Chapter tweny-five

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{non siate mai lettori silenziosi}
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La notte osservava silenziosamente il giovane Sirius poggiato dinanzi al letto dove giaceva la ragazza ormai dormiente

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La notte osservava silenziosamente il giovane Sirius poggiato dinanzi al letto dove giaceva la ragazza ormai dormiente.
Aveva ripreso coscienza, stava bene, ma la madre del Potter aveva insistito affinché riposasse per potersi riprendere al meglio.
Accanto al letto, sul comodino, la cena che avrebbe mangiato quando avrebbe voluto lei, se mai avesse voluto mangiare.
L'importante è che avesse gli occhi chiusi anche per un quarto d'ora, per potersi abbandonare alla dolcezza del sonno che voleva solo farle visita da intere notti.
E così fu: finalmente la ragazza dormì, crollando per ore intere per recuperare tutte le forze perse in quei giorni.
Sirius tuttavia non voleva chiudere occhio, o forse la visione di un pericolo sul corpo angelico della ragazza lo tartassava tanto da non dormire.
Si era proposto come guardia notturna per l'incolumità della ragazza, ricevendo in cambio un paio di risate dalla coppia di adulti che a loro volta però acconsentirono a quella scelta.
James provò a dissuaderlo, dicendogli che in caso di pericolo l'avrebbero sentita avendo le camere attaccate, aveva cercato persino di condividere quel turno notturno con lui, ma non c'era niente da fare; Sirius voleva proteggerla e testardo com'era non si sarebbe fatto scappare il pericolo da sotto al naso.
Rimase fermo ad osservarla dormire profondamente come una principessa delle fiabe, sperando con tutto se stesso che nient'altro le potesse capitare.
Ma i mugolii imminenti della ragazza, in cerca d'acqua per la sua gola secca, lo fecero agitare più di quanto potesse immaginare.
Corse da lei offrendole pian piano quel bicchiere d'acqua per dissetarla, non aspettandosi i suoi occhi ormai del tutto aperti.
<<Grazie...>>
Aveva sussurrato con un tiepido sorriso in volto, non troppo notabile dato il buio della camera.
Lui non le rispose a parole, imbarazzato di essere stato trovato come un maniaco nella sua camera, chissà cosa avrebbe pensato.
Le accennò un movimento col capo, cercando di allontanarsi successivamente, ma la morsa felina e aggguata della ragazza non glielo permise.
L'aveva preso per il polso con tutta la forza che aveva in corpo, che pareva di ora in ora aumentare sempre di più.
<< No, non di nuovo ti prego.>>
Era stordita dal forte odore che fuorusciva dalle sue bende, le quali di nuovo dovevano essere cambiate essendo ormai cosparse di sangue ancora una volta.
Lo aveva implorato di non andar via, necessaria e bisognosa di avere accanto.
<<Ho fatto così tanto per averti qui, non andartene ancora una volta..>>
Sirius si poggiò sulle sue ginocchia dinanzi al corpo mezzo steso della ragazza,
Si accovacciò sulle sue nocche dopo averle delicatamente toccate con le sue labbra, ormai intrinseche delle sue lacrime disperate che finalmente poterono uscire senza vergogna.
<<Ho avuto paura di perderti e non ritrovarti.>>
Il capo era chino, non osava guardarla, pauroso di quale effetto collaterale ci sarebbe stato.
Non si aspettava quel suo crollo dinanzi alla sua adorata, ma ne fu grato non riducendo più a mantenere quel peso che aveva nel cuore.

Sentendolo soffiare sulle sue dita, arricciare il naso per le lacrime salate, Cassiopea decise di farlo accomodare accanto a lei.
Quella volta era il suo compito toccarlo armoniosamente per allontanare i suoi demoni, quella volta toccava a lei coccolarlo come se fosse stato un bambino; seppur nel suo cuore giaceva quella necessità di essere stretta da quelle sue braccia sicure, in cui per la prima volta in vita sua si sentiva amata.
Aveva timore del corpo mascolino e possente del ragazzo accanto a lei, ma era decisa nel farlo.
Convinta di aver bisogno di quella dose di dolcezza estrema, senza limiti o ripensamenti, che mai nel loro rapporto aveva fatto capolino.
Si erano sempre fermati, avevano posto limiti con battutine o altri inconvenienti, ma quella notte niente e nessuno li avrebbe fermati dalla loro voglia di creare amore e soavità fra di loro.
Neppure il noto imbarazzo sulle gote della ragazza, ormai infiammata e accaldata dallo stesso calore che il corpo del ragazzo sprigionava senza volerlo.
Tremò per qualche secondo per l'apertura delle coperte che l'avevano avvolta per tutte quelle ore, ma l'entrata di Sirius e del suo corpo bisognoso di contatto non la fece più preoccupare di tale sensazione.
Si misero sui fianchi per osservarsi meglio, l'uno di fronte all'altro, striminziti per non cadere e sorridenti di farsi riavvicinati.
<< Perché scappi da me?>>
Gli chiese poggiando delicatamente le dita sui suoi zigomi, procurando così tanta di quella tenerezza da fargli socchiudere gli occhi per godersi maggiormente il momento, pauroso di non poter più godere di tale sensazione.
<< Potrei farti la stessa domanda.>>
Rispose lui accoccolandosi alla mano fredda della ragazza, sentendo la sua pelle liscia e delicata, quasi fatata.
Pareva un micio in procinto di fare le fusa per quanto gli piaceva quel tocco magico; benché stesse andando contro alla sua volontà primaria di scappare e ignorarla per non vedere in quali terribili condizioni fosse, non riusciva a resistere a quella figura.
Voleva allontanarla ma il suo cuore, puntualmente, lo riportava da lei.
Pareva che ogni strada prendesse lo riportasse da lei inevitabilmente.
<< Perché scappiamo?>>
Era stanca ma non caotica; sapeva cosa diceva, sapeva cosa faceva, era cosciente.
Ed era proprio la sua coscienza che la stava portando a quelle gesta e quella scioltezza, siccome in primis lei stessa aveva bisogno di quel contatto.
Aveva bisogno di lui tanto quanto lui aveva bisogno di lei.
Si erano cercati e ritrovati e questo andava bene, anche senza aver fatto girare nuovamente il mondo circostante.
Bastava avere la presenza dell'altro, bastava un tocco e un abbraccio.
Dopo il suo accaduto, Cassiopea, aveva imparato a godersi i momenti delicatamente dolci, terrorizzata da non poterne più avere.
E sapeva, sapeva bene, che nessuno oltre il mago grifondoro poteva donarle quel tipo di amore di cui tanto tutti parlavano, ma sopratutto da cui tanto lei voleva rifugiarsi.
Voleva nascondersi sotto le sue braccia e godersi il suo buon profumo per allontanare, anche solo per qualche attimo, l'immagine di Regulus dalla sua mente.
L'immagine di quell'abuso, di quell'ennesimo evento traumatico.
E così fece, senza ricevere risposta alla sua domanda, si rannicchiò come una piccola pargoletta sullo sterno del ragazzo.
Le sue braccia si racchiusero sotto il suo mento, la sua testa si poggiò sul petto del ragazzo per poter sentire i battiti del suo cuore calmar i demoni sottostanti.
Le sue ginocchia si avvinghiarono alle gambe di Sirius, intrecciandosi nella speranza di non farlo andare più via.
Odiava la lontananza che le aveva recato, odiava quella sua codardia che lo aveva portato a non degnarla di uno sguardo, ancora una volta.
<<Mai più. Non scappare mai più..>>
Sussurrò abbandonandosi al suo tocco leggiadro sul capo, laddove le mani del ragazzo accarezzavano i suoi riccioli indomabili per allontanare dal suo corpo la paura che ormai aveva fatto l'abitudine ad entrare nel loro rapporto senza chiedere il permesso.

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