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Ciao Nonna, spero tu legga da lassù ciò che scrivo.
Ho ripreso a scrivere, sono contenta, è bello ritornare a inventare storie come facevo quando giocavo con te.
#2malandriniera 03/02/2024
{non siate mai lettori silenziosi} ❝ ❆⊶⊷⊶⊷✵⊶⊷⊶⊷❆ ❞
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Le campagne inglesi erano sempre state un luogo di assoluta calma, assoluta spensieratezza. Un posto laddove regnava il silenzio e l'armonia, accompagnata dal dolce suono degli uccellini al mattino e dal rumoroso frastuono dei grilli alla sera. In una di quelle campagne era situato un grande cottage, ricoperto da pietre luccicanti e circondato da un giardino recintato colmo di fiori e piantine curate alla perfezione. Una casa sotto al sole non troppo cocente di quel settembre. Una villa al di fuori del trambusto che il mondo procurava, un paradiso basato su rigide regole dettate dal mondo magico e non dal mondo babbano. <<Cassie! Cassie! Dove hai messo il pullover di tuo fratello?>> La voce urlante della Signora Thomphson era un abitudinaria sveglia per le orecchie di Cassiopea, detta Cassie dalla sua intera famiglia. <<Mamma cosa vuoi che ne sappia del maglione di Luke?!>> Urlò anch'essa mentre cercava di acconciarsi i capelli nel migliore dei modi, perfezionista quale era non si sarebbe mai presentata in maniera disordinata il primo giorno di scuola! Quel primo settembre 1975 cominciava il suo quinto anno nella maestosa scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. <<Cassie hai visto la mia sciarpa? Quella gialla!>> Urlò dall'altro lato della casa il piccolo George, nonché ultimo arrivato in quella numerosa famiglia. <<No Georgie, non ho visto nulla.>> La ragazza dinanzi allo specchio del bagno, chiuso a chiave ovviamente, aggiustava quella chioma impazzita per rendere il più possibile ordinata quella sua figura. Quando finalmente riuscì a ordinare i capelli ricciolini grazie a dei piccoli fermagli che fermavano le ciocche di capelli sul retro della sua testa, uscì dal bagno per precipitarsi nella sua camera; in fretta e furia chiude il suo baule, quasi con vergogna per le cose che vi erano all'interno... Sciarpe, maglioni, divise e quant'altro, tutto perfettamente adornato da dei colori distanti da quelli della sua intera famiglia. Un verde e un argento al quanto eleganti spiccavano nella casa di interi Tassi!
Una strega serpeverde in una famiglia di Tassorosso, che strana sorte!
Ogni tanto le apparivano in mente quelle famose parole che il Cappello Parlante aveva enunciato il giorno del suo smistamento, quasi cinque anni addietro. Le fu strano, ma non tanto, ricordarsi che quel 1 settembre ci sarebbe stato l'ennesimo smistamento nella sua famiglia. L'undicenne Georgie, finito anch'esso nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts come tutti i suoi precedenti fratelli, avrebbe provato la strana ma emozionante sensazione che si prova durante la prima cerimonia all'interno delle mura del castello. Immaginava già quale sarebbe stata la sua sorte, dopotutto George rappresentava al meglio la casa dei Tassorosso... <<Cassie, hai finito di prepararti?>> <<Si, ora scendo!>> Rispose la ragazza al padre, stufo in partenza di quella giornata. O forse stufo solo della sua unica figliola...
Col baule tra le mani scese le numerose scale che la portarono dritta dritta nel suo soggiorno, laddove la cara Amy, madre dei cinque ragazzi compresa Cassie, regalava un piccolo ricordìno ad ogni suo figliolo. Era una tradizione quella, una tradizione da non omettere durante il primo giorno di scuola. Era come un portafortuna che la donna regalava ai suoi figli per far sì che l'anno scolastico potesse andar bene, senza sentire troppo la mancanza di casa.
Ogni anno tutto si ripeteva in un infinito ciclo: Cassie si svegliava, prima dei suoi fratelli, e incominciava a prepararsi; poi preparava la colazione per tutta la sua famiglia, sempre dormiente nel silenzio della casa, e infine scappava in camera o in bagno per poter aggiustare al meglio ogni piccolo particolare. Se ne stava al di fuori della sua famiglia, cosciente del fatto di non essere del tutto accettata. Nonostante nè sua madre nè suo padre non avessero mai espresso il loro risentimento nei confronti della ragazza, lei stessa sin dal suo primo giorno di scuola avvenuto cinque anni prima, aveva intuito quella tensione circolante in casa sua. Sapeva bene di essere una delusione per la sua famiglia, una famiglia di maghi perfettamente Tassorosso. Finita nella casa più odiata da suo padre e dai suoi antenati, riconosceva di essere non solo una delusione per lui e per il resto della famiglia, ma forse un piccolo errore in quella casa perfetta. Aveva sempre provato quella sensazione, quella consapevolezza amara di essere uno sbaglio.. Insomma: era l'unica figlia femmina, l'unica serpeverde, l'unica ragazza della casa a non saper adempiere alle tradizioni portate avanti di generazione in generazione.
Era sempre stata abituata ad essere l'unica, ad essere diversa, a sentirsi diversa. E per quanto cercasse di non farci caso, di entrare nella famiglia come una di loro, notava bene il confine che essi stessi avevano messo anni addietro. Con sguardo abitualmente afflitto, Cassiopea, guardò i suoi fratelli più grandi Bernard, detto Benny, il secondo figlio successivo a Sam, e Luke, il terzo ragazzo della famiglia, ricevere i pensierini preparati dalla loro adorata madre. Quell'anno furono delle spille animate, laddove vi era una bellissima immagine di famiglia. Vi era un valore immenso in quella bella spilla, invidiata dalla ragazza.
Io non ci sono..
Pensò guardando le spille dei fratelli, lasciandosi così un po' di amaro nel fondo del cuore.
<<E questa è per te piccolino!>> La donna si abbassò al piccolo della famiglia, lasciando la spilla nelle sue mani giovani e ancora un po' infantili, un occhiolino di incoraggiamento spuntò sul volto della donna, lasciando un ampio sorriso nei cuori di entrambi. <<Non deluderci anche tu, figliolo.>> La voce del padre, Jackson, fu l'ennesima lama inflitta nel cuore della giovane Cassie.
Ma l'abitudine l'aveva preparata a quel tipo di dolore, a quel tipo di sofferenza, che forse si sarebbe portata dentro per il resto della sua vita. Per un attimo nella mente di Cassie apparve l'immagine calorosa della sua famiglia, prima che George nascesse e prima ancora che lei avesse la sua lettera per Hogwarts.
Si ricordò dei bei momenti passati insieme, della famiglia dolce e amorevole di cui tanto sentiva la mancanza. Si ricordò le parole di suo fratello Sam, l'unico in famiglia capace di amarla, ascoltarla e forse di aiutarla. Si ricordò di quando ricevette la lettera firmata McGrannit, con entusiasmo ed emozione il cuore le batteva all'impazzata. Condivise quella notizia con l'intera sua famiglia, in particolare modo con Sam. Il suo mitico fratellone. Il ragazzo, emozionato tanto quanto lei, la prese in braccio quel giorno, e la fece vorticare giocosamente nella stanza, urlando frasi come: << Mia sorella è una strega! >>
Ma quell'emozione durò poco, poiché i dubbi assalirono la mente giovane e pensierosa della ragazza. Spaventata dai racconti che suo padre le faceva sulla casa dei Serpeverde, raccontata da lui come una casa piena zeppa di cattivi e di malvagi, incominciò a dubitare delle sue sorti in quella scuola.
La paura di finire lì, tra i malvagi di cui suo padre parlava, venne raccontata dalla vocina intimorita di Cassiopea al fratello maggiore. Sam, con dolce tranquillità, l'abbracciò fortemente confidandole un piccolo segreto... <<Non c'è nulla di male nel finire nei serpeverde sai piccoletta? È una casa come tutte! Anche io stavo per finirci. Il cappello parlante era indeciso, ma alla fine ha scelto la casa a cui adesso sono legato. Ma a me sarebbe piaciuto entrare nei serpeverde! Sono così astuti, intelligenti, e bravi nel Quidditch. E ricorda...I cattivi e i mostri sono ovunque.>>
Quelle parole rimbombavano nella mente di Cassie, la quale in maniera assente faceva finta di ascoltare il solito discorso di inizio anno, del padre. Parlava di gentilezza, intelligenza e tante altre cavolate, con sguardo fiero guardava i suoi maschietti, e con un barlume di delusione cacciava un'occhiataccia alla figliola.
<<Bene, possiamo partire.>> Cassiopea guardò sua madre,freddamente glaciale persino con lei, e con un sorriso cercò di salutarla. Vide gli occhi di sua madre divenire più scuri di quanto si potesse immaginare, una terra arida dove nessuno avrebbe potuto passeggiare.
La ragazza, col baule alla mano, uscì di casa e si posizionò nella macchina babbana del padre. E col cuore un po' ammaccato si preparò per quel nuovo anno di scuola, sperando in un po' di tranquillità nelle mura della sua adorata scuola.
Incantesimo per rivelare altri capitoli: Revelio. (commenta ed esprimi il tuo parere! ci tengo molto a sapere cosa ne pensi dei miei scritti ♥♥♥)