Chapter eighteen

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{non siate mai lettori silenziosi}
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La neve incombeva al di fuori del castello, una forte nevicata si era posata sui cieli e dunque i ragazzi e le ragazze della scuola non avevano altra scelta se non quella di rimanere nella scuola

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La neve incombeva al di fuori del castello, una forte nevicata si era posata sui cieli e dunque i ragazzi e le ragazze della scuola non avevano altra scelta se non quella di rimanere nella scuola.
Tutto sembrava normale, una normalità che sapeva di marcio per Cassie, sopratutto dopo la mezza lettera che sua madre aveva prodigato a spedirle.
"Cara Cassiopea
Io e il resto della famiglia siamo tornati a casa da un po' di giorni, tuo fratello George sta bene.
I tuoi fratelli torneranno a scuola appena terminate le vacanze natalizie.
Suppongo che Hogwarts sia meravigliosa in questo periodo.
Se mai tu voglia tornare a casa rimembra delle chiavi nascoste.
Cordiali saluti..
-Amy Thompson"
Si era sforzata molto probabilmente nel scrivere quelle parole contate.
Si era concentrata ben poco su quella lettera, nulla di ciò che sapeva ormai, perciò l'aveva accartocciata nella sua sacca di cuoio per poi buttarla nel cestino dell'aula di rune antiche.
Quella materia le mandava in fumo il cervello:nonostante fosse stata una materia misteriosa e affascinante si era sempre chiesta perché avesse scelto di studiarla sin dal terzo anno.
Ritrovandosi poi a consolidare la sua risposta trovandola nelle parole ammaliate di sua madre riguardo quel fascino che solo le rune riuscivano a scaturire.
Bella impressione, voleva fare bella impressione con sua madre.
Il libro era pesante e massiccio, per lei l'unico libro ad essere colmo di scritte e immagini che proprio faceva fatica a comprendere.
Impiegava ore e ore su quel libro ma tutto le sembrava offuscato.
Camminava con quel groppo tra le braccia mentre percorreva i corridoi della scuola, scontrandosi con chi era più distratto di lei o chi semplicemente non si accorgeva della sua inutile presenza.
<<Mi scoppierà la testa se continuo a leggerlo.>>
Sussurrò lei attraversando il corridoio del primo piano per poter raggiungere l'aula di Storia della Magia.
<<Antiche Rune è una materia difficile hai ragione, ma forse conosco qualcuno molto bravo in campo.>>
Remus Lupin apparve accanto a lei quasi fosse un fantasma, ricevendo in cambia una nota espressione di sorpresa.
<<Grazie ma voglio farcela da sola, credo di poterci riuscire.>>
Sorrise lei, incominciando a sentire un leggero indolenzimento alle braccia a causa di quel massiccio libro che portava in giro quasi fosse un cimelio.
<<Nemmeno se ad aiutarti sia un Black? Ti assicuro che Sirius è un ottimo insegnante se vuole..>>
L'occhio lungo di Remus sapeva quanto avrebbe fatto piacere all'amico passare del tempo con la ragazza, intuendo ci fosse una certa chimica tra i due.
Lei gli sorrise con fare imbarazzato, non pensando che l'amico del Black potesse anche solo intuire qualcosa su quel rapporto contorto che c'era fra i due.
<<Grazie dell'offerta ma sta volta passo, se avrò bisogno saprò da chi andare.>>
Disse lei entrando nell'aula di Storia della Magia, una stanza buia e polverosa.
Quasi uno sgabuzzino dove il professor il professor Binns,uno dei fantasmi del castello, martoriava le orecchie dei suoi studenti con una monotonia mai vista prima!
Quella stanza arricchita di libri di storia e cianfrusaglie varie come mappamondi, era il centro massimo del chiacchiericcio nella scuola.
Agli studenti importava ben poco della placida lezione che il professore fantasma conduceva, concentrandosi piuttosto su notizie varie che gironzolavano nel castello.
Alla ragazza dispiaceva molto come tutti i compagni trattassero quel povero fantasma, mai ascoltato ne tantomeno trattato come un vero insegnante.
Legata persino a quella materia che tanto l'affascinava, stregata dalla storia che si nascondeva nei secoli precedenti al suo.
Incuriosita più che mai da come grandi streghe e grandi maghi avessero potuto compiere le loro ammirevoli azioni!
Tutt'altro, accanto a lei, si era seduto colui che detestava quella sonnolenta materia.
Sirius Black si era fiondato a sedersi accanto alla serpeverde, facendo ridere i suoi migliori amici.
Ormai arresi nell' averlo accanto a loro, consapevoli di quanto il ragazzo attendesse quelle lezioni in comune solo per passare tempo con la misteriosa ragazza.
<<Hai preso l'abitudine a sederti accanto a me?>>
Chiese la ragazza mentre sfogliava le pagine del libro laddove segnavano l'argomento riguardante la precedente lezione: La storia di Azkaban.
<<È un reato?>>
Chiese lui mentre notava come la ragazza non staccasse gli occhi dalle pagine ingiallite del libro sottostante.
<<Per le gattine in calore che siedono dietro di noi sì. Per loro è un reato talmente tanto grave da darti un biglietto di sola andata verso Azkaban.>>
Ridacchiò lei avendo sentito i mormorii scontrosi delle ragazze sedute alle sue spalle.
Invidiose di come ormai il famigerato Sirius Black non calcolasse più nessuna ragazza all'interno del castello se non quell'acida ragazza serpeverde.
Erano molte coloro che blateravano su quanto mancasse la presenza di Sirius nelle loro camere, altre invece parlottavano tra loro di quanto il ragazzo sembrasse costretto da chissà quale senso di pena e pietà nei confronti della ragazza.
Non si spiegavano perché passassero tempo insieme quei due, apparentemente distinti come bianco e nero, come fuoco e acqua, ma se messi di poco vicini si potevano scorgere le più intime somiglianze.
<<E anche per mio fratello, ma guardami sono qui! Per ora nessun biglietto di sola andata verso Azkaban.>>
Lei sorrise di poco, immaginando già la figura del giovane Black trucidarli con lo sguardo.

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