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Ciao Nonna, spero tu legga da lassù ciò che scrivo.
Ho ripreso a scrivere, sono contenta, è bello ritornare a inventare storie come facevo quando giocavo con te.
#2malandriniera 03/02/2024
{non siate mai lettori silenziosi} ❝ ❆⊶⊷⊶⊷✵⊶⊷⊶⊷❆ ❞
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<<È sarcastica, proprio come me! Capisci Potter? Una ragazza. Sarcastica. Come me!>> Emozionato come un neonato col suo nuovo giocattolo, Sirius Black, raccontava del precedente accaduto all'amico fidato James Potter; benchè stanco lo ascoltava, dopotutto gli amici servivano a quello. <<L'ho accompagnata fin sotto alla sua sala comune, l'ho salutata e poi sono andato via non appena l'ho vista entrare. È stato piacevole parlare con lei sì, nonostante le nostre conversazioni siano al quanto contorte..>> Tra un bottone e l'altro sbottonati, Sirius, raccontava ogni più piccolo dettaglio dei minuti passati con la sua serpentina; minuti assai lunghi secondo il suo parere, secondo infiniti passati piacevolmente e che ormai erano ben scolpiti nella memoria del ragazzo che mai prima d'allora avrebbe mai pensato così a lungo a delle conversazioni apparentemente banali. <<Contorte?>> Chiese l'occhialuto mentre cercava tra le coperte il suo comodo pigiama regalato qualche natale precedente dai suoi genitori. <<È complicato capirla. Dice qualcosa ma la dice a metà, il suo discorso per intero è difficile da decifrare perché ne lascia metà all'interno senza proliferare parola! Poi, beh, sta a te decidere se contorcerti la mente per interpretare quelle parole nascoste nei suoi occhi, o lasciar perdere come molti credo abbiano fatto.>> Sirius non si era nemmeno accorto di tutte quelle belle parole spese per la ragazza, ormai dormiente nel suo dormitorio tra le calde coperte che Hogwarts le offriva. Ma dal canto suo, James, era più che attento a ogni singola lettera che dedicava alla serpeverde: notava lo sguardo quasi smarrito che il compagno possedeva mentre,spogliandosi, parlava della fatidica ragazza. Era come se la giovane avesse riportato in superficie quel lato così profondo che pochi attorno a Sirius conoscevano, e che raramente udivano dalla bocca del ragazzo. <<Amico..>> James si avvicinò cauto, mise una mano sulla spalla del Black, cercò il suo sguardo e per un attimo ne vide un barlume accendersi e poi d'un tratto spegnersi <<Non parli di lei come parli di tutte le altre, te ne sei reso conto?>> Con delicatezza James provò a togliere quei tappi che, involontariamente, Sirius si era inserito nelle orecchie senza dunque ascoltare tutto ciò che che aveva detto riguardo a Cassie. <<Sono solo sincero.. C'è qualcosa di male in questo?>> James sorrise, vide quasi un pizzico di ingenuità ritornare negli occhi cresciuti di Sirius, e felice scosse il capo negativamente dando finalmente una risposta all'amico. <<No Felpato.. Ora però lasciami dormire in santa pace! Devo sognare Evans, così domattina potrò andare da lei e dirle "Ei Evans, stanotte ti ho sognato.. Posso raccontarti com'è andata?" È un piano perfetto per riuscire a parlarle.>> I due risero, come due ragazzini col cuore impazzito andarono a rintanarsi nei loro letti.
La notte passò tranquilla, tra sogni romantici e pensieri soffusi i due trascorsero la notte normalmente, e come ogni mattina si svegliarono in ritardo pronti a ritardare anche nelle loro lezioni. Ma, per casualità, quella mattina Sirius si svegliò prima del compagno di dormitorio e preparandosi in fretta e furia scappò in sala grande per la colazione, dando la colpa a quella fuggitiva uscita alla sua fame, non tanto alla speranza nascosta nel suo cuore di incontrare la serpentina che la sera prima non aveva adocchiato durante la cena. Fortunatamente quando entrò nella sala grande trovò subito la sua serpentina, con la testa china sul suo porridge, arricchito con del miele colante, che però non interessò molto il ragazzo. Egli infatti avvicinandosi sempre più al tavolo dei serpeverde, dove quasi in solitudine giaceva la ragazza, notò quel coperto rannicchiato e ingobbito con le mani giunte su una lettera color giallo scarlatto, simile al colore della casa dei Tassorosso.
