41~ II Corrispondenza

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1 settembre 1990

Hogwarts

Scozia

Mio adorato Angelo,

Finalmente sono giunto a Hogwarts. È un luogo che porta con sé un fascino antico e segreti che sembrano essere stati intessuti nelle sue stesse pietre per secoli. Mi trovo immerso in una maestosità senza pari, avvolto in un'aura che solo la magia più antica e pura può generare, eppure non riesco a immaginare che tutto questo ti colpirebbe come ha colpito me. Qui c'è una bellezza che mi affascina, un'imponenza che richiama all'onore, e un senso di mistero che sembra provenire da epoche dimenticate, ma percepisco anche una mancanza. O forse dovrei dire, qualcuno manca: tu, mio fratello, Draco e Harry. Senza di voi, anche il castello più maestoso appare stranamente vuoto; le torri svettanti, le ampie sale che riecheggiano di storie, e persino la vista infinita sul lago nero sembrano prive di vita.

Il pensiero che l'anno prossimo vi unirete a me rende l'attesa più sopportabile e riempie di speranza queste mura antiche.

La cerimonia dello smistamento è stata un'esperienza che non dimenticherò facilmente. Trovarsi lì, davanti a centinaia di occhi fissi su di te mentre il Cappello Parlante indugia, riflettendo su quale sarà la tua casa, è qualcosa che ti lascia un segno. Quando, infine, ha pronunciato 'Serpeverde', ho sentito un fremito, un senso di appartenenza che mi ha confermato ciò che in fondo già sapevo. Non credo che potesse esserci altra scelta; Serpeverde è sempre stata una tradizione di famiglia, ma la mia è più di una semplice accettazione. Sento che è qui che devo essere.

E ricordo quando mi hai detto, prima di partire, che qualunque Casa avessi scelto tu saresti stata fiera di me; non ti nascondo quanto le tue parole mi abbiano confortato in questo momento.

La sala comune è proprio come ce l'hanno descritta gli zii: oscura, silenziosa, con un'atmosfera quasi onirica, che nonostante tutto non minaccia, ma accoglie. Il suo aspetto è solenne, un luogo dove il mistero si fonde con la tranquillità, un rifugio dalle luci che invadono il mondo esterno. Le finestre si affacciano direttamente sul lago nero, e la luce verdastra che penetra dall'acqua crea un gioco di ombre che sembra quasi ipnotico. Ogni tanto, si vedono dei pesci muoversi furtivamente nelle profondità, e posso facilmente immaginare noi due seduti qui, in silenzio, perduti nei nostri pensieri, lasciando che il nostro caotico trio si dissolva temporaneamente mentre osserviamo questo spettacolo.

Il nostro Capo Casa è Severus Piton. Certo, lo conosciamo già, ma da una prospettiva diversa. Rigel, Draco e io abbiamo avuto modo di conoscerlo un po' al maniero Malfoy, essendo lui il padrino di Draco. È un uomo che rispetto profondamente: è intelligente, perspicace e astuto, capace di cogliere il significato nascosto anche nelle parole più semplici. È un maestro della strategia, e credo che comprenda il potere del silenzio come pochi altri. Ma c'è qualcosa in lui che mi incuriosisce: una sorta di freddezza che sembra isolarlo da tutto, come una barriera impenetrabile. Qui a Hogwarts è ancora più evidente, quasi come se avesse indossato un'altra maschera, un volto distante, intoccabile. A volte mi chiedo se in lui vi sia mai stato spazio per il calore o se anche quello, come il resto, sia stato nascosto sotto strati di maschere ben calcolate. Le sue parole, taglienti come coltelli, mi ricordano il modo in cui tu ti poni davanti al mondo: con astuzia e lungimiranza, sempre un passo avanti. La differenza è che tu accompagni ogni tua mossa con un sorriso; lui, invece, ha un'espressione perenne di disprezzo.

Mi domando spesso cosa accadrà quando finalmente vi conoscerete. Mi chiedo quale sarà la tua reazione a un uomo come lui, qualcuno che non si piega facilmente alla volontà altrui. Ma sono sicuro che troverai il modo di 'domarlo,' come sai fare con tutti, anche con i più ostinati.

La Matriarca della casata dei BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora