente con la magia come strumento per farsi strada nella vita.

Non sarebbe stata più una vittima, ma sarà lei il Giudice, la Giuria è il Boia, lei decreterà il destino degli altri, lei non sarà mai più sottomessa.

La piccolina desiderava fare un miliardo di domande, Alphard lo poteva letteralmente intuire da come la sua espressione era diventa un po' più felice.

Guardando l'orologio appeso al muro notò che ormai erano le 5 del mattino, non aveva più senso pensare di dormire, ma magari iniziare a preparare la colazione.

Guardando l'orologio appeso al muro notò che ormai erano le 5 del mattino, non aveva più senso pensare di dormire, ma magari iniziare a preparare la colazione

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La Matriarca della casata dei BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora